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venerdì 4 maggio 2018

L'uomo e la Storia

In questa rubrica vogliamo trattare di Storia, ma ci interessa pure capire, conoscere, attraverso lo scorrere del Novecento (e poi dei due decenni successvi) l'uomo, quell'essere umano che nella Storia vive e che in gran parte la Storia la scrive.
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L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE

L'ottimismo caratterizza i primi anni del Novecento e L'Esposizione Universale, a Parigi, ha il fine di esaltare finalmente le straordinarie conquiste dell'uomo. Un giornale dell'epoca scrive e ne conserva la memoria Enzo Biagi in una sua opera: 
"Le forze della natura furono disciplinate,
Il vapore e l'elettricità diventarono servi docili,
La macchina divenne regina del mondo,
L'organismo d frro e di acciaio ha scacciato il lavoratore  di carne e di ossa facendolo suo ausiliare,
La scienza mltiplica i suoi servigi e trionfa dell'ignoranza e dlla miseria".

Certo, all'Esposizione, visitandola la sensazione era quella trattegiata dai giornali progressisti e dal mondo culturale che quei traguardi indicava al mondo, ma -allora- la stragrande maggioranza dela gente non conosceva ancora cosa fosse una lampadina. 

Il Comune di Contessa Entellina, come tutti i paesi e città in Italia, affidava in appalto ad un soggetto privato l'incarico di illuminare le notti nelle principali strade del paese versando prima dell'imbrunire l'olio nelle lanterne fisse. Le abitazioni erano illuminate invece da candele, lucerne, fiaccole, lampade a gas e/o a petrolio.
Sempre a Contessa Entellina, a non lontana distanza dall'abitato, regnava la malaria e in molte altre realtà dell'isola dominava la pellagra.   

PARIGI CAPITALE DELLA CULTURA

Era il 31 marzo 1889 quando Gustav Eiffel piantò il tricolore, quello francese, quello della Rivoluzione, in cima alla Torre per celebrare il I° centnario del trio «libertàuguaglianza fraternità». Si trattava di una sorta di piramide di ferro alta 300 metri e 51 centimetri.
La gente accorse e salì su quella struttura che consentiva di allargare la visione sulla città e sul territorio, di avere una visione diversa della realtà entro cui si viveva; il ricavato dei biglietti venduti coprì quasi per intero il costo di realizzazione. La Torre ospitò da subito una stazione radiotelegrafica e poi, nel secondo dopo guerra la prima stazione trasmittente televisiva francese.

In Francia avviene ancora qualcosa di nuovo: la speranza di vivere meglio non proviene più dai letterati, dai filosofi e dai predicatori. Molte speranze cominciano a nascere nei laboratori, grazie alla Scinza.
Roentgen, Pierre e Marie Curie, Bequerel e Tutherford scoprono la radioattività., Pasteur il pennicillum glaucum, Mecnikoff la fagocitosi e Charcor getta le basi della neuropatlogia. 

Da quell'inizio del Novecento l'Europa comincia a vivere una bella stagione che i francesi chiamano "belle époque" e Parigi, nella fantasia di molti europei,  vuole dire gioia di vivere in connessine alla grande apertura e rivoluzione dei costumi che lì avviene. 

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