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lunedì 1 aprile 2019

Vivere il territorio. Castello Patellaro

Su quelli che oggi sono i ruderi del Castello-Villaggio di Patellaro, Patiliari di siprë (Patellaro di Sopra) come ad esso si riferiscono gli arbëreshë di Contessa, su questo Blog ci siamo soffermati in più parti dell'ormai voluminoso contenuto storico e in svariate occasioni.

Siccome la mancata attenzione del luogo continua da parte di chi dovrebbe prenderne cura e dovrebbe valorizzarlo in quando caposaldo storico delle vicende dei Monti Sicani, riteniamo opportuno ribadire alcuni punti storicamente interessanti.
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I ruderi sono visitabili a pochi chilometri da Bisacquino e ad ancora meno chilometri da Contessa Entellina, lungo la strada secondaria (ed in cattivo stato di transitabilità) che da contrada Cascia punta verso la sorgente idrica "Patellaro" che alimenta attualmente l'abitato di Contessa. 

Un tempo ormai lontano il percorso era sede di una frequentata  e ben curata "Regia Trazzera" che fiancheggiava proprio il Castello-Villaggio di Patellaro.

Guglielmo II, il re normanno di Sicilia,  nel 1178 cedette il Castello ed il feudo che da esso dipendeva al Monastero di Santa Maria del Bosco. Nel 1373 il Villaggio era abitato da 48 famiglie (villani privi di diritti, e di discendenza saracena: così ne parlano i libri di Storia).

Sia la cinta muraria, discretamente ancora esistente, che le caratteristiche dei pochi edifici ancora esistenti, oggi adibiti a stalle e/o a fienili danno sensazione dell'età medioevale, anche se alcune costruzioni sono aggiunzioni del XIX secolo.

Gli amministratori ed i politici regionali potrebbero e dovrebbero studiare la Storia locale e da questi presupposti iniziare a valorizzare i territori piuttosto che sciupare denaro pubblico per rimpolpare la "da sempre" ben remunerata burocrazia che da settant'anni lascia da sole le scrivanie di lavoro dei vari assessorati, dando così adito alle periodiche visite anti-assenteismo degli organismi di vigilanza.

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