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mercoledì 27 dicembre 2017

Individualismo. Tendenza a svalutare gli interessi e le esigenze della collettività, in nome della propria personalità e della propria indipendenza

Un Miccichè può impunemente offendere cinque milioni di siciliani con i suoi discorsi di alte retribuzioni per pochi fortunati e basse (o nulle) retribuzioni per i tanti poveri che riempiono la Sicilia per la semplice ragione che questa società, quella che la contemporaneità ci consegna è ormai composta di "individui".
L'individuo -lo sappiamo bene- non si sente parte della società, non ritiene di dover aderire e/o contribuire ai ruoli che la società del passato assegnava a ciascuno.
L'individuo del terzo millennio rifiuta tutti i ruoli sociali del passato. 
Avrebbe bisogno di apparire se stesso come soggetto.
Cosa ne deriva ? 
Cosa ne deriva se l'individuo toglie ruoli e deleghe al partito, al sindacato, all'associazione, alla parrocchia, etc ?
Egli, l'individuo che avrebbe voluto apparire se stesso e divenire soggetto, si ritrova invece "nudo", senza protezione contro di sé. E' pur vero che non ha obblighi verso nessuno ma non ha nemmeno difese.  
L'individuo, chiuso in se, del terzo millennio è abbandonato da una società che ormai non dispone più di segnali che  lo rassicurino sul futuro.

L'individuo che non ama più i partiti, i sindacati, le parrocchie etc. è messo adesso improvvisamente di fronte al compito di doversi costruire una società altra al posto di quella che lo ha abbandonata (e che pure egli ha voluto abbandonare).

Il compito è impossibile. Perchè ?
Intanto la fase da una società  "comunitaria" ad una individualista all'estremo non può che vedere vincitori altri che i "camaleonti". E questi tutto sono, ma mai "altruisti".  
Il passaggio da un tipo di società (anche se agonizzante) ad un'altra non è impresa facilissima. Il transito di solito è sempre guidato da "insubordinati", da rivoluzionari e/o ribelli.
Il ruolo di liberarsi dalle precedenti "gabbie sociali" per divenire "soggetto" se non è guidato in termini di rottura opponendosi alla precedente logica di dominio sociale del "partito", del "sindacato", dell'associazione etc.   non conduce affatto alla logica di libertà, di realizzazione di sé. 
Per quanto ossessiva sia oggi la ricerca, la volontà ed il bisogno di identità non pare infatti in vista la realizzazione del soggetto, che vuole diventare soggetto. 
I sociologi e gli studiosi delle cose dell'uomo, dell'umano, ci dicono invece che stiamo assistendo all'autodistruzione dell'individuo incapace di transitare dall'individualismo ... al "soggetto" rivestito di libertà e identità dentro la s-o-c-i-e-t-à. 
Avremo comunque modo di ancora riflettere. 

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