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mercoledì 28 febbraio 2018

Campagna elettorale. Il giurista del lavoro prof. Pietro Ichiino giudica così il Centro-Destra

Dall’appoggio decisivo al ritorno a un sistema elettorale proporzionale, ai clamorosi cedimenti alla Lega su obiettivi programmatici che segnerebbero l’autoesclusione dell’Italia dalla UE; dallo spostamento della politica estera nel senso dell’apertura a Mosca all’oscuramento della memoria circa la catastrofe economico-finanziaria del 2011
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Rassegna delle contraddizioni e dei pericolosissimi svarioni programmatici di un una coalizione fortemente connotata in senso sovranista e protezionista, registrati e documentati su questo sito negli ultimi tre anni – 27 febbraio 2018

LE RESPONSABILITÀ DI FORZA ITALIA SUL PIANO DELLA RIFORMA ISTITUZIONALE – 
1. IL CONTRIBUTO DECISIVO AL “NO” AL REFERENDUM
Il leader di Forza Italia ha fatto sponda a Massimo D’Alema sostenendo che, dopo il “no” al referendum, si sarebbe potuto fare una buona riforma costituzionale in sei mesi; poi ha rifiutato persino una riforma elettorale di tipo maggioritario (vedi il punto seguente). Mai come oggi abbiamo avuto la percezione della necessità, anzi urgenza, di una riforma costituzionale che liberi il Paese dal rischio della paralisi.
LE RESPONSABILITÀ DI FORZA ITALIA SUL PIANO DELLA RIFORMA ISTITUZIONALE – 
2. IL RIFIUTO DI UNA LEGGE ELETTORALE MAGGIORITARIA
È stata Forza Italia a impedire il varo di una legge elettorale maggioritaria sul modello – sperimentato con buoni risultati a cavallo tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 – della legge Mattarella, sostenuta  e proposta dal Pd. Il “rosatellum” con cui voteremo domenica è , fondamentalmente, figlio di questo rifiuto.
IL CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA – 
1. IL “SOVRANISMO” NEL PROGRAMMA DELLA COALIZIONE
Mentre i parlamenti francese e tedesco pongono le basi degli Stati Uniti d’Europa, il Centrodestra pone le basi per l’autoesclusione dell’Italia da questo processo costituente, aprendo esplicitamente il proprio programma con l’obiettivo di un “recupero di sovranità dell’Italia rispetto all’Europa”. Che avrebbe l’effetto di un blocco traumatico del processo di integrazione.
IL CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA – 
2.  LA PREVALENZA DELLA NOSTRA COSTITUZIONE SUL DIRITTO UE
Sostenere, come si fa nell’accordo di coalizione del Centrodestra italiano, che occorre reintrodurre “la prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario” vuol dire creare le condizioni per la frantumazione del sistema europeo.
IL CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA – 
3. LA PARZIALE RICONQUISTA DELLA SOVRANITÀ  MONETARIA DA PARTE DELL’ITALIA
Questo obiettivo programmatico enunciato da Matteo Salvini in un’intervista a Libero di gennaio corrisponde sostanzialmente alla proposta di tornare alla doppia moneta (le “AM lire”), sostenuta da Silvio Berlusconi fino all’autunno scorso. Del resto il “ministro dell’economia” di Forza Italia, Renato Brunetta, ha sempre sostenuto e sostiene tuttora questa linea.
IL CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA – 
4. IL PROTEZIONISMO NO-GLOBAL
Non si può tenere insieme credibilmente la destra protezionista e no-global dei Salvini, Brunetta e Meloni – quella, per intenderci, che fa la guerra contro il CETA e mette in programma il ripristino dei dazi alle frontiere per proteggere l’industria nazionale – con quella liberal-democratica ed europeista dei Parisi e dei Carraro. Non si può tenere insieme un partito come FI, aderente al Partito Popolare Europeo, con un partito che si gemella con il Front National di Marine Le Pen.
IL CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA – 
5. LA CONTRO-RIFORMA PENSIONISTICA COME CARDINE DEL NUOVO WELFARE
Col proporre di smontare la legge Fornero del 2011 – allora votata, peraltro, anche da Forza Italia – e col mettere in cantiere altre leggi di spesa totalmente prive di copertura, il Centrodestra contraddice platealmente gli impegni assunti dall’Italia nei confronti dell’UE (sottoscritti, oltretutto, nel 2010 proprio da un Governo di centrodestra). Il tutto è aggravato dall’indegno, violentissimo, attacco personale della Lega di Matteo Salvini contro l’ex-ministra del Lavoro e del Werlfare Elsa Fornero.
BILANCIO 2018: UN’OPPOSIZIONE TOTALMENTE PRIVA DI IDEE ALTERNATIVE RISPETTO ALLA LINEA DI POLITICA ECONOMICA DEL GOVERNO GENTILONI
Nonostante le promesse elettorali mirabolanti, nel corso della sessione di bilancio dell’autunno scorso, quando gli emendamenti dovevano essere presentati con le coperture appropriate, il centrodestra non ha saputo indicare concretamente alcuna scelta di politica economica, del lavoro o del welfare diversa rispetto alle linee-portanti della politica economico-finanziaria proposta dal Governo: gli emendamenti presentati riguardano soltanto prelievi marginali in favore di questa o quella categoria o realtà locale. Niente blocco dell’età pensionabile, niente pensioni a 1000 euro per tutti, nessuna riduzione generalizzata di imposte o tasse. Come si può dare credito a forze politiche il cui linguaggio è così diverso in tv e quando si discute seriamente in Parlamento?

LO SPOSTAMENTO DELL’ASSE DELLA NOSTRA POLITICA ESTERA – 
1. LE SIMPATIE DI LEGA E BERLUSCONI NEI CONFRONTI DI PUTIN
Nonostante che l’obiettivo fondamentale dell’autocrate di Mosca sia indebolire il tessuto della società occidentale e la democrazia liberale, la Lega propone la soppressione delle sanzioni contro la Russia per l’aggressione alla Crimea e Silvio Berlusconi non nasconde le proprie simpatie personali nei suoi confronti. Questo orientamento nel senso dell’apertura a Mosca accomuna, del resto tutte le forze politiche che hanno sostenuto il “no” al referendum costituzionale.
FORZA ITALIA E LEGA INSIEME CONTRO L’APERTURA ALLA CONCORRENZA NEL SERVIZIO TAXI
Sono on line gli argomenti vagamente minatori del senatore Maurizio Gasparri, che fa appello alla “mobilitazione” dei taxisti contro le misure del Governo Gentiloni volte a un’apertura del settore alla competizione e all’evoluzione tecnologica.
I
LA FRODE STORICA DI BERLUSCONI: NEL 2011 IL SUO GOVERNO NON CADDE AFFATTO PER UN COLPO DI STATO”, COME ORA LUI SOSTIENE
Si è mai visto un colpo di stato all’esito del quale il capo del governo uscente vota la fiducia al capo del governo subentrante insieme a tutti i parlamentari del proprio partito, poi continua a sostenerlo per un anno e mezzo? La verità è che Berlusconi vorrebbe farci dimenticare la crisi economico-finanziaria catastrofica cui il suo govero condusse l’Italia nel 2011. E lo stato confusionale in cui il suo governo si trovò nell’ultimo anno di vita, quando il premier non parlava con il ministro dell’Economia Tremonti e non si capiva quale dei due disprezzasse l’altro di più.

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