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martedì 31 luglio 2018

Hanno detto ... ...


Se i Comuni dell'isola non
riescono a tenere il passo
la colpa è della scarsa professionalità ?
In 290 comuni manca persino il bilancio consuntivo

LEOLUCA ORLANDO, sindaco Palermo e presidente Anci Sicilia
“Sono sempre di più gli ambiti, non solo sul versante della programmazione economico-finanziaria in cui i comuni dell’Isola stentano nell’approvazione di atti dovuti. 
Alla base vi è certamente anche un significativo deficit sul fronte della capacità amministrativa che vede l’assenza di figure professionali indispensabili e molti uffici sguarniti di dirigenti o figure apicali”.
“E’ necessario, pertanto, che, come già si sta verificando nell’ambito del tavolo sulla finanza locale istituito presso l’assessorato regionale per l’economia che la Regione e lo Stato supportino gli Enti locali in un’azione di medio e lungo periodo, che possa consentire, anche attraverso una riforma della governance, alla pubblica amministrazione locale del Mezzogiorno, di tenere il passo in termini di efficienza ed efficacia nella gestione delle funzioni e nell’erogazione dei servizi al cittadino e alle imprese”.

LUIGI CANNATA, responsabile del Bilancio e delle Politiche finanziare nonché vice presidente vicario dell’Anci Sicilia 

“Come piu volte abbiamo sostenuto e come confermano  tutti gli altri indicatori, la mancata approvazione degli strumenti di programmazione finanziaria, rapprenta il sintomo e non la causa delle problematiche strutturali che caratterizzano la finanza locale in Sicilia. E’ necessario, pertanto, che si vada a fondo sulle cause di questa condizione che caratterizza nel suo complesso il sistema degli Enti locali siciliani”.

Vivere l'estate. A modo siciliano



Contessa Entellina. Da domani inizia nella Chiesa della Favara la quindicina della "Madre di Dio"

Dal 1° Agosto al 14° Agosto.
Ore 19,00

Nelle Chiese con ritualità bizantina è d'uso cantare nella prima quindicina di agosto, il canone della Paràklisis in preparazione alla solennità della Dormizione della Theotokos. In questo inno è presente il contenuto esistenziale del vivere e del morire e lo ha reso molto popolare e partecipato.

Si tratta sostanzialmente di un poema attribuito a S. Giovanni Damasceno (675ca - 750ca), teologo e innografo della liturgia bizantina. La prima strofa dell'ode prima dà il timbro all'intero poema. "Oppresso da molte tentazioni presso di te mi rifugio, implorando salvezza". Il ricorso all'aiuto non è soltanto individuale, ma comunitario, collettivo, ecclesiale. 
Il Kondàkion canta: "O invincibile protettrice dei cristiani, inconcussa mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le voci di supplica di noi peccatori, ma affrettati pietosa, di venire  in aiuto di noi".

Alla  missione universale degli Apostoli di conversione dei popoli fanno riferimento le parole dell'inno messo in bocca a Maria  sul giaciglio di morte. "Dai confini della terra gli Apostoli (vi siete) radunati qui nella regione del Getsemani, seppellite il mio corpo. E tu Figlio mio e Dio mio, prendi il mio spirito". 
Il fedele di rito bizantino ha come illustrazione l'icona della dormizione (koimēsis) in cui si vedono gli apostoli attorno al letto dove distesa e serena sta la Theotòkos, mentre in alto Gesù Cristo tiene in braccio una bambina, che è Maria assunta in cielo.

Il credente è cosciente che un giorno la sua vita terrena avrà fine e si presenterà al giudizio del Figlio di Dio e chiede il soccorso di intercessione di Maria già presente nella gloria. Vi si intrecciano tre elementi: Maria sul letto di morte, assunta in cielo, essa che è la madre del Signore Gesù Cristo risorto ed è pure detta  protettrice dei cristiani.
L'innografo è estasiato, il credente è pensieroso e fiducioso mentre immagina la propria dormizione.

L'orgoglio di chi non ama gli spazi più ampi. Eppure facciamo parte della Repubblica Italiana

L'ANCI VALE FINO A LOCALITA' CASCIA ?
DOPO DECIDIAMO NOI ?

COSA DICE l'ANCI ?
Il principio contabile applicato della programmazione (Allegato 4/1 al D. Lgs. 118 del 2011) prevede che il Documento unico di programmazione (DUP) comprenda il programma triennale delle opere pubbliche nonché l’elenco annuale delle opere da realizzare.

Secondo le recenti modifiche adottate con il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero dell’Interno ed il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie del 18 maggio 2018, relativo al DUP semplificato per gli enti locali con meno di 5.000 abitanti, è stato peraltro esplicitamente chiarito che gli atti di programmazione, quale il programma triennale e l’elenco annuale dei lavori pubblici, possono essere inseriti direttamente nel DUP, senza necessità di ulteriori deliberazioni. 
Questa possibilità, a Contessa E., la nuova Amministrazione ieri sera l'ha esclusa. Nulla di grave, comunque.

L’adozione del programma delle opere pubbliche è disciplinato dal decreto del Ministero delle infrastrutture del 16 gennaio 2018, n. 14, che definisce, in base a quanto previsto dal Codice appalti, le procedure con cui le amministrazioni aggiudicatrici adottano i programmi pluriennali per i lavori e i servizi pubblici ed i relativi elenchi ed aggiornamenti annuali. In particolare:

  • è previsto che il programma triennale e l'elenco annuale siano pubblicati sul sito web del committente. Qui da noi, la nuova Amministrazione appena eletta ed insediatasi, ha pubblicato le delibere di Giunta del Dup e Bilancio per i pochi giorni ordinari che segue ogni delberazione. 

  • le amministrazioni possono consentire la presentazione di eventuali osservazioni entro trenta giorni dalla pubblicazione. Ad oggi, a Consiglio Comunale svoltosi ieri sera, ancora devono trascorrere i 30 giorni dalla pubblicazione delle delibere di Giunta.

