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venerdì 31 agosto 2018

La liturgia bizantina. Ciò che un laico coglie -3-

Esiste il Cristianesimo, in una
piccola Eparchia, con radici 
antiche e visione universale

All'interno della Chiesa di estrazione (culturale) bizantina esistono caratteristiche, o carismi specifici, che la distinguono nettamente dalla Chiesa romana e ancor più dalle chiese protestanti.

Essa affonda la sua identità e modo di presentarsi nel fatto che vive e si presenta ancora oggi, nel terzo millennio, con i tesori della tradizione dei primi Padri della Chiesa (non per nulla appare, ma così non è affatto nella traduzione della vita spirituale in vita sociale, conservatrice).

Non bisogna essere teologi per recepire dalla Liturgia celebrata nei nostri paesi dell'Eparchia di Piana che Dio non ha nulla a che fare con i quadri che dipingono uomini (anime) immerse nelle fiamme del Purgatorio, come quelle che vediamo nella chiesa, in piazza, delle Anime Sante di pretta impronta cattolico-romana di controriforma. 
Dall'inizio alla fine la liturgia bizantina presenta un immagine di Dio  philantrhopos, amico degli uomini; il Cristo in Croce è sempre umanizzato e accessibile anche al peggior mascalzone di questo mondo e -come evidenzia nelle omelie papas Nicola- non è mai imbrattato di sangue nelle icone pur essendo crocifisso.
La Liturgia bizantina (il cui taglio si discosta parecchio dalla messa romana) non punta a dire come è Dio (che nessuno peraltro ha mai visto) essa mira a celebrare invece proprio il mistero di Dio.
La Liturgia su questo tipo di percorso punta ad introdurre alla Fede, a ciò su cui conviene soffermarsi. Non basta sapere che Dio, la Parola, si è fatta carne (uomo), va aggiunto che ciò è avvenuto perchè l'uomo in qualche modo sia divinizzato.

La Liturgia bizantina è preghiera ma è anche educazione ad un modo di accedere alla Fede. Inni, canti e preghiere non sono inserite a casaccio ed a piacere del coro (cosa frequente presso i protestanti ed i cattolici-romani) esse sono insegnamenti della fede e pertanto sempre contestualizzati.

Quella millenaria Liturgia rifugge dal soggettivismo e, come puntualmente papas Nicola evidenzia, il pronome personale "io" nel rito bizantino non esiste, non si usa mai. La Liturgia si propone infatti di ricondurre il singolo nella comunione dell'Assemblea, della chiesa.

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