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mercoledì 5 giugno 2019

Hanno detto ... ...

procedura di infrazione:
Il governo si è dato alle spese assistenziali senza copertura
piuttosto che agli investimenti che creano posti di lavoro.
Inoltre i populisti sono riusciti a far aumentare i tassi di interesse (lo spread)
e quindi il debito aumenterà anche per pagare i maggiori interessi.
Hanno creato il circolo vizioso da cui il Paese uscirà con le ossa rotte.
E non serve il tentativo di addebitare colpe all'Europa se l'incompetenza e la demagogia convivono a Roma.

VALDIS DOMBROVSKISvicepresidente della Commissione Ue
“È importante che l’Italia corregga la traiettoria fiscale, altrimenti ci sarà una procedura”. 
“Noi siamo aperti al dialogo con gli Stati membri, ma in questo caso è necessaria prima una correzione della traiettoria fiscale”.
“La strategia del governo italiano, riguardo agli stimoli fiscali per promuovere l’economia, non sta funzionando”. 
“Invece dello stimolo fiscale atteso, l’economia italiana è rallentata notevolmente e adesso l’Italia è il Paese che cresce più lentamente in Europa, solo allo 0,1%. 
Il deficit di bilancio è aumentato, ha portato a una riduzione della fiducia e sono aumentati i tassi di interesse”, ricorda, sottolineando l’importanza di un ritorno “sulla traiettoria della crescita economica concentrandosi sulle riforme strutturali e non sugli stimoli fiscali, perché non c’è lo spazio fiscale per farli”.
 “La procedura per deficit eccessivo riguarda quest’anno e l’anno prossimo e quindi riflette le decisioni di questo governo, come quella di aumentare il deficit di budget quest’anno che ha portato le conseguenze negative sull’economia italiana. Riguardo all’anno scorso, il governo è cambiato a giugno, per cui la responsabilità è condivisa”.
"Le recenti politiche dell'Italia - ha detto ancora Dombrovskis - hanno inflitto danni. L'Italia paga per interessi" sul debito "tanto quanto spende per tutta l'istruzione, pari a 38.400 euro per abitante, e la crescita si è quasi interrotta".

PIERRE MSCOVISCI, commissario agli affari economici
"I dati 2018 per l'Italia sono problematici su due fronti: invece di essere ridotto, il debito sale da 131% a 132% e il deficit strutturale che avrebbe dovuto calare di 0,3% peggiora di 0,1%, creando un gap di 0,4%. 
Sfortunatamente anche per il 2019 vediamo un peggioramento dello strutturale, mentre il Consiglio aveva raccomandato uno 0,6% di miglioramento e le autorità italiane si erano impegnate a dicembre a non peggiorarlo": 

MARIASTELLA GELMINI, capgruppo FI alla Camera
Da Bruxelles arriva una sonora bocciatura per ii nostri conti pubblici. L'avvio dell'iter per la procedura di nfrazione europea per debito costituisce un primato (non invidiabile) per il governo italiano: saremmo il primo Paese dell'Eurozona a subire uno smacco del genere.

GIANLUCA FIORINDI, rappresentante Comfindustria
La procedura di infrazione non è tanto e solo perché spendiamo troppo oggi, ma perché spendendo troppo e male oggi stiamo anche compromettendo il nostro futuro.

MAURIZIO LANDINI, segretaro generale CGIL
“Siamo di fronte al fallimento delle politiche economiche e sociali del governo, non avevamo bisogno della lettera europea per dirlo. Oggi, passata la campagna elettorale, i nodi emergono”.
“Per cambiare il governo ha bisogno delle parti sociali. Sarebbe ora che ci ascoltasse, mentre sulla scelte di fondo non c’e’ stato nessun confronto”.

ANNAMARIA FURLAN, segretario generale CISL
“La posizione della commissione europea non stupisce, dice al paese che bisogna recuperare gli investimenti sulla crescita anche con una riforma del fisco”. 
“Dobbiamo evitare in tutti i modi un salasso che pagheranno i lavoratori e i giovani. Sono stupita dal fatto che il governo non abbia ancora aperto un confronto con le parti sociali perché oggi è davvero necessario mettere al centro il lavoro”.

NICOLA ZINGARETTI, segretario nazionale Pd
La U.E. conferma quello che sapevamo. In 12 mesi sono aumentati i debiti, è calata la crescita e gli italiani rischiano. Un vero capolavoro...

CORINNA DE CESARE, giornalista Corriere della Sera
I nodi sono arrivati al pettine. E leggendo le raccomandazioni di Bruxelles all’Italia, i nodi sono sempre gli stessi. «Il debito italiano resta una grande fonte di vulnerabilità per l’economia» ha sottolineato l’Ue e le recenti «misure, con il trend demografico avverso, capovolgono in parte gli effetti positivi delle riforme pensionistiche del passato e indeboliscono la sostenibilità a lungo termine» delle finanze. Finanze danneggiate, com’è noto, anche dall’ «aumento dei tassi d’interesse dei titoli di Stato osservato nel 2018 e 2019». Ossia lo spread, tornato oggi ad aumentare.
La regola del debito insomma «non è stata rispettata» nel 2018, nel 2019 e non lo sarà nel 2020, e quindi «è giustificata», secondo l’Ue, l’avvio di una procedura per debito eccessivo. L’Italia deve avviare necessariamente un cambio di rotta su questo ed altri punti, secondo la Commissione europea. «Le recenti politiche dell’Italia hanno inflitto danni — ha spiegato il vicepresidente per gli Affari finanziari Valdis Dombrovskis —. L’Italia paga per interessi sul debito tanto quanto spende per tutta l’istruzione, pari a 38.400 euro per abitante e la crescita si è quasi interrotta».
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Come abbattere il debito secondo Bruxelles? Usando le entrate inattese, spostando la tassazione dal lavoro ma soprattutto combattendo l’evasione. È questo un punto su cui l’Ue insiste in particolar modo sottolineando l’importanza di rafforzare l’uso di pagamenti elettronici e abbassare la soglia per i pagamenti in cash. Solo così, secondo la Commissione, si va nella direzione della lotta all’evasione, purtroppo ancora molto diffusa in Italia.
Una delle raccomandazioni dell’Ue è quella di abbassare la tassazione sul lavoro. L’Ocse ha di recente diffuso il rapporto Taxing wages 2019 dedicato al cuneo fiscale, da cui emergono i differenziali esistenti tra i 36 Paesi che fanno parte dell’Organizzazione. Il cuneo fiscale misura di fatto la differenza tra il costo del lavoro per il datore di lavoro e la corrispondente retribuzione netta del lavoratore. 

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