  • l'approvazione definitiva del programma triennale, unitamente all'elenco annuale dei lavori, con gli eventuali aggiornamenti, avviene entro i successivi trenta giorni dalla scadenza delle consultazioni, ovvero, in assenza delle consultazioni, comunque entro sessanta giorni dalla pubblicazione sul profilo del committente, nel rispetto di quanto previsto dalle norme che disciplinano la programmazione economico-finanziaria degli enti;

  • è infine prevista la pubblicazione in formato open data presso i siti informatici di cui agli articoli 21, comma 7, e 29 del codice degli appalti.
Per assolvere alle predette procedure di adozione – disposte dal comma 5, dell’art. 5 del DM n. 14 del 2018 – è necessario che la programmazione dei lavori pubblici sia adottata dalla Giunta, inserendola nel DUP, salvo poi pubblicarla per 30 giorni per consentire la presentazione di eventuali osservazioni. 
La programmazione sarà quindi approvata in Consiglio entro i termini previsti dal regolamento di contabilità, ma non oltre 60 giorni dalla prima pubblicazione.

Nell’ipotesi i cui i Comuni intendano approvare in Consiglio il DUP 2019-2021 (NON 2018-2021, come ieri sera ci è stato offert di assistere) nella stessa seduta in cui si approva la salvaguardia degli equilibri e di assestamento, ovvero quest’anno entro il 31 luglio 2018, al fine di assicurare i tempi di pubblicazione previsti per il programma triennale e l’elenco annuale, occorre anticipare l’adozione del DUP non oltre il 30 giugno 2018. 
Nel caso in cui ciò non sia avvenuto, la deliberazione del DUP dovrà essere posticipata nelle more della pubblicazione del programma triennale e dell’elenco annuale.

In merito a quanto previsto dal Codice degli appalti (d.lgs. 50/2016), all’art. 21, comma 7, la pubblicazione del programma triennale delle opere pubbliche e dell’elenco annuale, con gli schemi tipo adottati dal sopra richiamato dm 14/2018, deve avvenire sul sito informatico dell’amministrazione aggiudicatrice (l’ente locale), sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture (Mit) e dell’Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.

Tuttavia, ad oggi il Ministero delle infrastrutture non ha ancora aggiornato, nell’applicativo web, le schede tipo per la pubblicazione sul proprio sito informatico. I Comuni, quindi, si trovano nella situazione di dover adottare gli schemi tipo vecchi, al fine di potere adempiere all’obbligo di pubblicazione, oppure adottare quelli nuovi senza poter procedere alla pubblicazione sul sito del Mit. Il mancato aggiornamento degli schemi-tipo, peraltro, obbliga gli enti a formulare gli schemi stessi ricavandoli da fogli elettronici, con un maggior rischio di errori materiali ed omissioni.
Va detto che se invece la Giunta si limita a presentare il DUP 2019-2021 al Consiglio, ad esempio, il 31 luglio 2018, come da art. 170 Tuel e da principio contabile 4/1 vigente (allegato al D.lgs. n. 118 del 2011 e smi), la necessaria deliberazione consiliare del DUP dovrebbe avvenire non prima del 31 agosto 2018, ma non oltre il 30 settembre, stante il tenore della disposizione ministeriale (Eppure ieri sera contestualmente sono andate in scena DUP E BILANCIO).
Si ritiene, tuttavia, che il termine massimo dei 60 giorni intercorrente tra l’adozione e l’approvazione del programma triennale delle opere pubbliche e dell’elenco annuale, previsto dal decreto ministeriale n.14/2018 non sia perentorio, alla stessa stregua della scadenza del 31 luglio per la presentazione del DUP al Consiglio, non essendo prevista alcuna sanzione in caso di ritardo, come peraltro confermato dalla FAQ n. 10 del 22 ottobre 2015 della commissione Arconet.
Resta inteso che con la nota di aggiornamento al DUP è possibile procedere all’eventuale aggiornamento della programmazione dei lavori pubblici.
Una ulteriore soluzione è inserire nel DUP l’elenco annuale e il programma triennale delle opere pubbliche senza doverlo obbligatoriamente pubblicare (indicando in delibera di Giunta che approva il DUP che la pubblicazione di tale strumento di programmazione avverrà dopo l’adozione della nota di aggiornamento del DUP così da tenere conto delle osservazioni del Consiglio Comunale e delle eventuali modifiche successive). L’adozione del programma triennale delle opere pubbliche, comprensivo dell’elenco annuale e la successiva pubblicazione degli stessi può avvenire in sede di aggiornamento del DUP entro il 15 novembre. In tal modo si garantisce l’adozione della programmazione triennale e dell’elenco annuale delle opere pubbliche in una fase temporale più prossima alla redazione del bilancio di previsione garantendo in ogni caso le forme di pubblicità e i tempi voluti dal più volte citato DM.

Il buon cittadino. Una occhiata su cosa avviene al Comune (33)

La Regione ha provveduto al riparto dei "trasferimenti" di parte corrente ai comuni dell'isola (in via provvisoria). 
Al nostro Comune che ieri sera in meno di due ore di seduta è riuscito nel record assoluto nell'isola di varare il DUP 2018-2020 e pure il Bilancio di Previsione 2018-2020, sono state assegnate le cifre  qui sotto riportate.

Incontro promosso da ANCI-Sicilia a Palermo degli Amministratori
Siciliani di età inferiore ai 35 anni 
Della seduta di ieri sera non ci è piaciuta la mancanza, in occasione della prima programmazione a cura dei nuovi amministratori, di una meta (sia pure di difficile realizzabilità) da perseguire nel quinquennio che ci sta innanzi. Tutto è stato affrontato in piena normalità ed in assenza di una prospettiva ambiziosa per la quale battersi.  

