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domenica 25 marzo 2018

Hanno detto ... ...

SIMONA BONAFE'politica , eurodeputata per il Partito Democratico
L’unico cambiamento che vedo in questa cosiddetta “nuova” Terza Repubblica è lo sdoganamento di Berlusconi da parte del m5s

GIULIO MARCON, attivista sociale
Alle elezioni del 4 marzo il 60% degli operai ha votato per la Lega e i Cinque Stelle, così come le zone del paese -tra tutte il Sud- che vivono condizioni di povertà, esclusione e disagio sociale. Il 90% di chi ha lasciato il Pd, si è rivolto ai Cinque Stelle e non a Liberi e Uguali. Le elezioni del 4 marzo ci consegnano una maggioranza: anti-establishment.
Un paese, assediato dalla povertà e dalla paura -come ricorda Mario Pianta- ha scelto il cambiamento, che non è stato rappresentato dalla sinistra ma dalla Lega populista e da una nebulosa ambigua come i Cinque Stelle che mescolano messaggi di destra e di sinistra, di radicale innovazione e di rincorsa rancorosa dell'Italietta strapaese, di partecipazione dal basso e manipolazione dall'alto.
Il Mezzogiorno è da anni abbandonato a sé stesso e si è vendicato. Idem i giovani, e così gli operai. In un paese dove non ci sono più corpi intermedi capaci di avere antenne nella società e produrre consenso elettorale (e sociale) significativo -mentre i partiti sono comitati elettorali senza radici (partiti senza società direbbe Diamanti)- tutto diventa complicato.
Alla intermediazione politica e sociale delle forze organizzate -come ha ricordato Nadia Urbinati- si sostituisce la non meno manipolatoria relazione diretta (simulacro della partecipazione) prodotta dal web e dai social e dalle incursioni televisive: la democrazia del gradimento e dei like. Il confronto alle elezioni è stato proprio tra sistema e l'alto (dove si annidano caste e privilegi) e l'antisistema e il basso (dove c'è chi soffre e non ce la fa più).
Ha perso il Pd. E la sinistra. LeU è stata considerata parte del "sistema" (e delle élite) e non solo perché ne facevano parte coloro che negli anni precedenti quel sistema avevano alimentato (nel Pd) con l'adesione alle note politiche sbagliate (Jobs Act, la Buona Scuola, F35, etc), ma perchè oltretutto, anche in campagna elettorale, invece di scegliere la radicale innovazione in molti si sono lambiccati con il "governo del presidente", la ricostruzione del "vero" centro sinistra, il "riprendiamoci il Pd" e un programma economico che ribadiva i dogmi europei dei vincoli di bilancio. Il risultato di LeU è stato disastroso.
GIORGIO NAPOLITANO, già Presidente della Repubblica
'La contestazione è scaturita da forti motivi sociali: disuguaglianze, ingiustizie, impoverimenti e arretramenti nella condizione di vasti ceti, comprendenti famiglie del popolo e della classe media.'

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