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venerdì 12 aprile 2019

Europa Unita. Per una nuova centralità del vecchio continente e del Mediterraneo nel mondo globalizzato

A seconda guerra mondiale conclusa apparve subito chiaro che nessuno stato europeo avrebbe avuto, da solo, voce in capitolo sull'assetto mondiale e non avrebbe nemmeno potuto influire sul futuro della stessa Europa.
Le due uniche superpotenze uscite dalla guerra erano gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica mentre l'Europa che da millenni era stata all'origine di tante civiltà e della Storia dell'Occidente (dai greci in poi) si ritrovò ad essere stata oggetto e terreno del conflitto -ora caldo ed ora freddo- fra Usa ed Urss. Da questo quadro desolante sotto più aspetti (economici, sociali, umani e politici) la parte occidentale del continente lentamente e con convinta adesione ai valori di democrazia e libertà iniziò il processo di creazione di uno spazio prima economico e poi via via politico sempre più integrato (sia pure entro limiti ammessi ed altri esclusi). 
L'attuale Unione Europea  (UE) possiede oggi caratteristiche istituzionali sue proprie, mai esistite in passato e probabilmente non replicabili in altre realtà del pianeta.

Proveremo a percorrere sul Blog le tappe fondamentali del complesso processo di "costruzione europea" articolato sia nell'aspetto istituzionale che nelle forze politiche/sociali che l'hanno sostenuto e/o in quelle che l'hanno (e continuano) ostacolato.

Il processo di costruzione ha ormai una età misurabile in un settantennio e conta oggi notevoli e significativi successi; è chiaro a tutti comunque che l'approdo economico, politico e culturale finale merita un respiro secolare, con frequenti passi in avanti e con qualche passo indietro (indietro quando le forze sovraniste e populiste hanno la meglio). 
Bisogna tenere infatti presente che le dinamiche interne di ognuno dei 28 paesi che oggi compongono l'Unione Europea influiscono nel processo complessivo e nell'atteggiamento, di riflesso, di ogni altro paese aderente all'Unione. In pratica un Salvini italiano è in condizione di produrre azioni riflesse non solo ai danni del nostro Paese ma su tutti gli altri paesi.

Certamente non sono escluse soluzioni e sviluppi imprevedibili sul destino dell'Unione, ma la cultura unica per la democrazia e la libertà dell'intero continente non potrà che prevalere sulle visioni alternative che spingono per il ritorno indetro e che tuttavia resistono in più parti politiche e in più paesi.

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