Per le prospettive, per le mete lontane, invece -riteniamo noi- bisogna battersi perché il declino galoppante di Contessa lo esige.
E poi (ci sia consentito un appunto) Programmazione e Bilancio non vanno dati per letti e studiati a casa e poi in Consiglio si vota. No. Questa materia va letta, discussa e sviscerata (oltre che a casa) in Consiglio davanti alla gente e va indicata in questa sede quale è il filo conduttore sotteso nei documenti e in ogni numero -davanti ai cittadini-.
La democrazia, dall'antica Grecia ad oggi, si mostra -anche se spesso è scarna e talvolta addirittura nuda in pubblico e a tutti mostra come e perchè si sta seguendo quel percorso e non un altro.   
Ieri sera nessuno su Dup e Bilancio ha spiegato dove si vuole andare a parare in una vicina o lontana prospettiva (di sviluppo) e con quali numeri e perchè. Tutto è stato dato per noto. Non un numero, a parte una contestazione del Sindaco uscente che in quel contesto di carenza di "presentazione documentale in simultanea" dei numeri nessuno ha potuto valutare sulla solidità.. 

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"Trasferimento" di parte corrente al Comune reso noto ieri dall'Anci 

PA 82033 Contessa Entellina.
Popolazione al 1° gennaio 2017 = 1.744 1 
Assegnazione dell'anno                 2015 €. 472.847,55 
Assegnazione dell'anno                  2016 €. 472.847,55 
Quota su assegnazione                   2016  €. 428.369,20
Assegnazione dell'anno                  2018 €. 470.665,64 
Quote complementari da garantire           € 161.114,96 
ASSEGNAZIONE 2018 
DOPO PEREQUAZIONE 
PER COPERTURA QUOTE 
COMPLEMENTARI                               - € 470.665,64

La frase dell'amico sempre insoddisfatto

Dove abitiamo ? 
Se intendiamo "dove abitiamo" in quanto contessioti, dobbiamo rispondere nell'Aula del Consiglio Comunale dove non ci intendiamo l'uno con l'altro. La gente va via, emigra da Contessa, le case post-terremoto disabitate già sono vecchie e necessitano di manutenzioni, ma in quell'Aula nessuno ha voglia di ascoltare l'altro.
Anna Fucarino ha provato a parlare di "bellezza" da individuare e da perseguire insieme. Ma l'attenzione piuttosto che sul futuro (bilancio e piani di previsione) era rivolta su antiche ripicche.

lunedì 30 luglio 2018

Il buon cittadino. Una occhiata su cosa avviene al Comune (32)

.Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020”, 
Piano operativo “Sport e periferie

È stata pubblicata sulla G.U. n. 168 del 21 luglio 2018 la Delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) datata 28 febbraio 2018 e relativa al “Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020”, Piano operativo “Sport e periferie”. Il Piano ha per oggetto un Programma nazionale di interventi finalizzati alla implementazione del patrimonio infrastrutturale sportivo italiano, con particolare riguardo alle aree svantaggiate e alle zone periferiche urbane.
Il Fondo “Sport e periferie”, inizialmente incardinato presso il Coni, è stato già finanziato con due tranche di importo pari a 100 milioni di Euro ciascuna. La consapevolezza del ritardo infrastrutturale e l’ottima riuscita del Progetto “Sport e periferie” hanno suggerito di puntare nuovamente su questo modello e con la “Legge di bilancio 2018”, tale Progetto è divenuto strutturale così che tali risorse saranno assegnate all’Ufficio per lo Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La dotazione complessiva del Piano ammonta ad Euro 250 milioni, di cui l’80% sarà destinate al Mezzogiorno ed il restante 20% al Centro-Nord. Le somme saranno assegnate secondo una precisa articolazione finanziaria. Negli anni dal 2019 al 2024, saranno erogati, ogni anno, Euro 10 milioni, mentre nel 2025 i rimanenti Euro 190 milioni.
Le risorse del “Fondo” sono destinate a finanziare interventi di:
a) ricognizione di impianti sportivi esistenti su tutto ilterritorio nazionale;
b) realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi finalizzati all’attività agonistica, localizzati nelle aree
svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane;
c) diffusione di attrezzature sportive nelle aree di cui alla lett. b), con l’obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti;
d) completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti da destinare all’attività agonistica nazionale e internazionale.
Atteso che la pratica sportiva rappresenta un efficacie veicolo di inclusione sociale e di abbattimento delle barriere tra i centri e le periferie, tra le aree sviluppate e quelle svantaggiate, è proprio in tale ottica che il Piano operativo dello Sport si propone di destinare al “Fondo Sport e periferie” le risorse del “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020” per un importo pari a Euro 250 milioni, da distribuire sulle 3 annualità 2018, 2019 e 2020, con 50 milioni di Euro per il primo anno ed Euro 100 milioni per ciascuno dei 2 anni successivi. Tale stanziamento si sommerebbe a quello dei 10 milioni di Euro all’anno effettuato con “Legge di bilancio”. Un impegno economico che consentirebbe quindi di ridurre in larga misura il ritardo infrastrutturale sportivo accumulato negli anni precedenti
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Vivere l'estate. A modo siciliano


La liturgia bizantina. Ciò che un laico coglie -2-

Teologia ed esperienza liturgica
Esplorare nei libri e magari negli archivi,  nella Storia dell'uomo, per conoscere il patrimonio liturgico della Chiesa bizantina è utile per chi non vuole vivere il Cristianesimo come un dato di formalità ripetitive di cui in tanti forse non conosciamo nè l'origine nè il senso e ancor meno i perchè.

Se e' vero che per chi e' cristiano tutto o gran parte del vivere ruota intorno  alla Liturgia -e questa asserzione può apparire ancora più vera per i cristiano-bizantini- è bene  provare a capire su cosa questa si fonda e come e perchè origina rispetto al Nuovo Testamento, che nella lettura se non nell'interpretazione unisce Cattolici, Ortodossi e Protestanti. 
Va premesso però che leggere, studiare, fare ricerche non conduce da solo a cogliere il contenuto ed messaggio della Liturgia millenaria bizantina. 



