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giovedì 28 giugno 2018

Il ricordo. Memorie sugli anni cinquanta del Novecento

Negli anni cinquanta del Novecento, tra i docenti più bravi e umanamente affabili che hanno insegnato presso la scuola elementare di Contessa Entellina va sicuramente annoverato il compianto maestro Gioacchino Guzzardo.
E' facile ricordarlo con affetto, perché è stato per i tanti compagni di classe di allora di grande insegnamento.
E’ stato il mio maestro di 3^ e 4^ elementare negli anni scolastici 1956/57 – 1957/58. 
Il maestro Guzzardo mi conosceva bene, perché era intimo amico di mio zio Frank ed entrambi aderivano -allora- ad un circolo politico-amministrativo che stava in piazza, sopra i locali dell'allora Bar Schirò, dove esisteva la terrazza che dominava appunto la piazza Umberto..
La sua abitazione, era nei pressi della Chiesa della Favara. 
Il maestro Guzzardo era bravo ad insegnare ed era pure aperto nel dialogare con chiunque, compresi noi ragazzini. Da maestro continuò a studiare, si iscrisse all'Università e conseguita la laurea e vinto il concorso divenne in seguito dipendente del Ministero della Giustizia e quindi dirigente nel Tribunale d Sciacca.  
Ricordo che non è che mi piaceva tanto andare a scuola, però in quegli anni di 3^ e 4^ elementare, spronato dal mio maestro di scuola Guzzardo, mi impegnai più che gli anni precedenti quando altri maestri (non dico chi) per ogni errore segnato in rosso e/o blu sul quaderno dei compiti facevano stendere le mani con le palme rivolte in alto e davano una  violenta bacchettata.
Ricordo ancora che nelle classi 3° e 4° di allora eravamo in 40  compagni e molti di essi , grazie ai metodi e al taglio umano di insegnamento ricevuto, hanno raggiunto in seguito successi nelle professioni più varie.
Lo ricorderò sempre con affetto il mio maestro di scuola elementare Gioacchino Guzzardo, non solo per le sue capacità di bravo insegnante ed educatore, ma anche perché dotato di grandi doti umane che negli anni precedenti di scuola non avevo rilevato in altri insegnanti .
Tutti gli insegnanti in quegli anni cinquanta del Novecento tenevano sulla scrivania “a bacchetta”, una riga di legno e quando si incavolavano e perdevano la pazienza, perché gli scolari facevano troppo baccano e/o non portavano i compiti assegnati per casa  la battevano forte e più volte sulla scrivania per fare zittire e qualche volta la lanciavano anche all’indirizzo dei turbolenti. Mai questi sistemi furono usati dal maestro Guzzardo.
Quando non studiavamo o facevano chiasso in classe le bacchettate  sulle mani mai furono usate da lui, contrariamente a quanto accadeva in tutto l'edificio scolastico di Contessa e in tutte le scuole di tutta Italia dove invece erano una prassi di quasi tutti gli insegnanti uomini e/o donne che fossero. Egli ha goduto della stima di noi ragazzi anche perchè con lui non servivano quegli strumenti in auge sin dal precedente sistema ed ordinamento fascista della scuola italiana.
Ho appreso che è deceduto in questi giorni ed ho provato grande dispiacere.

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