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venerdì 7 dicembre 2018

La Sicilia come non la conosciamo -4-


Oggi la Sicilia e' nota per la produzione dei vini d'eccellenza; pure Contessa Entellina vanta una posizione non trascurabile nel comparto della vitivinicultura: accanto all'azienda affermata ormai sul piano internazionale dei vini Donnafugata guidata dalla famiglia Rallo, crescono ed hanno una loro precisa identita' i vini dell'Azienda Entellano di Luca Colletti e quelli dell'Azienda Filari della Rocca di Caterina Guarino/f.lli Benanti, marchio affermatosi pure per la produzione dell'olio d'oliva.

Quello della produzione vitivinicola costituisce un segmento della vita economica su cui la Sicilia vanta parecchi precedenti nei secoli trascorsi. Fra questi e' nota la sfida del Marsala, la cui vicenda risale e si snoda sin dalla seconda meta' del Settecento.
Un mercante inglese, John Woodhouse, spedisce nella sua patria un carico di vini siciliani e da allora, grazie al gradimento conseguito, c'e' stato un susseguirsi di imprenditori della Gran Bretagna che hanno deciso di impiantare loro aziende vitivinicole nell'area Marsala-Mazara.

Accanto a quelle dei " gentiluomini" inglesi sono poi sorte parecchie altre aziende di contadini, borghesi e appassionati locali non solamente in quell'area della Sicilia Occidentale ma un poco ovunque nell'isola. Lungo tutto l'Ottocento gli spazi del vigneto si sono sempre piu' allargati anche grazie alle sfortune della produzione francese devastata dalla fillossera.
La storia del vigneto siciliano ha comunque avuto anch'esso i suoi contracolpi. Negli anni di fine Ottocento i governi crispini e seguenti  si sono avviati lungo la politica protezionista (ci verrebbe da dire sovranista) ed e' stato un disastro per le esportazioni italiane, risoltosi inevitabilmente in un grande beneficio sia per la Francia che per la Spagna.
Allora come potrebbe accadere oggi le guerre doganali non recarono bene al Paese.

All'inizio del XX secolo la fillossera aggravo', nell'isola, il quadro della viticoltura e gli sforzi per superare la situazione vennero, questa volta, dalle grandi aziende capitalistiche. 
Si affermarono i Florio a Marsala, i D'Alia a Trapani, i Tasca Lanza e i Camporeale a Palermo, i Di Rudini' a Pachino ed altri ancora che operavano sul mercato internazionale. Nacquero allora le denominazioni da pasto ancora oggi note: il Corvo, il Regaleali, il Castelfaccia. Tutti vini che  conquistarono il mercato russo e quello austro-ungherese. 
A consentire il successo contribuirono inoltre le folte colonie italiane che erano emigrate negli Stati Uniti.

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