Nell'intraprendere il viaggio all'interno della Liturgia bizantina a chi scrive piace iniziare da una presentazione della ritualità della Chiesa Orientale scritta da padre Pavel Florenskij, un sacerdote russo fatto fucilare negli anni trenta del Novecento dai comunisti perchè irrimediabilmente fedele alla sua Chiesa.
Oltre che teologo, filosofo e letterato Florenskij era anche scienziato, fisico, matematico, ingegnere progettista e molto altro ancora e nei gulag degli stenti di Stalin non cessò mai di essere cristiano pur elaborando progetti e studi che il regime continuava ad esigere da lui che viveva in regime di internato nei gulag. A noi oggi restano le lettere da lui spedite alla moglie e ai figli ed i tanti libri finalmente diffusi privi di censura dopo il crollo del muro di Berlino e del comunismo.



Dice Florenskij a proposito della Liturgia bizantina, dominante ancora oggi nell'odierna Russia fra i cristiani di quel paese "Raccontano che attualmente in Occidente si impara a nuotare in palestra, sdraiati sul pavimento. Allo stesso modo imparano a diventare cattolici o protestanti attraverso i libri, senza contatti con la vita, nel proprio studio.
Per diventare cristiani orientali, invece, bisogna immergersi di colpo nell'elemento cristiano-orientale. Non c'è altro metodo".

Florenskij ha colto il tratto specifico della Chiesa d'Oriente (prevalentemente ortodossa ma con tante isole sparse nel mondo di cattolici-bizantini). Ha colto la specificità nel fatto che si può comprendere la ritualità bizantina solo grazie all'esperienza. Dice, nella sua opera più rilevante "La colonna e il fondamento della verità"  ^l'esperienza religiosa viva è l'unico metodo legittimo per conoscere i dogmi^.
E' probable che Florenskij accentui troppo l'elemento distintivo della ritualità bizantina rispetto alla religiosità romana e/o protestante, ma ha comunque individuato una caratterizzazione della Liturgia bizantina secondo cui nell'atteggiamento esistenziale essa impegna l'uomo intero. Chi in essa si immerge sviluppa una esperienza che non gli farà mai distinguere, o addirittura separare, la religione dalla vita.

Proveremo, nel tempo e più verosimilmente nel lungo tempo, a sviscerare (ci riusciremo ?) in cosa consista -da un punto di vista laico (sembra una contraddizione)- la "teologia dell'esperienza" che nella Chiesa bizantina permane in stretto rapporto con i "misteri" (battesimo ed eucarestia).
Grande supporto troviamo nelle intense omelie domenicali del nostro Papàs Nicola, il quale peraltro già da tempo ha intrapreso un commento in ambito parrocchiale alla Liturgia, con cadenza settimanale e con vasti riferimenti e chiarimenti patristici riportati nelle dispense regolarmente distribute.
Il corso è provvisoriamente sospeso durante la stagione estiva.

La frase dell'amico sempre insoddisfatto

Equivoci e fraintendimenti anche fra amici diventano fonte di ogni male. E' come se fosse entrato un virus, che guasta il programma sulla stima reciproca.

domenica 29 luglio 2018

Tempo di populisti. Non può essere il clima politico a cambiare il convivere civile europeo

Cosa sta captando in Italia, ed in Sicilia ?
Al di là dei "diritti umani" e dei "trattati internazionali"
che proteggono l'uomo in quanto uomo, viene da
chiedersi: come si fa a non cogliere che gli immigrati
sono una opportunità a fronte del calo delle
natalità che colpisce l'intero Occidente ?
In Sicilia mai era sorto un problema etnico-razziale. Qui sono passati tutti, proprio tutti i popoli: elimi, fenici, greci, romani, cartaginesi, bizantini, saraceni, normanni, svevi, angioini, aragonesi, arbëreshë, ed altri ancora e nessuno -oggi- si è sentito in diritto di vantare privilegi  di esclusiva. Eppure da qualche tempo, sarà il clima politico, sarà la crisi economica, saranno i media che enfatizzano discorsi strani di politici egoisti, sta accadendo di assistere a poveri che litigano con altri poveri su presunte priorità di permanenza in Sicilia, in Italia.   

Pure a Partinico
Lesioni personali aggravate dall'odio razziale: è il reato contestato all'operaio di 34 anni accusato di avere aggredito e insultato il ragazzo senegalese di 19 anni mentre stava lavorando in un bar a Partinico (Pa).


    L'uomo è stato denunciato dai carabinieri dopo che diversi testimoni hanno confermato che era tra coloro che colpiva il giovane straniero, che vive in una comunità. "Vattene nel tuo paese, sporco negro", gli hanno urlato come ha riferito la vittima ai militari.

Il buon cittadino. Una occhiata su cosa avviene al Comune (31)

CI VIENE CHIESTO:
IN MUNICIPIO SI DOVREBBE 
PARLARE DI DUP. 
COSA E' ?

Il Dup rappresenta la principale innovazione tra i documenti di programmazione introdotta dal D.Lgs. n. 118/2011 e costituisce il presupposto necessario di tutti gli altri documenti contabili. 
Tale centralità, però, finora è rimasta solo sulla carta per più ragioni. Dallo scorso anno (2017) però l'obbligo è scattato; ma a quanto sembra qui da noi -a Contessa- ciò non è accaduto e non ne conosciamo le ragioni.
La certezza giuridica è che la giunta deve adottare il documento e successivamente presentalo, ma non farlo approvare seduta stante, al consiglio "per le conseguenti deliberazioni". 
Tutto dovrebbe avvenire entro il termine ordinatorio del 31 luglio antecedente il triennio di riferimento. Ciò significa che nel luglio 2018 andrebbe presentato il DUP 2019-2021.


