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giovedì 19 luglio 2018

La globalizzazione. Già in passato nazionalismo e populismo ci hanno consegnato due guerre mondiali (70mln di morti)


E' uscito in questi giorni il libreria un interessante volumetto curato da due professori dell'Universita di Siena

1) Tommaso Detti, che ha insegnato Storia contemporanea,
2) Giovanni Gozzoni, che insegna Storia contemporanea, Storia del giornalismo e History of globalization.
Il titolo del libro è: L'età del disordine - Storia del mondo attuale 1968- 2017
Editori Laterza.



Ne riportiamo qui una sommaria presentazione perchè avendo ascoltato nel corso di un programma radiofonico di quattro giorni fa una analisi socio-economica-politica di uno degli autori questa ci e' parsa molto puntuale e pertinente e subito ci siamo premurati di rintracciare il testo. Testo che alla nostra sensibilita' appare estremamente interessante e utile per capire i giorni che stiamo vivendo.



Il Blog in più tempi e in più aspetti ha trattato  dell'economia globalizzata pertanto raccoglieremo da questo libro molti spunti per riflettere, capire e trarre conclusioni di tipo politico.
Le pagine introduttive e di presentazione del libro ci fanno sapere che stiamo vivendo in una eta' del disordine dove prevale la paura, figlia -come sempre- dell'ignoranza piuttosto diffusa persino in sfere sociali inaspettate. Tutto sarebbe colpa della globalizzazione e dei confini fra gli stati che sarebbero saltati e di cui a gran voce si esige un ferreo controllo. L'incubo di tanti uomini dipende dai robot che pigliano il posto di lavoro degli operai, dai trasferimenti di molti stabilimenti industriali dall'Italia in Serbia e persino in Cina, dalle crisi finanziarie senza freni che peraltro solamente in Italia si susseguono senza interruzioni dal 2007 ad oggi, dalle ondate di immigrati che arrivano dalle periferie dell'Occidente e, infine ma non per ultimi, dai frequenti attentati terroristici.
Per i due autori del libro che ci proponiamo di ulteriormente approfondire nei contenuti tematici  il bandolo della matassa per capire cosa sta capitando ai nostri giorni nel nostro Occidente va ricercato nel quinquennio 1968-1973 perche' in quegli anni si possono gia' cogliere i primi mutamenti sintomatici:
--predominio della finanza sulla produzione,
--graduale contrazione della presa sui fatti del mondo da parte delle due superpotenze,
--uscita dal sottosviluppo di via via numerosi paesi asiatici, 
--crescente consapevolezza che gli equilibri ambientali del pianeta si avviavano a saltare.
La globalizzazione non e' comunque un complotto voluto da alcuni contro altri. Gia' nella seconda meta' dell'Ottocento milioni e milioni di migranti dall'Europa si spostarono nelle Americhe e, per dirlo con questioni che conosciamo bene, almeno quattromila contessioti dal 1860 ai primi del Novecento, si stabilirono in Louisiania. Nello stesso periodo dall'Europa si spostarono in altre parti del mondo capitali, informazioni e saperi.
A fermare quei flussi umani e di attitudini furono -anche allora- il nazionalismo ed il populismo nazi-fascista che attivarono per il loro intento ben due guerre mondiali e settantamilioni di morti.
Manco a dirlo oggi le medesime tentazioni spuntano pericolosamente qua e la'.
Vanno fronteggiate, certamente, non con le gia' sperimentate ricette nazionaliste  e populiste ma con politiche nuove e di dimensione planetarie, sapendo anzitutto correttamente cogliere il vero senso delle migrazioni, della finanza, dell'ineguaglianza, della poverta' di vaste popolazioni e del contesto climatico-ambientale.

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