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giovedì 4 ottobre 2018

La vicenda del Sindaco di Riace

Dalla FONDAZIONE PIETRO NENNI

Cosa è successo al Sindaco di Riace. Veramente.


– di FEDERICO MARCANGELI –
Partiamo da un incipit. Voglio essere subito chiaro e prendere le distanze dal tifo da stadio cominciato in questi giorni attorno a Domenico Lucano: si sta tifando a favore o contro in modo cieco, senza nemmeno conoscere quel che è accaduto. Un atteggiamento del genere non fa bene a nessuno, nemmeno a chi, in buona fede, apprezza l’operato di questa persona che tanto bene ha fatto nell’accoglienza dei migranti.
Detto ciò, partiamo con i fatti. Il sindaco è stato posto agli arresti domiciliari (in via cautelare) con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Sono state invece respinte dal GIP le accuse più pesanti : associazione per delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione. Nel respingere questi capi d’imputazione, il Giudice ha parlato di “congetture, errori procedurali, inesattezze di inquirenti e investigatori”. E ancora “ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”. Morale della favola, secondo il Gip non ci sarebbero state alterazioni dei flussi di cassa relativi ai fondi spesi per i migranti o, per rendere comprensibile a tutti il concetto, nessuno ha “rubato soldi”. Dopo il fatto non sono mancate le reazioni di vari membri del governo che, evidentemente, non hanno ben inquadrato la situazione.
Salvini ha twittato “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati!”, seguito a ruota dal sottosegretario agli Interni Sibilia (quello che ha dubbi riguardo lo sbarco sulla luna) che ha subito postato sul blog delle stelle : “Riace non era un modello, è finita l’era del business dell’immigrazione”. dell’immigrazione”. Però, come già detto, il dispositivo non parla di sfruttamento del business, come ad esempio è avvenuto per “mafia capitale“. Ma quindi, cosa avrebbe compiuto Domenico Lucano? I capi d’accusa si basano, oltre che su un “diffuso malcostume”, su 2 principali fatti: un’intercettazione e l’affidamento di una gara d’appalto. La prima intercettazione ha come oggetto una ragazza nigeriana a cui fu negato il permesso di soggiorno e della quale il sindaco parla con una interlocutrice: “Se lei si sposa a noi deve portare soltanto come richiedente asilo … almeno io non sto là a guardare se i suoi documenti sono a posto, mi fa un atto notorio dove dice che è libera di poter contrarre matrimonio e siccome è una richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché ovviamente uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti con lei e mi basta una sua dichiarazione, un atto notorio … dovremmo chiedere all’ambasciata ma mi basta un’autocertificazione dove mi dice che lei è libera. Quello che invece è italiano che si vuole sposare con lei deve portare i documenti che è libero per sposarsi (…) Se succede questo in un giorno li sposiamo. poi dopo mi chiede al comune il certificato di matrimonio … va alla questura di Siderno e chiede un permesso di soggiorno per motivi familiari perché si è sposata in Italia con cittadino italiano e non gli deve portare niente … solo il certificato di matrimonio … in quel modo, dopo che lei ha il permesso di soggiorno per motivi familiari, i tre dinieghi non hanno nessun valore è subentrata un’altra situazione civile … non solo, dopo un po’ di tempo prende anche la cittadinanza italiana”. Sottolineo che non sappiamo se il matrimonio ci sia stato o meno; per adesso abbiamo solo questa intercettazione. Per quanto riguarda il secondo fatto, il primo cittadino avrebbe forzato la procedura per affidare direttamente a due cooperative di Riace  (non iscritte al registro regionale) la raccolta dei rifiuti, non eseguendo alcuna gara. Occorre precisare che parliamo di un servizio di piccole dimensioni  (sfrutta due asini e qualche addetto), che da lavoro a migranti e riacesi. Anche in questo caso, secondo l’accusa, il sindaco non ha ottenuto alcun vantaggio economico dall’affidamento.
Ognuno sarà ora libero di costruirsi la sua idea ma, al momento, i fatti sono questi.  Quel che è certo è che non si può parlare di business dei migranti o di modello di accoglienza fallimentare.

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