Così il Sole 24Ore
Il 31 luglio è in in scadenza un importante appuntamento con lo sguardo proiettato al futuro, è di carattere ordinatorio e consiste nella presentazione, secondo le modalità previste dal regolamento di contabilità, se esiste, all'organo consiliare, del Dup relativo al triennio 2019/2021. 
Il documento unico di programmazione 
Per il Dup invece quest'anno ci sono alcune novità per i Comuni sotto i 5000 abitanti .... ....
Sotto la spinta della legge di bilancio 2018, è stato recentemente approvato il Dm 18 maggio 2018 che ha modificato i contenuti del documento semplificato di cui al punto 8.4 del principio contabile n. 4/1 e ha previsto l'esordio per i micro comuni (con popolazione al di sotto dei 2000 abitanti) di un Dup super semplificato. Le novità intervenute nel perimetro dei piccoli Comuni non hanno però per nulla risolto invece le criticità già più volte sollevate dalle Associazioni dei Cmuni e dei Revisori con riferimento al «mancato collegamento del Dup con la programmazione di settore». 
Le modifiche intervenute con il Dm 18 maggio 2018 vanno a modificare il punto 8.4 del principio contabile e inseriscono il punto 8.4.1 per i micro Comuni circoscrivendo in maniera chiara il perimetro di applicazione della possibilità che «fatti salvi gli specifici termini previsti dalla normativa vigente, si considerano approvati, in quanto contenuti nel Dup, senza ulteriori deliberazioni» i documenti della programmazione di settore.

Resta quindi obbligatorio nei comuni di dimensione superiore la necessità di procedere, prima o dopo la presentazione del Dup, all'approvazione dei documenti di programmazione di settore anche per non incorrere nel richiamo della Corte dei conti così come indicato dalla sezione regionale di controllo per il Veneto nella deliberazione 202/2018/Prse.

QUALI I PASSAGGI ?
QUALI LE RIFLESSIONI ?

Gli uffici finanziari avrebbero dovuto predisporre il DUP 2018/2020 un anno fa.


--Con riferimento al procedimento di approvazione del DUP e della relativa nota di aggiornamento risulta: 

1) che il DUP è presentato dalla Giunta entro il 31 luglio dell'anno precedente al triennio di riferimento e quindi il triennio 2018-2020 si sarebbe dovuto trattare entro il 31 luglio 2017: “per le conseguenti deliberazioni”. 
Il Consiglio riceve, esamina, discute il DUP presentato e delibera di conseguenza. 
La deliberazione del Consiglio concernente il DUP può tradursi: 
• in una approvazione, nel caso in cui il documento di programmazione rappresenta gli indirizzi strategici e operativi del Consiglio; 
• in una richiesta di integrazioni e modifiche del documento stesso, che costituiscono atto di indirizzo politico del Consiglio nei confronti della Giunta, ai fini della predisposizione della successiva nota di aggiornamento. 
La deliberazione del DUP che qui da noi si sarebbe dovuta presentare a luglio 2017 costituisce una fase necessaria del ciclo della programmazione dell’ente; 
2) l’assenza di un termine per la deliberazione concernente il DUP, al fine di lasciare agli enti autonomia nell’esercizio della funzione di programmazione e di indirizzo politico, fermo restando che il Consiglio deve assumere “le conseguenti deliberazioni” non significa che al Consiglio il Dup non va presentato per un intero anno finanziario.
Esiste peraltro il termine del 15 novembre per l’aggiornamento (eventuale) del DUP e comporta la necessità, per il Consiglio di deliberare il DUP in tempi utili per la presentazione dell’eventuale nota di aggiornamento. 
La deliberazione consiliare concernente il DUP non è un adempimento facoltativo, anche se non è prevista alcuna sanzione. E' un atto obbligatorio di sana e buona amministrazione. 
3) considerato che la deliberazione del Consiglio concernente il DUP presentato a luglio antecedente il triennio di riferimento ha, o un contenuto di indirizzo programmatico, o costituisce una formale approvazione, pertanto è necessario il parere dell’organo di revisione sulla delibera di giunta a supporto della proposta di deliberazione del Consiglio, reso secondo le modalità previste dall'eventuale regolamento dell’ente; 
4)  la nota di aggiornamento al DUP (in Novembre), è eventuale, in quanto può non essere presentata se sono verificare entrambe le seguenti condizioni: 
• il DUP è già stato approvato in quanto rappresentativo degli indirizzi strategici e operativi del Consiglio; 
• non sono intervenuti eventi da rendere necessario l’aggiornamento del DUP già approvato; 
5) Se presentata, la nota di aggiornamento al DUP si configura come lo schema del DUP definitivo. 
6) Lo schema di nota di aggiornamento al DUP e lo schema di bilancio di previsione dell'anno successivo generalmente vengono presentati contestualmente entro il 15 novembre, unitamente alla relazione dell’organo di revisione, secondo le modalità previste dal regolamento dell’ente; 
7) la nota di aggiornamento, se presentata, è oggetto di approvazione da parte del Consiglio. 
In caso di presentazione contestuale, la nota di aggiornamento al DUP e il bilancio di previsione possono essere approvati nell’ordine indicato. 
8) La disciplina concernente la presentazione del DUP si applica anche agli enti in gestione commissariale. 
9) In caso di rinvio del termine di presentazione del DUP, la specifica disciplina concernente i documenti di programmazione integrati nel DUP deve essere rispettata.

L'uomo e la Storia

Quando ancora non tutti
gli esseri umani
erano cittadini
A nostri giorni ci stupiamo di tanti, molti fatti: 
-la corruzione dei politici, che starebbero già bene in casa loro per le tante bende, pre-bende e vitalizi che riscuotono;
Nelle elezioni amministrative di fine ottocento e di primo
decennio del Novecento a Contessa gli elettori
erano ancora poco più di cento, soli uomini.

Il seggio elettorale veniva situato nella Chiesa delle Anime Sante.
Fra quei poco più di cento elettori la maggior parte vivevano a
Palermo: erano proprietari terrieri del territorio di Contessa;
occorreva infatti possedere un prescritto livello di "censo".

Alcune famiglie locali votavano per le elezioni
amministrative sia a Contessa che a Bisacquino, perché
proprietarie di campagne agricole in entrambi i territori.


