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domenica 23 settembre 2018

L'Italia dei populisti. Al momento siamo arrivati alle minacce per chi si attiene al rispetto delle leggi e dei trattati internazionali

Guardarsi attorno. 

Tanta gente chiude gli occhi e applaude i demagoghi.

Stiamo attraversando giorni, anni ed eventi, che gli studiosi definiscono post-moderni, caratterizzati dalla sfiducia nelle grandi promesse ereditate dal passato e che ci avevano indicato la radiosita' del futuro (mi piace sempre e con buone motivazioni ricordare il Sole dell'Avvenire che tanti anni della mia gioventù ha coinvolto)
Certi filosofi adesso, nei nostri giorni che sono quelli dei Renzi, Berlusconi, Salvini, Di Maio  e di altri che mai hanno letto un libro, parlano apertamente di "pensiero debole". Pensiero debole che accompagna i nostri giorni rispetto alla assoluta fiducia nel " progresso" che ci aveva accompagnato fino agli anni 60/80 del Novecento.

Quali sono i paletti etici, perche' non si faccia danno agli altri uomini, alla natura e a se stessi ?
I credenti non hanno esitazioni e si appellano al Vangelo. 
E gli altri ?
Pure i non credenti in buona fede -e sostanzialmente- hanno gli stessi principi formulati nel Vangelo magari veicolati in forme e descrizioni diverse. 
Eugenio Scalfari, il laico sempre alla ricerca della Verita' assoluta -che però sostiene di non scorgere e di non intravedere- pure lui tratteggia il quadro dei valori negli stessi termini dei credenti: 
Non c'e' peccato se non quello che rafforza le pulsioni contro l'altrui liberta'. 
Non c'e' peccato se non l'egoismo dell'io e del noi contro il tu e il voi. 
Non c'e' peccato se non la sopraffazione contro l'altro e contro il diverso. Che poi vuole dire contro l'immigrato, contro l'affamato ed il sofferente.

La coscienza collettiva dei nostri giorni che si fondi sul Cristianesimo o sui valori della modernita' (rivoluzione francese: liberta', eguaglianza, fraternita') non puo' (non dovrebbe) non soffrire con il debole, con il povero, con l'escluso, con l'immigrato.
Non sono forse questi il caposaldo del discorso della Montagna ?

Italiani, brava gente !La furibonda rappresaglia attuata dalle
truppe italiane dopo l'attentato al Vicerè
Rodolfo Graziani costò la vita a migliaia di
persone, passate per le arm
i su ordine
diretto di Mussolini. Nei successivi cinque mesi
la repressione toccò indistintamente
semplici indigeni ed esponenti del
clero copto-ortodosso, in un bagno di sangue
che assunse la ferocia del pogrom.
Per noi gente del terzo millennio non è forse doveroso fare nostra la frusta e scacciare i mercanti dal tempio della coscienza, ossia i neo-liberisti dei nostri giorni, per farci carico dell'Africa quale metafora dei mali e delle ingiustizie del mondo prodotte sia dal pensiero debole che dal neo-liberismo dell'ultimo trentennio ?

Pensandoci bene e fuori dalla metafora: forse noi italiani non abbiamo proprio nulla a che fare con i mali degli eritrei, degli etiopici e dei somali ? 
Nulla a che fare con quel gruppetto di 170 persone che Salvini -il ministro forte che piace agli italiani che prima votavano comunisti e democristiani- sequestrò per alcuni giorni nel porto di Catania?
Siamo certi davvero che con quella gente noi italiani non abbiamo nulla a che fare ? 

Ricordo bene ciò che mi veniva raccontato, quando ero ancora ragazzo dai miei compaesani che erano stati in Abissinia come soldati italiani, su come si comportavano militarmente ed eticamente nell'Impero mussoliniano dell'Africa Orientale. 
Eppure i nostri attuali libri di storia parlano solamente delle atrocità naziste tedesche nel corso della seconda guerra mondiale ed ignorano ciò che gli italiani hanno fatto in Africa.

La cultura ed il pensiero dei nostri giorni non sono solamente "deboli", sono molto manipolati e asserviti.

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