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sabato 18 novembre 2017

C'era la Sinistra. Fassino dovrebbe riunire ciò che è impossibile

Dal dopoguerra ad oggi, la sinistra è apparsa tanto incarognita e tanto divisa come lo è adesso solamente quando ci fu da mettere sulla graticola e distruggere Craxi; da allora iniziò comunque per la  Sinistra la logica autolesionista: “Mors tua vita mea” che dura tutt'ora.

In questi giorni a seguire giornali e la tv si assiste all‘identico spettacolo. 
Il Rosatellum impone ob torto collo accordi di coalizione elettorale; ma ormai l‘odio e l‘avversione attraversano da un capo all‘altro la fu Sinistra
Il tentativo di rimettere insieme i cocci della sinistra affidato da Renzi a Fassino non sortisce e non potrà sortire alcun effetto.
Fassino -per intanto- è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato nel momento sbagliato: esprime la sintesi degli errori passati e presenti del Partito democratico (e dei partiti fondatori del Pd) e delle stesse componenti che oggi si pongono a sinistra: una leadership di cartapesta di fatto al servizio di Renzi. Poi egli si sta muovendo privo di contenuti politico-programmatici.

 Oramai le aggregazioni di Sinistra sono tutte nemiche giurate di Renzi e del renzismo. I loro elettori preferiscono l‘astensionismo dalle urne, oppure -addirittura- l‘approdo nel M5S piuttosto che vedere Renzi ancora in sella. 
Non solo.
L‘accordo è impossibile peraltro in quanto il prossimo governo dovrà per forza di cose essere di coalizione fra Centro-Sinistra e Centro-Destra ed è più che evidente che la Sinistra-Sinistra non appoggerà mai una coalizione Renzi-Berlusconi.
Mischiare il diavolo con l’acqua santa, non è l‘ideale delle frange di Sinistra.

L‘impossibile missione di Fassino la possiamo leggere come il gioco del “cerino in mano” utile per cercare “capri espiatori” e scaricare nel corso della campagna elettorale le responsabilità della pesante disfatta dell‘intera Sinistra su ... altri.
L’allegra compagnia della fu Sinistra s’avvia in una campagna elettorale decisiva con idee strategie e mezzi pari alla campagna di Russia mussoliniana. Una disfatta annunciata, un massacro, in questo caso -fortunatamente- “solo” elettorale.
Al voto, il Pd renziano correrà da solo o con qualche alleato di bandiera (i radicali della Bonino, i socialisti di Nencini e i riformisti di Pisapia). 
Un Pd ridimensionato elettoralmente ma decisivo nei giochi parlamentari per nuove maggioranze e nuovi governi, con Matteo al centro del gioco, potrà forse sopravvivere. A meno che il Centro-Destra da solo non raggiunga il 40%; in questa ipotesi sarà il tracollo di Renzi e di tutta la Sinistra, quella amica e quella del rancore.
La campagna elettorale sarà certamente velenosa con il Paese avvitato su se stesso, fuori dal treno della ripresa internazionale; con gli italiani più divisi-delusi disorientati e pronti con l’assenteismo dalle urne a “farla pagare a tutti”.
L’inverno “glaciale” è alle porte e gela le speranze di chi pensa a una sinistra rinsavita e a un ulteriore centrosinistra di governo. 

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