Sarà la politica giolittiana, di cui tratteremo iin
seguito, e l'incalzare dei socialisti che porterà
al voto universale (per soli uomini, in quel primo
Novecento)
-per le leggi ad personam che i tanti Consigli Regionali della penisola elaborano e votano;
e molto altro ancora.
In quei primi anni del Novecento, su cui da più puntate ci soffermiamo, nel nostro Bel Paese ne succedevano di tutti i colori, proprio come oggi ne assistiamo di tutti i colori e di tutte le specie. Perché quindi ci stupiamo per ciò che accade ai nostri giorni attorno a noi ?

Per dirne una: Gabriele D'Annunzio, poeta si, letterato si, ma pure uomo della vita pubblica italiana e uomo politico si vide costretto ad andare esule in Francia perché inseguito dai debiti che aveva contratto e mai onorato.

Avremo modo di capire come procedeva l'Italia giolittiana
e di come si andavano organizzando all'opposizione le forze
del lavoro (camere del lavoro, sezioni, leghe ...).
Leader riconosciuto dell'opposizione parlamentare
dell'era Giolitti sarà il socialista
Filippo Turati.
In quel primo Novecento non erano pochi gli uomini le cui foto, interviste e apparizione erano frequenti sui giornali che già cominciavano ad usare droghe e a gustare, come essi dicevano: "la dolcezza della morfina". 

Erano tempi in cui chi poteva, e nelle nostre zone interne dell'isola potevano solamente i latifondisti di Vaccarizzo, si faceva fotografare con  guanti, bastone e cilindro ben lucido.
Erano pure tempi, per chi da secoli aveva sempre potuto, di nostalgia. Il conte Greppi che fu senatore del Regno fino a poco prima del Fascismo rivolto alla contessa Rospigliosi, imparentata con gli ultimi discendenti dei Colonna, i signori di ^Chiusa-Contessa-Burgio etc.^, ebbe a dirle -secondo quanto leggiamo da un testo di Enzo Biagi-: "Smettetela di lagnarvi perché i vostri valletti sono sgarbati. Quando non esisteranno più domestici, non ci sarà più una società possibile. Durante la mia giovinezza, a Roma, un cardinale aveva diritto a cento lacché, e Paolina Bonaparte ne comandava tre volte tanti. Ho incontrato Nietzsche, in Svizzera, e mi ha detto: 'Il XX secolo sarà essenzialmente il secolo della guerra' ed allora che ne sarà di voi ?".

Hanno detto ... ...

Cosa vuole il
nuovo governo ? 


LUCIANO FONTANA, direttore del Corriere della Sera
Prima erano la burocrazia e la corruzione a costituire i principali ostacoli, ora c’è un’ideologia di governo improntata al sospetto. Che rimette continuamente in discussione gli impegni presi e i contratti firmati. Nel caso della Tav crea anche le condizioni per forti penali e per la revoca dei finanziamenti europei nei prossimi anni.

MARCO GIRARDO, giornalista
LA TAV.
Il caso dei treni ad alta velocità è ... fra i più emblematici. Anni di confronto con il territorio, talora divampato in autentico scontro, hanno consentito di avviare nel 2011 – in Francia nel 2002 – i cantieri per la nuova Torino-Lione, snodo fondamentale di una rete ferroviaria di 5mila chilometri per il trasporto delle merci che in Italia viaggiano oggi "pesantemente", anche in termini di costi ambientali, su gomma. 
Il tratto internazionale vale 8,6 miliardi, finanziati al 40% dall’Unione Europea, ed entro il 2019 è prevista l’assegnazione di altri 43 bandi di gara, parte italiana, per un totale di 5,5 miliardi. Interessano 20mila imprese e 8mila lavoratori. In caso di stop la sola "penale" sfiorerebbe i 2 miliardi.
La rinuncia dell’Italia alla Tap, invece, potrebbe costare molto di più. Dai 15 miliardi stimati dal governo, una manovra di bilancio leggera, ai 40 valutati dall’ente energetico azero. Il gasdotto per l’afflusso del gas naturale proveniente dal Mar Caspio ridurrebbe infatti i costi di approvvigionamento e aumenterebbe la capacità energetica italiana con il relativo gettito fiscale.
GELARDO PELOSI, giornalista
LA TAP.
Era l’agosto del 2013, il futuro che si preparava per il Trans Adriatic Pipeline era ben diverso: il presidente greco Samaras convinse Enrico Letta a volare a Baku, a ridosso di Ferragosto, per firmare un accordo che sanciva formalmente la rotta del Sud per il gas azero (quindi Grecia, Albania, Italia) rispetto a quella Nord di Ungheria ed Austria. 
«Sono qui - disse all'epoca Letta - proprio per porre le basi del nuovo gasdotto Tap che consentirà una diversificazione delle fonti energetiche e un risparmio per le bollette delle famiglie e delle imprese che pagano oggi i costi di energia più cari in Europa. Tra sette o dieci anni - aggiunse Letta - quando queste decisioni cominceranno a produrre i primi effetti positivi io non sarò più premier ma il mio compito è di lavorare oggi per quell'obiettivo a lungo termine». La storia ha preso poi una piega ben diversa almeno in Italia con raffiche di denunce, la procura di Lecce che ha sequestrato un cantiere e pende un esposto per la presunta violazione delle direttiva Seveso ma ad ottobre dovrebbero ricominciare i lavori nel tratto di Melendugno. La complessità e delicatezza della vicenda non è sfuggita al ministro degli Esteri, Enzo Moavero che si è affrettato ad assicurare che l'Italia «rispetterà gli impegni presi» aggiungendo però: «valuteremo con attenzione anche gli aspetti ambientali».
Preoccupazioni quelle del Governo di Baku che non ha certo contribuito a ridurre l'ultima lite tra il ministro per il Sud Barbara Lezzi e il governatore della Puglia Emiliano. La stessa Lezzi ha spiegato: «stiamo lavorando per bloccare l'opera; abbiamo sempre sostenuto che Tap non è un'opera strategica per il nostro Paese. Quello che ho detto in questo mese e mezzo che siamo al governo, è che quest'opera è vincolata da un trattato internazionale. È una questione complessa da affrontare, non è un post su Facebook». E il ministro dello Sviluppo economico, Luigi di Maio ha chiarito:« l'abbiamo sempre detto, si devono ascoltare le comunità se queste opere scontano la contrarietà dei comuni, dei sindaci, e dei comitati, è per una semplice ragione: è perchè sono state calate dall'alto».

