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lunedì 30 luglio 2018

La liturgia bizantina. Ciò che un laico coglie -2-

Teologia ed esperienza liturgica
Esplorare nei libri e magari negli archivi,  nella Storia dell'uomo, per conoscere il patrimonio liturgico della Chiesa bizantina è utile per chi non vuole vivere il Cristianesimo come un dato di formalità ripetitive di cui in tanti forse non conosciamo nè l'origine nè il senso e ancor meno i perchè.

Se e' vero che per chi e' cristiano tutto o gran parte del vivere ruota intorno  alla Liturgia -e questa asserzione può apparire ancora più vera per i cristiano-bizantini- è bene  provare a capire su cosa questa si fonda e come e perchè origina rispetto al Nuovo Testamento, che nella lettura se non nell'interpretazione unisce Cattolici, Ortodossi e Protestanti. 
Va premesso però che leggere, studiare, fare ricerche non conduce da solo a cogliere il contenuto ed messaggio della Liturgia millenaria bizantina. 



Nell'intraprendere il viaggio all'interno della Liturgia bizantina a chi scrive piace iniziare da una presentazione della ritualità della Chiesa Orientale scritta da padre Pavel Florenskij, un sacerdote russo fatto fucilare negli anni trenta del Novecento dai comunisti perchè irrimediabilmente fedele alla sua Chiesa.
Oltre che teologo, filosofo e letterato Florenskij era anche scienziato, fisico, matematico, ingegnere progettista e molto altro ancora e nei gulag degli stenti di Stalin non cessò mai di essere cristiano pur elaborando progetti e studi che il regime continuava ad esigere da lui che viveva in regime di internato nei gulag. A noi oggi restano le lettere da lui spedite alla moglie e ai figli ed i tanti libri finalmente diffusi privi di censura dopo il crollo del muro di Berlino e del comunismo.



Dice Florenskij a proposito della Liturgia bizantina, dominante ancora oggi nell'odierna Russia fra i cristiani di quel paese "Raccontano che attualmente in Occidente si impara a nuotare in palestra, sdraiati sul pavimento. Allo stesso modo imparano a diventare cattolici o protestanti attraverso i libri, senza contatti con la vita, nel proprio studio.
Per diventare cristiani orientali, invece, bisogna immergersi di colpo nell'elemento cristiano-orientale. Non c'è altro metodo".

Florenskij ha colto il tratto specifico della Chiesa d'Oriente (prevalentemente ortodossa ma con tante isole sparse nel mondo di cattolici-bizantini). Ha colto la specificità nel fatto che si può comprendere la ritualità bizantina solo grazie all'esperienza. Dice, nella sua opera più rilevante "La colonna e il fondamento della verità"  ^l'esperienza religiosa viva è l'unico metodo legittimo per conoscere i dogmi^.
E' probable che Florenskij accentui troppo l'elemento distintivo della ritualità bizantina rispetto alla religiosità romana e/o protestante, ma ha comunque individuato una caratterizzazione della Liturgia bizantina secondo cui nell'atteggiamento esistenziale essa impegna l'uomo intero. Chi in essa si immerge sviluppa una esperienza che non gli farà mai distinguere, o addirittura separare, la religione dalla vita.

Proveremo, nel tempo e più verosimilmente nel lungo tempo, a sviscerare (ci riusciremo ?) in cosa consista -da un punto di vista laico (sembra una contraddizione)- la "teologia dell'esperienza" che nella Chiesa bizantina permane in stretto rapporto con i "misteri" (battesimo ed eucarestia).
Grande supporto troviamo nelle intense omelie domenicali del nostro Papàs Nicola, il quale peraltro già da tempo ha intrapreso un commento in ambito parrocchiale alla Liturgia, con cadenza settimanale e con vasti riferimenti e chiarimenti patristici riportati nelle dispense regolarmente distribute.
Il corso è provvisoriamente sospeso durante la stagione estiva.

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