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giovedì 1 febbraio 2018

Hanno detto ... ...

ROMANO PRODI, già premier
 “Le liste che sono alleate con il Pd per il centrosinistra oggi sono piccole, ma possono diventare grandi”.

EMANUELE MACALUSO, già parlamentare
 La formazione delle liste è stata fatta con una selezione e una epurazione tale per cui i gruppi parlamentari saranno in netta e straripante maggioranza squadre di servizio dei capi. Questo è stato possibile grazie alla legge elettorale che ha sottratto agli elettori il diritto di scegliere col voto la stragrande maggioranza dei parlamentari. Infatti non solo i capilista nei cento collegi plurinominali sono non eletti ma nominati, ma anche nei collegi uninominali non si è tenuto in nessun conto il rapporto del candidato con il territorio. Chi vota PD o FI o M5S o altri nel suo collegio non ha avuto e non avrà diritto di parola. Di fronte al candidato “paracadutato”, o voti il fedele al capo o ti astieni, non hai scelta. Voglio dire che il partito personale inaugurato da Berlusconi nel 1994 ha contagiato tutti gli altri e oggi si presenta persino con un’ulteriore accentuazione. Il personalismo si manifesta anche localmente in scambi tra candidati in partiti diversi: “tu votami e fammi votare nel maggioritario e io ti voto e ti faccio votare nel proporzionale”, e viceversa. È solo la sistemazione personale che conta, è la persona che deve prevalere. Programmi, valori, storia: è tutto azzerato.

LUCA TELESE, giornalista
17 candidati del centrodestra esclusi dalla competizione (per ora) per una carta che sta in un fascicolo, ma non in un altro: se questa disposizione viene confermata cambia il verdetto delle elezioni.

FERRUCCIO DE BORTOLI, già direttore de Il Corriere della Sera

Sono diversi gli europarlamentari che si candidano alle elezioni del 4 marzo, a dimostrazione che Strasburgo è un ripiego. Poi non lamentiamoci se contiamo poco in Europa.


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