La frase dell'amico sempre insoddisfatto

C'è stupore in giro. Alcuni dicono: “non facciamo classifiche, per noi pari sono”. 
Per non correre il rischio di apparire schematici diciamo che  il bau bau di poche settimane fa era una trappola propagandistica.

sabato 28 luglio 2018

Il buon cittadino. Una occhiata su cosa avviene al Comune (30)

TRATTAZIONE DEL DUP

Fra qualche giorno (30 luglio 2018) il Consiglio Comunale di Contessa, in una seduta unica, prenderà in considerazione il DUP 2018-2020 e in immediata successione  il Bilancio di Previsione 2018-2020
Altrove  entro il 31 luglio p.v. sarà varato il DUP spostato di un anno: 2019-2021. 
Da noi siamo in ritardo di un anno e di per se suona strano trattare nella medesima seduta DUP e Bilancio.

Mahh.

Nota orientamento Dup e programma triennale dei lavori pubblici

25 Luglio 2018

Testo diffuso dall'Anci

Il principio contabile applicato della programmazione (Allegato 4/1 al D. Lgs. 118 del 2011) prevede che il Documento unico di programmazione (DUP) comprenda il programma triennale delle opere pubbliche nonché l’elenco annuale delle opere da realizzare.
Secondo le recenti modifiche adottate con il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero dell’Interno ed il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie del 18 maggio 2018, relativo al DUP semplificato per gli enti locali con meno di 5.000 abitanti, è stato peraltro esplicitamente chiarito che gli atti di programmazione, quale il programma triennale e l’elenco annuale dei lavori pubblici, possono essere inseriti direttamente nel DUP, senza necessità di ulteriori deliberazioni.

L’adozione del programma delle opere pubbliche è disciplinato dal decreto del Ministero delle infrastrutture del 16 gennaio 2018, n. 14, che definisce, in base a quanto previsto dal Codice appalti, le procedure con cui le amministrazioni aggiudicatrici adottano i programmi pluriennali per i lavori e i servizi pubblici ed i relativi elenchi ed aggiornamenti annuali. In particolare:
- è previsto che il programma triennale e l'elenco annuale siano pubblicati sul sito web del committente;
- le amministrazioni possono consentire la presentazione di eventuali osservazioni entro trenta giorni dalla pubblicazione;
- l'approvazione definitiva del programma triennale, unitamente all'elenco annuale dei lavori, con gli eventuali aggiornamenti, avviene entro i successivi trenta giorni dalla scadenza delle consultazioni, ovvero, in assenza delle consultazioni, comunque entro sessanta giorni dalla - - -pubblicazione sul profilo del committente, nel rispetto di quanto previsto dalle norme che disciplinano la programmazione economico-finanziaria degli enti;
- è infine prevista la pubblicazione in formato open data presso i siti informatici di cui agli articoli 21, comma 7, e 29 del codice degli appalti.

Per assolvere alle predette procedure di adozione – disposte dal comma 5, dell’art. 5 del DM n. 14 del 2018 – è necessario che la programmazione dei lavori pubblici sia adottata dalla Giunta, inserendola nel DUP, salvo poi pubblicarla per 30 giorni per consentire la presentazione di eventuali osservazioni. La programmazione sarà quindi approvata in Consiglio entro i termini previsti dal regolamento di contabilità, ma non oltre 60 giorni dalla prima pubblicazione.
Nell’ipotesi i cui i Comuni intendano approvare in Consiglio il DUP 2019-2021 nella stessa seduta in cui si approva la salvaguardia degli equilibri e di assestamento, ovvero quest’anno entro il 31 luglio 2018, al fine di assicurare i tempi di pubblicazione previsti per il programma triennale e l’elenco annuale, occorre anticipare l’adozione del DUP non oltre il 30 giugno 2018. Nel caso in cui ciò non sia avvenuto, la deliberazione del DUP dovrà essere posticipata nelle more della pubblicazione del programma triennale e dell’elenco annuale.
In merito a quanto previsto dal Codice degli appalti (d.lgs. 50/2016), all’art. 21, comma 7, la pubblicazione del programma triennale delle opere pubbliche e dell’elenco annuale, con gli schemi tipo adottati dal sopra richiamato dm 14/2018, deve avvenire sul sito informatico dell’amministrazione aggiudicatrice (l’ente locale), sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture (Mit) e dell’Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.

Tuttavia, ad oggi il Ministero delle infrastrutture non ha ancora aggiornato, nell’applicativo web, le schede tipo per la pubblicazione sul proprio sito informatico. I Comuni, quindi, si trovano nella situazione di dover adottare gli schemi tipo vecchi, al fine di potere adempiere all’obbligo di pubblicazione, oppure adottare quelli nuovi senza poter procedere alla pubblicazione sul sito del Mit. Il mancato aggiornamento degli schemi-tipo, peraltro, obbliga gli enti a formulare gli schemi stessi ricavandoli da fogli elettronici, con un maggior rischio di errori materiali ed omissioni.

Va detto che se invece la Giunta si limita a presentare il DUP 2019-2021 al Consiglio, ad esempio, il 31 luglio 2018, come da art. 170 Tuel e da principio contabile 4/1 vigente (allegato al D.lgs. n. 118 del 2011 e smi), la necessaria deliberazione consiliare del DUP dovrebbe avvenire non prima del 31 agosto 2018, ma non oltre il 30 settembre, stante il tenore della disposizione ministeriale.
Si ritiene, tuttavia, che il termine massimo dei 60 giorni intercorrente tra l’adozione e l’approvazione del programma triennale delle opere pubbliche e dell’elenco annuale, previsto dal decreto ministeriale n.14/2018 non sia perentorio, alla stessa stregua della scadenza del 31 luglio per la presentazione del DUP al Consiglio, non essendo prevista alcuna sanzione in caso di ritardo, come peraltro confermato dalla FAQ n. 10 del 22 ottobre 2015 della commissione Arconet.
Resta inteso che con la nota di aggiornamento al DUP è possibile procedere all’eventuale aggiornamento della programmazione dei lavori pubblici.

