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martedì 23 gennaio 2018

Europa si, Europa no. Sullo sfondo della campagna elettorale sta proprio questa scelta

Berlusconi ha capito cosa sarebbe una Italia fuori dall'Europa ed ha rassicurato il Partito Popolare Europeo che egli (Forza Italia) sarà il garante del rispetto della disciplina europeista. Non proprio così la pensa la Lega (partito sovranista di estrema destra), principale socio fondatore del Centro-Destra.

A Sinistra (chiamiamola così, anche se nulla ha di sinistra il PD) ci si professa europeisti, almeno a parole. 
Nella sostanza negli ultimi cinque anni i governi italiani hanno sempre provato a fare i furbetti con le leggi di bilancio. Leggi finanziarie sempre più sbilanciate (oltre il consentito) verso l'incremento della montagna del debito pubblico, salvo poi ricorrere alle manovre correttive di metà anno.

Credere nell'Europa non significa farsi trainare dall'asse Francia-Germania.

Ci sono stati anni in cui era l'Italia a possedere spirito e carica sufficiente in direzione dell'Unità Europea e a svolgere ruolo positivo nella direzione unitaria.

Ci auguriamo che le liste della Bonino e del Verdi-socialisti abbiano un discreto successo. Solamente in esse vediamo volontà seria nella direzione che noi auspichiamo. Anche se il populismo dilagante non avendo argomentazioni vere addebita l'attuale crisi italiana e ciò che è colpa dei politicanti italiani (di Centro-Destra e di pseudo Centro-Sinistra) all'Europa.


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