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domenica 28 aprile 2019

Cultura e politica. Correnti di pensiero dell'Occidente

Stiamo provando a scandagliare all'interno di quello che ai primi dell'Ottcento è stato il Romanticismo, movimento culturale da interpretare alla luce degli eventi che scaturirono dalla Rivoluzione Francese; non tuttavia come causa/effetto. 
Un movimento culturale/sociale/politico -infatti- sempre necessita di una lenta maturazione prima che affiori a cielo aperto.

E' certo che la nuova cultura europea di inizio Ottocento sorse dalla ridiscussione del retaggio dell'età illumnistica e dalla crisi del "razionalismo". Tante delle promesse, delle aspettative, che si attendevano dalla ragione restarono per molto tempo deluse a causa della vastità e della grandezza dei problemi scientifici e conoscitivi che ancora nel XXI secolo aspettano di essere risolti.

Alla Rivoluzione (e all'Illuminismo che l'aveva accompagnata) si era data probabilmente una eccessiva fiducia in quanto mezzo e strumento per la scoperta della "felicità dell'uomo" e non tardò, quindi, il sopraggiungere dell'amarezza e della sfiducia nel razionalismo di saper costruire il "mondo ideale".
Il sangue versato durante la Rivoluzione cominciò ad apparire eccessivo rispetto al rischio di perdere i "principii" fino ad allora garantiti dal diritto naturale.
D'altronde le guerre continue (in particolare quelle per esportare i principi ed i diritti dell'uomo) che volevano mirare contemporaneamente al progresso dell'uomo e a quello economico della società produssero -in quasi tutta l'Europa- nell'immediato miseria e sfiducia nei confronti di quella novità emancipatrice  che oggettivamente era stato un vero progresso e addirttura una vittoria della vita sulla morte.

Dall'Encyclopédie al Preromanticismo
Le superstizioni ed i gusti a lungo tenuti a freno ricominciarono a venire in piena luce. Si ricominciò ad attendere da "rivelazioni divine" l'illuminazione delle verità della vita.
Il "caso", l'attrazione del gioco, delle lotterie, del "colpo di fortuna", gli slanci religiosi e persino i suicidi dei delusi della vita crearono un nuovo clima che inellutabilmente tendeva ad allontanarsi dalla "ragione".

Fra gli intellettuali lo spirito rivoluzionario (l'Illuminismo) non fu, d'altronde unanime. Per fare un solo nome, Victor Hugo si dichiarò in favore della Monarchia; avversando la "ragione" dei rivoluzionari  con gradualità tanti di essi (intellettuali) iniziarono ad evidenziare con spirito umanitario la miseria del popolo e le sofferenze delle nazioni oppresse dalle guerre napoleoniche che di contro si proponevano di istituire ovunque la proprietà privata, la libertà del lavoro e il pricipio di concorrenza fra i vari produttori.

Molte sono le opere letterarie dell'epoca che lasciano intuire come il sorgere della società capitalistica sia stato lacerante e sofferto; ricordiamo fra le tante una di Victor Hugo: I miserabili.

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