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domenica 3 settembre 2017

Riflessioni di fine estate. Sia nei paesini che nell'intera isola mancano le classi dirigenti; in giro assistiamo al prosperare delle sagre e al ritorno delle vecchie carcasse della politica

Come ricorderemo l'estate del 2017 in Sicilia e a Contessa Entellina ?

Quella che si avvia a conclusione resterà nella memoria come l'estate dei roghi, roghi che da Corleone, Campofiorto, Bisacquino fino a Chiusa Sclafani (compreso Palazzo Adriano) hanno distrutto fauna e paesaggio. La nostra zona già povera e non di interesse per le iniziative imprenditoriali e di quelle della crescita socio-economico adesso è diventata di scarso interesse pure per i residenti e nociva alla loro vivibilità. 
A Pizzillo la condotta idrica non
porta acqua da due anni.

Gli Amministratori non hanno né progetti né
idee su come sarebbe bene fare gli amministratori.
A loro pare bene far seguire la sagra del grano
con quella dell'olio e poi con quella dell'uva.
Sarà ricordata pure come l'estate della penuria d’acqua in varie realtà dell'isola e, qui da noi a Contessa Entellina, addirittura, non tanto per la penuria ma per l'assenza assoluta di erogazione idrica alla Comunità di Pizzillo, dove quella realtà di Trinità della Pace, degna della massima attenzione e simpatia umana per l'esperienza che prta avanti di vivere integralmente il Vangelo, è stata -dagli amministratori del nostro Comune- abbandonata a se stessa senza alcuna erogazione idrica. Le stesse promesse del Sindaco di garantire almeno due cisterne di acqua la settimana, sono state ritrattate senza onere di dare spiegazioni. 
L'affidabilità politica, come si sa, ormai ha raggiunto i livelli del sotto zero. 
Ancora mentre scriviamo queste righe, non si nota alcuna presa di coscienza da parte degli amministratori su quali siano i loro obblighi nei confronti dei cittadini amministrati. Ci accorgiamo -con stupore e sdegno- che nel 2017 chi amministra i comuni si preoccupa di far seguire alla sagra del grano, quella dell'olio e poi quella dell'uva.  Intervenire sui disagi della gente -pare di capire- non è affare dei politici dei nostri giorni.  Non fa divertire: sono disaggi da nascondere e non da risolvere.
Questa estate che si avvia al tramonto sarà ricordata ancora per gli sbarchi dei migranti, per l'allineamento del pd di Minniti alla linea di Salvini e forse, soprattutto, per la rappresentazione plastica dell’impotenza della classe politica isolana in vista delle elezioni regionali del 5 novembre, segnata dall’assenza di qualsivoglia dibattito su idee e programmi e l’attenzione esclusiva sulla composizione delle coalizioni e, in particolare, sulla scelta del candidato a presidente della Regione siciliana. Stiamo -praticamente- assistendo alla crisi drammatica della rappresentanza politica e delle sigle partitiche che in verità sono dei simulacri, privi di rappresentanza e di dignità democratica.
In questo quadro desolante la cosiddetta sinistra si presenta confusa, incerta e divisa, con una chiara propensione a parcellizzarsi fino all'atomo, mentre vecchie maschere della politica si auto-attribuiscono funzioni demiurgiche, che condurranno alla inevitabile sconfitta. Ed intanto il vecchio, che più vecchio non si può, si accinge a tornare.
Tornare ? Forse non era mai andato via.

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