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venerdì 22 giugno 2018

Finanziamenti Europei. Ruolo degli Enti Locali nella politica di sviluppo socio-economico -2-

Proviamo a conoscere
l'Unione Europea
I fondi di coesione europei per il periodo 2021-2027 in favore dell'Italia cresceranno del 6%. La riforma dei fondi strutturali europei porterà nelle casse dell’Italia 2,4 miliardi di euro in più rispetto al 2014-2020. L’aumento della dotazione italiana avverrà nonostante i tagli alla politica di coesione. Oltre ad incidere il Pil di ciascun Paese dell'U.E., infatti, conterà di più come fattore la disoccupazione giovanile. La fetta italiana di Fondo Ue per lo sviluppo regionale salirà così da 36,2 mld (2014-2020) a 38,6 (2021-2027).
Se non conosciamo i meccanismi
non utilizzeremo mai -con pienezza
di possibilità- le consistenti diisponiibilità
finanziarie.

Se non conosciamo i meccanismi finanziari
dell'Unione Europea non abbiamo titolo di
criticare in piazza i vari Cuffaro, Lombardo
e Crocetta che non sapendo che pesci pigliare
hanno rimandato abbondanti risorse al
mittente di Bruxelles.  
Gli Stati membri dovranno presentare regolarmente alla Commissione i loro progressi nell’implementazione delle prescritte raccomandazioni.
L’Italia continuerà quindi a rimanere il secondo beneficiario della politica di coesione europea dopo la Polonia.
Vediamo adesso quanto riceveranno dall'U.E. altri paesi impegnati a conseguire risultati di natura socio-economica:.
Grecia (da 17,8 a 19,2 mld), 
Romania (da 25,2 a 27,2 mld) 
Bulgaria (da 8,3 a 8,9 mld) 
Finlandia (da 1,5 a 1,6 mld) 
Spagna (da 32,4 a 34 mld) 
Cipro incrementerà i propri benefici del 2% mentre restano invariate le risorse da attribuire a Danimarca, Svezia, Belgio, Paesi Bassi, Austria e Lussemburgo. 
Le sforbiciate più pesanti sono per Ungheria (da 23,6 a 17,9 mld), Lettonia (da 7,4 a 5,6 mld), Estonia (da 3,8 a 2,9 mld), Repubblica Ceca (da 23,5 a 17,8 mld) e Malta (da 0,8 a 0,6 mld),  -23% della Polonia (da 83,9 a 64,4 mld),  -22% della Slovacchia (da 15,1 a 11,8 mld)  -21% della Germania (da 19,8 a 15,7 mld). 

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Un Municipio che miri in alto

Il cuore dell'obiettivo che si proponiamo in questa rubrica è contrastare il populismo-sovranista sul piano politico invogliando a conoscere i valori e l'orizzonte eurpeista  e nel contempo di invogliare a conoscere come e cosa fare per attingere alle risorse dello "sviluppo" di provenienza europea.

Proveremo -gradualmente- a conoscere il quadro normativo, strategico e pianificatorio degli interventi, attivabili nell’ambito dei programmi operativi dell’Accordo di Partenariato dell’Italia 2014-2020

Approfondiremo, soprattutto,  il contributo che il Fondo europeo per lo Sviluppo rurale (FEASR) può offrire, non solo per lo sviluppo del settore agricolo, ma per l’insieme degli interventi di ‘contesto’ che, attraverso i consistenti fondi allocati in investimenti integrati territoriali, sarà possibile realizzare per migliorare complessivamente la qualità della vita nelle aree interne e rurali del nostro Paese, l'Italia.

Scandaglieremo -principalmente- i dossiers sul ruolo che i Comuni italiani possono svolgere nell’ambito delle politiche di Sviluppo rurale promosse dai programmi regionali (PSR) attuativi del fondo dedicato FEARS, con un’attenzione specifica all’impatto delle misure di cui gli enti locali sono direttamente beneficiari oppure facciano parte delle diverse compagini partenariali che determinano le scelte di investimento territoriale.

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