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mercoledì 7 novembre 2018

San Demetrio Corone. Gli arbëreshë di Calabria accolgono il Presidente Mattarella e il Presidente d'Albania Ilir Meta,


A 550 anni dalla morte di Giorgio Castriota Scanderbeg
 "Questo e' un giorno importante per la nostra regione e per la comunita' Arberesh, qui insediata da oltre cinque secoli. E' con soddisfazione e sentimenti di amicizia che porgo il benvenuto nella nostra terra al Presidente della Repubblica di Albania, Ilir Meta". Lo ha detto, parlando a San Demetrio Corone, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio in apertura del discorso tenuto stamane nel collegio italo-albanese di Sant'Adriano, in occasione della visita del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e del Presidente della Repubblica d'Albania, Ilir Meta, commemorativa del 550esimo anniversario della morte di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe del popolo albanese.  
"La sua visita - ha aggiunto -  e' espressione di attenzione e di intensificazione dei rapporti tra l'Albania ed il nostro Paese ed in particolare con la Calabria dove una comunita' di origine albanese ha saputo non solo integrarsi ma affermarsi come risorsa e come ricchezza sul piano culturale, sociale ed etico. E' con immenso piacere che saluto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui mi lega un rapporto di profonda stima ed amicizia. Il Presidente Mattarella torna ancora una volta in terra di Calabria e questa volta per rendere omaggio ad una comunita', quella arberesh che costituisce un esempio dei valori della integrazione che hanno alimentato e segnato la nostra storia". Il Presidente Oliverio, che ha accolto all'arrivo insieme al sindaco Lamirata ed alle altre autorita' il Presidente Mattarella, dopo aver volto un ulteriore saluto al sindaco di San Demetrio Corone ed a tutti i sindaci delle comunita' albanesi d'Italia presenti, ha cosi' proseguito: "I nostri sono due Paesi uniti da un percorso secolare che ha visto la Calabria come terra di approdo e di accoglienza. Gruppi di uomini e donne albanesi - ha fatto rilevare -  in fuga dalla patria invasa, depredata, in cui erano venute meno le condizioni per poter vivere, hanno trovato nel mezzogiorno d'Italia, sulle coste calabresi un approdo sicuro dove poter iniziare una nuova vita. Un popolo alla ricerca di luoghi dove poter affermare la propria indipendenza, difesa dal tenace Giorgio Castriota Scanderbeg, che oggi celebriamo e la cui mitica presenza permea le comunita' arberesh presenti in Calabria. Non si e' mai spento lo spirito di liberta' che ha portato il popolo albanese sulle nostre sponde, grazie alle narrazioni ed una ricca letteratura che hanno tenuto vive le gesta del grande condottiero. E' stato un fattore di arricchimento culturale ed umano accogliere le comunita' albanesi nel corso dei secoli".
"L'accoglienza - ha detto -  e' per noi un dato di normalita', parte costituente della nostra natura. Cosi' come siamo stati noi migranti da accogliere, abbiamo saputo farlo da sempre e sempre intendiamo continuare a farlo. Grande e' stato il contributo dato alla societa' da brillanti figure di figli di Albania nel
campo della cultura, dell'arte, nello sport, anche grazie alle condizioni favorevoli trovate in Italia per potersi realizzare.
La comunita' albanese in Calabria e' parte del tessuto sociale e civile, con la sua ricchezza culturale, con i suoi valori morali e religiosi, che impreziosiscono la storia di questa terra essendone parte integrante.Da sempre gli scambi tra i popoli hanno generato nuova ricchezza per l'umanita'. La coscienza di ognuno di noi e' il frutto della nostra educazione, della nostra fede, dei nostri valori, che vengono prima di ogni cosa. Per noi le persone vengono prima degli stessi principi. Voglio qui ricordare che proprio da una figlia di Albania, Madre Teresa di Calcutta, e' venuta al mondo una lezione di civilta' e di carita' verso gli ultimi destinata a restare scolpita nel tempo.  Una lezione universale che costituisce nella sua semplicita' una formidabile bussola per l'affermazione dei diritti dell'uomo.Oggi ci sono porti che qualcuno vorrebbe si chiudessero, ma non si possono chiudere i nostri cuori, ne' sopprimere i sentimenti di profonda umanita'. Il popolo calabrese e' fiero della sua natura, che a distanza di secoli non e' cambiata. Noi non ci stiamo a diventare attori di disumanita' restando in silenzio. All'ingiustizia globale, alimentata dall'odio razziale, noi rispondiamo con l'accoglienza come dato di normalita', perche' per noi una societa' e' civile se non smarrisce la dignita' delle personequesta e' la Calabria. Una regione di primo approdo di migliaia di donne, uomini e bambini spinti dalla disperazione ad abbandonare la propria terra e ad affrontare la traversata del Mediterraneo; una regione i cui comuni, in primo luogo quelli piccoli praticano l'accoglienza attraverso lo SPRAR e dei quali l'esperienza di Riace costituisce l'esempio piu' alto, non l'unico, non a caso divenuto punto di riferimento a livello internazionale".
 Oliverio ha detto poi che "la Calabria e' fiera della sua comunita' arberesh, ne ha sempre rispettato l'identita' perche' l'ha considerata un valore, una risorsa. Non e' un caso se le pagine piu' significative del nostro Risorgimento sono state scritte con il coinvolgimento ideale, l'apporto ed il sacrificio di tanti albanesi di Calabria, martiri in nome della liberta' e dell'indipendenza per la costruzione dello Stato Italiano. Presidente Meta, Presidente Mattarella oggi, come ho ricordato all'inizio, e' una giornata importante per la Calabria; celebriamo questa giornata in omaggio alla memoria ed all'opera di Giorgio Castriota Scanderbeg, un grande albanese che ha segnato la storia del suo popolo imprimendo forti i caratteri di autonomia e di liberta', ma e' anche occasione per riconfermare un impegno solenne alla difesa ed alla affermazione dei valori dei diritti umani, primi tra tutti quelli della liberta' e del rispetto della dignita' delle persone.  Un impegno che deve essere pienamente assunto con maggiore determinazione dall'Europa nel solco ed in coerenza con la sua tradizione civile e democratica. Un impegno - ha concluso -  che puo' e deve nutrirsi della ricchezza di storie concrete che hanno segnato il nostro Paese e di cui quella degli arberesh in Calabria costituisce una realta' tra le piu' significative".



 (AGI)

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