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venerdì 28 dicembre 2018

Italiani e razzismo. Un uomo ha perso la vita negli scontri: é successo nel corso di una partita che andava fermata.

E' successo ieri a San Siro e dintorni:
un morto e fatti gravi di razzismo contro un atleta di colore.

Poteva mai essere sospesa la partita Inter-Napoli in un Paese che ormai vive sempre più di razzismo ? No.

Da noi, col populismo che imperversa, cominciamo adesso a raccogliere i frutti amari dell'odio, che finora investiva gente del Sud e immigrati ma che non mostrava tanto odio fino ad arrivare alla vilenza.
Continuando con questa cultura populista verosimilmente il ventaglio dei bersagli si allargherà su altri.
Perchè no ? I diversi ed i variamente diversi sono tanti ....
Il fatto
Ieri i cori razzisti contro Koulibaly, e poi l'incredulità per scontri e agguati fuori dallo stadio, sono culminati con la morte di un giovane di 35 anni, a Milano.

Fino a qualche tempo fa era impensabile insultare un avversario per il colore della pelle. In Italia era davvero impensabile distinguere, valutare e apprezzare una persona in base al colore della pelle seppure certe formazioni politiche nordiste giudicassero sporche e da evitare le persone del Sud. Intendiamo del Sud Italia.

Quanto accaduto ieri ci fa dire che il razzismo non ha nulla a che fare con lo sport: con un pallone tra i piedi, cosi come nella vita, siamo tutti uguali, dice Piero Grasso, già presidente del Senato.

Liliana Segre, senatrice a vita: “La violenza dilaga a tutti i livelli. Si deve cominciare a combattere la parola violenza e la parola violenta così come i fatti violenti. La gente non si frena più. L’umanità odia l’umanità.
Ma come si può?”.

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