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martedì 14 agosto 2018

La tragedia genovese. L’Italia delle grandi opere inutili e intrise di corruzione, ma incapace di pensare alla vitale manutenzione di ciò che già esiste


I ponti crollano.

La circostanza non e' normale. Non e' normale perche' questa circostanza dei ponti che crollano capita solo in Italia. Negli altri paesi dell'Occidente mai si sente o si legge che i ponti costruiti nel Novecento crollano.

GENOVA: 
L'immagine del destino.
Quel secondo che può decidere della vita
Sappiamo tutti che la quasi totalita' dei ponti sono costruiti in "cemento armato" (miscela di cemento, acqua, sabbia, ghiaia, sbarre di ferro  e acciaio). Questi materiali certamente vanno, nel tempo, in usura. Ma non e' questo il punto dolente delle opere pubbliche italiane, che sappiamo bene andrebbero oltre che costruite pure conservate con la manutenzione. Qui da noi  le opere si fanno "al risparmio" perche' l'impresa esecutrice deve finanziare il politico di turno. Lo leggiamo e lo sentiamo dire tutti da tutti. Pare che sia una condizione implicita nell'esecuzione delle opere pubbliche   italiane. 

Inoltre, lo leggiamo sui giornali stranieri sempre stupiti dei frequenti crolli di ponti in Italia, negli altri paesi una struttura nasce con un certificato di nascita e cessa con un certificato di demolizione gia' sancito nello stesso progetto iniziale. L'opera viene abbattuta dopo alcuni decenni e ricostruita prima che crolli.

COSI' IL PRESIDENTE MATTARELLA 

Una cosa e' inoltre certa, in nessun paese del mondo un ponte crolla appena una settimana dopo l'innaugurazione come e' capitato alcuni mesi fa nei pressi di Bolognetta, sulla Palermo-Agrigento, qui a poca distanza da Contessa Entellina.

Noi italiani non ne potevamo piu' della vecchia politica, pero', se vogliamo cercare effettivamente di uscirne fuori definitivamente, dovremo cercare di avvicinarci sempre piu' a quanto fanno gli altri paesi europei. Allontanarci da essi, come vorrebbero certi populisti, ci condannera' a restare il paese piu' corrotto della vecchia Europa, a restare chiusi nei nostri vizi e pure indisturbati rispetto al loro passo piu' veloce rispetto alla corsa per il benessere.

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