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mercoledì 25 settembre 2019

Noi esseri umani. Riflessioni

Da un libro, uno dei tanti, scritto da Vittorio Messori, giornalista e autore di molti saggi a sfondo cristiani estrapoliamo il brano che segue.

Il "Problema", cioe', che sta dietro alle domande spesso irrise, quasi fossero da lasciare agli adolescenti, indegne di adulti: chi siamo ? da dove veniamo, dove andiamo ?
C'e' un futuro per noi, al di la' di una linea di un orizzonte che cozza, ineluttabile, contro il muro della morte ? O davvero, come canticchiava amaro Petrolini, non siamo che pacchi, campioni senza valore, che l'ostetrico spedisce al becchino ?
Al di qua dell'ostetrico e al di la' del becchino, la vita e' aperta a due misteri. Prima della nascita e dopo la morte, da entrambi i capi la nostra esistenza e' immersa nell'ignoto. Senza dubbio, sull'eterno. Eterno, il nulla da cui forse siamo venuti, Eterno,  il niente nel quale forse sprofonderemo.

Non crediamo sia in torto chi ha paragonato la nostra condizione a quella di chi si svegli su un treno che corre nella notte. Da dove e' partito quel treno su cui siamo stati caricati, non sappiamo quando e perche' ? dove e' diretto ? e perche' questo treno  e non un altro ?

C'e' chi si accontenta di esaminare il suo scompartimento, di verificare le dimensioni dei sedili, di analizzare i materiali. Per poi riaddormentarsi tranquillo: ha preso coscienza dell'ambiente che lo circonda, tanto gli basta. Il resto non e' affar suo. Che', se poi l'angoscia dell'ignoto prendera' alla gola, ci sara' sempre modo di scacciarla pensando ad altro. Come esorta il poeta, "meglio oprando obliar senza senza indagarlo, quest'enorme mister dell'universo".

Ovviamente Messori nel suo libro continua la riflessione. Noi per intanto ci fermiamo qui. 

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