Una ulteriore soluzione è inserire nel DUP l’elenco annuale e il programma triennale delle opere pubbliche senza doverlo obbligatoriamente pubblicare (indicando in delibera di Giunta che approva il DUP che la pubblicazione di tale strumento di programmazione avverrà dopo l’adozione della nota di aggiornamento del DUP così da tenere conto delle osservazioni del Consiglio Comunale e delle eventuali modifiche successive). L’adozione del programma triennale delle opere pubbliche, comprensivo dell’elenco annuale e la successiva pubblicazione degli stessi può avvenire in sede di aggiornamento del DUP entro il 15 novembre. In tal modo si garantisce l’adozione della programmazione triennale e dell’elenco annuale delle opere pubbliche in una fase temporale più prossima alla redazione del bilancio di previsione garantendo in ogni caso le forme di pubblicità e i tempi voluti dal più volte citato DM.
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QUALCHE TAVOLA DEL DUP
(non 2019-2021 come ci saremmo attesi e come sta avvenendo in altri comuni, ma 2018-2019).



























Contessa Entellina. Una "Radio Libera" ha memorizzato frammenti della "ricostruzione post-terremoto"


IL FENOMENO DELLE RADIO LIBERE 

Il 28 Luglio 1976 è un giorno epocale per la radiofonia e l’informazione libera nel nostro Paese, l'Italia -ed in una piccola frazione pure per Contessa Entellina-.
In quel giorno, la sentenza 202 della corte costituzionale dichiarò l’illegittimità delle precedenti norme che impedivano la nascita di radio private lungo lo stivale. Dopo quella data pure a Contessa Entellina operò per qualche tempo una radio privata.  

In quel 28 luglio saltò quindi la regolamentazione predisposta dalla legge 103/1975, che garantiva il monopolio statale sulle trasmissioni radiofoniche unicamente ed esclusivamente in favore della Rai, l'ente di Stato.
L’articolo 1 dichiarava che “La diffusione circolare di programmi radiofonici via etere o, su scala nazionale, via filo e di programmi televisivi via etere, o, su scala nazionale, via cavo e con qualsiasi altro mezzo costituisce, ai sensi dell’articolo 43 della Costituzione, un servizio pubblico essenziale ed a carattere di preminente interesse generale, in quanto volta ad ampliare la partecipazione dei cittadini e concorrere allo sviluppo sociale e culturale del Paese in conformità ai principi sanciti dalla Costituzione. Il servizio è pertanto riservato allo Stato”.

Come mai la Corte Costituzionale fece saltare quel monopolio ? Certamente perché il paese (l'Italia) stava crescendo e occorrevano nuovi spazi di democrazia e poi perché con l'informazione andavano intrecciandosi interessi economici, che nel tempo portarono al sorgere -per esempio- degli impianti Mediaset e non solo.
  
Il monopolio aveva riguardato sostanzialmente le trasmissioni circolari: un’antenna emittente e tanti indefiniti destinatari. Quindi, in linea teorica, chi colloquiava via radio con dei destinatari prefissati non violava questi principi. Per questa via nessuno poteva essere perseguito visto che non necessariamente rappresentava un’aperta violazione della legge.
Già nel 1974, la Corte Costituzionale aveva permesso la trasmissione in locale via cavo, iniziando una discreta libertà delle trasmissioni a corto raggio cablate. 

A Contessa la radio che copriva il centro urbano fu installata in quegli anni in via Files e ad orari prefissati trasmetteva notizie, commenti, corsi di lingua albanese e non mancava il taglio politico, declinato in area democratico-socialista. Buona parte degli orari erano coperti pure da dischi di canzoni in auge in quegli anni che i sempre presenti volontari inserivano negli impianti di trasmiissione. 
Era quello -a Contessa- il periodo della sindacatura Di Martino impegnata nella ricostruzione post-terremoto e la radio seguiva da vicino tutte le fasi amministrative delle sedute plurisettimanali della Commissione art. 5, dei lavori consiliari e delle assemblee mensili che il sindaco Di Martino intratteneva regolarmente con la gente.

Esistono certamente conservati i carteggi amministrativi e le registrazioni dei programmi che si aveva cura di accuratamente effettuare giornalmente. Eseguendo accurate ricerche si potrebbero forse riascoltare temi, vicende e letture interpretative di quegli anni che fluivano fra entusiasmi, impegni, scontri fortunatamente solo politici fra le different strutture partitiche e ambizioni volte a non far tardare il processo di ricostruzione che -però- non era solo di "ri-costruzione" della precedente realtà socio-contadina ma di un contesto nuovo a cui -ad un certo punto del processo- venne a mancare la nuova e diversa struttura occupazionale dell gente e, ragione per cui, sin dagli inizi degli anni '90 del secolo scorso ricominciò via via sempre più rigoglioso il flusso migratorio in tutta la Valle.

Da quel luglio di 42 anni anni la strada percorsa dall’informazione in Italia e in ambito locale è stata lunga. La problematicità legata alle “radio libere” è ormai preistoria.

Di chi ricordiamo l'impegno a tenere in vita quella Radio "Radio Entella Arbëreshë" ? 
Certamente dell'assessore comunale Giuseppina Cuccia, di Tomasina Guarino, di Teodoro Schirò, Franco Bellini e di tanti altri che sfuggono alla memoria ma di cui potremmo, di tutti, ricordarci se solo rispuntassero documenti amministrativi, fotografie, testi scritti e registrati che furono in quel periodo accuratamente conservati.
Dove ?