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giovedì 11 gennaio 2018

Il mondo è cambiato. In molti continuiamo ad usare parametri e motivazioni superate per leggere la realtà (3)

Fino, a venti, a trenta, anni fa in Occidente esisteva una forte componente politica che era nettamente schierata contro personaggi che -apprendiamo dai giornali in queste ore- grazie alle soffiate di politicanti riescono a guadagnare €. 600mila in quattro giorni. Era quella la Sinistra che si proponeva di fronteggiare la malattia del massimo profitto a scapito della povertà e della diseguaglianza dei tanti; malattia che da sempre affligge il mondo ma, in particolare nelle forme capitalistiche, da quando si è strutturata la moderna società.

la moderna società
Non vi è dubbio che oggi, in termini monetari, l'umanità è più ricca che in qualsiasi altra epoca. Il mondo ci appare ricco di meraviglie, che i nostri nonni un secolo fa non avrebbero lontanamente immaginato:
--rapidità negli spostamenti e nelle comunicazioni,
--medicina avanzata,
--sistemi automatizzati per ridurre il lavoro,
--lussi e confort.
Oggi la produzione di beni pro-capite di ciascun essere umano è cinque volte superiore a cento anni fa.
   Eppure l'incremento così notevole della ricchezza non ha prodotto alcuna significativa riduzione della povertà sulla dimensione planetaria.
Si sono fatti passi concreti nella riduzione della mortalità infantile, nell'aspettativa di vita, nell'alfabetizzazione e nell'accesso all'assistenza medica di base, ma un terzo della popolazione mondiale vive oggi con un dollaro al giorno. Gli economisti calcolano addirittura che se si considera l'erosione (l'eclissarsi) degli stili di vita tradizionali e degli eco-sistemi che li sorreggevano, la qualità di vita per i poveri della Terra è probabilmente peggiorata.
Detto in altre parole, Asia, Africa e America Latina sono più poveri che un secolo fa. 
Ancora. A livello globale la disparità di reddito tra ricchi e poveri è raddoppiato. Grandi ricchezze continuano a transitare dai paesi poveri a quelli ricchi: per ogni dollaro che l'Europa o gli Usa offrono in aiuti umanitari, tre dollari tornano nelle banche dell'Occidente come "servizio del debito".

Le tre persone più ricche del mondo dispongono di beni che superano il PIL delle quarantotto nazioni più povere del pianeta.

Riflettendo ci accorgiamo che la povertà dei paesi sfortunati, povertà che leggiamo sui visi degli immigrati che sbarcano sulle nostre coste, non è dovuta alla mancanza di ricchezze. 
La povertà, in tutti gli angoli del mondo, è dovuta alla cattiva distribuzione della ricchezza.    

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