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venerdì 7 settembre 2018

Banche e risparmi. L'Italia che disperde la fiducia dei cittadini

A Contessa in tempi andati avevamo lo sportello bancario continuo lungo la settimana (Banca del Popolo) poi venne assorbito da un gruppo finanziario e divenne Banca Nova e contemporaneamente, o quasi, per razionalizzare sul territorio la presenza degli sportelli, i fruitori dei servizi si videro chiudere la sede di via Roma e assistettero al trasferimento dei loro conti nella vicina (lontana ?) Poggioreale. 
Oggi, al fine di non danneggiare la fiducia dei risparmiatori (un bene indispensabile per non far saltare il sistema socio-economico nel suo complesso) quest'ultima banca è stata assorbita dal più forte Istituto operante sulla piazza italiana (Banca Intesa).

Generalmente trattando dietro questa trama di fatti e decisioni piovute da lontano da noi e dal territorio dove i risparmi sudati e depositati pure da rimesse di emigrati stanno personaggi e comportamenti che -viene da pensare- di lusinghiero hanno poco. Nel corso degli anni la finanza in Italia (non solo quella dell'area meridionale) è divenuto comparto delicatissimo dell'economia affidato (dalla politica corrotta) a personaggi a cui nessuno affiderebbe -viene dire-  nemmeno un euro.

Bisogna risalire ad una decina di anni indietro, quando i giornali cominciarono a parlarci degli intrighi dei "furbetti del quartierino". Era il tempo in cui politici -come al solito poco interessati al bene del paese- affaristi e pseudo finanzieri si dedicavano alle cosiddette "scalate bancarie".

Sulla scia di un libro di Sergio Rizzo, autore di libri e saggi finanziari, cercheremo in più testi sul blog di capire come e perché in Italia la cattiva finanza ha fatto venir meno la fiducia nelle istituzioni pubbliche e in quelle finanziarie.




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