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venerdì 17 agosto 2018

Eparchia. Sapienza o Autoritarismo ?


PIANA DEGLI ALBANESI.

Anche sotto il sole e col caldo agostano a piazzetta San Nicolò, nel Palazzo Vescovile, si è continuato a lavorare. La vigilia della festa della Dormizione della Madre di Dio (ferragosto) sono state notificate ad una diecina di esponenti del clero le lettere a firma di Mons. Giorgio Demetrio Gallaro con cui egli ha disposto un secondo provvedimento di avvicendamento di sacerdoti da una parrocchia all’altra - dopo quello di qualche tempo fa che aveva interessato esclusivamente il clero greco -.
Occhi informati hanno subito notato che sacerdoti che da qualche anno erano stati, come dire, posteggiati sono stati adesso recuperati. Ma a parere di chi segue più da vicino le vicende della piccola, ma preziosa dal punto di vista ecumenico Eparchia bizantina in terra di Sicilia, i rapporti del Vescovo Gallaro, venuto dagli Stati Uniti tre  anni fa per succedere al Vescovo Sotìr Ferrara, e alcuni rappresentanti del clero non sono proprio fraterni. Tutti ricordano la decisione del Consiglio Presbiteriale che in grande maggioranza qualche tempo fa ha rassegnato le dimissioni per le troppe incomprensioni col nuovo Vescovo e sono tanti gli osservatori che evidenziano che dal suo insediamento non si tiene una Assemblea generale del clero e/o dei fedeli.

Ancora in questi giorni si è appreso che presso la Congregazione Pro Ecclesiis Orientalibus giace un ricorso gerarchico del ben noto nel territorio eparchiale diacono Paolo Gionfriddo, e che esso è già in corso di esame e valutazione.
La questione, in breve, presenta aspetti di facile comprensione per chiunque:
Premesso che la persona del diacono nel rito bizantino è parte integrante del clero e gode delle stesse garanzie e tutele, è accaduto che Mons. Gallaro mesi fa ha       sospeso a divinis       il diacono Gionfriddo, persona stimata in tutto il territorio diocesano per l’impegno e la dedizione nel servizio ministeriale, non per ragioni morali e/o di grave scandalo contemplati nel Codice di Diritto Canonico, ma per una vicenda di natura privatistica e che quindi sarebbe oggetto del Diritto Civile e la cui auspicata - da tutti - soluzione potrebbe eventualmente competere al giudice di Piazza Marmi, a Palermo, e non al Vescovo.

Oggetto delle attenzioni del Vescovo che lo hanno determinato ad adottare il gravissimo provvedimento è l’abitazione del diacono e della sua famiglia la cui proprietà è del Seminario diocesano. Questa è stata assegnata al diacono e alla sua famiglia all’inizio degli anni ottanta dall’allora Vescovo Perniciaro senza un preciso termine di scadenza.
Mons. Gallaro non avendo ottenuto la firma su un nuovo schema di contratto che riportava però la durata quinquennale del bene in questione ha ritenuto sorprendentemente di dover applicare la sanzione della sospensione “a divinis” prevista dal diritto canonico. 
La vicenda ha suscitato grande scalpore e preoccupazione fra i fedeli, particolarmente fra quelli della Parrocchia della Martorana a Palermo, dove il diacono svolge lodevolmente da oltre un trentennio il suo ministero  (insieme   agli   incarichi   di   Direttore   della   rivista   ”Oriente   Cristiano”   e   di   incaricato   per l’Ecumenismo).
I fedeli hanno sottoscritto una petizione inviata alla Congregazione delle Chiese Orientali ed il Prefetto, Cardinale Leonardo Sandri, rispondendo alla nota di solidarietà dei parrocchiani ha assicurato che la vicenda è in corso di esame.

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