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giovedì 14 settembre 2017

Hanno detto ... ...

Ieri abbiamo pubblicato il pensiero dello scrittore-teologo laico Vito Mancuso che auspicava, in parallelo alla normativa in discussione alla Camera che fa divieto della propaganda fascista anche una normativa di divieto della propaganda comunista. 
Come era inevitabile che accadesse sono immediatamente divampate le polemiche e lo scrittore-teologo, che è stato finora ammesso nella cerchia degli intellettuali progressisti, ha sentito di dover tirare in ballo il pensiero di un sacerdote, padre Balducci, pure lui -quando era in vita- "grande progressista", per giustificare la sua asserzione di ieri. 
Ha pure preannunciato l'elaborazione di un testo più argomentato per chiarire il suo punto di vista.
Cosa aveva scritto Mancuso ?

Proveremo -anche noi sul Blog, prossimamente- di chiarire una tematica che è fondamentale per il buon vivere, non solamente intellettuale e/o materiale dei popoli, ma per la realizzazione della "persona" di ciascun essere umano.
Intanto leggiamo come Mancuso ... precisa.

VITO MANCUSO, scrittore, teologo
Per approfondire quanto scrivevo ieri sul comunismo riporto questo brano su padre Ernesto Balducci che riprenderò mercoledì prossimo a Zugliano, Udine, in un convegno su di lui.
... Balducci scrive queste cose nel 1989, l’anno in cui nel mondo si raccoglievano i frutti della stagione di rinnovamento iniziata due anni prima dal Segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica Michail Gorbaciov e passata alla storia come perestrojka. Il 9 novembre avviene la storica caduta del Muro di Berlino e con essa la fine del sogno, divenuto nel frattempo un incubo oscuro e sanguinoso, del comunismo. In Italia tre giorni dopo il segretario del Partito Comunista Italiano Achille Occhetto annuncia nella cosiddetta svolta della Bolognina la futura trasformazione del suo partito in Pds, Partito Democratico della Sinistra. E come a consacrazione simbolica della resa comunista, il 1° dicembre Gorbaciov si reca in udienza in Vaticano da Giovanni Paolo II. 
Alla luce della sua identità religiosa e della sua passione politica, è ragionevole supporre che quelli dovettero essere giorni molto intensi per padre Balducci. Da sempre su posizioni progressiste ma da tempo cosciente del tragico fallimento dell’ideologia comunista, egli era altresì convinto che da ciò non conseguiva in alcun modo la scomparsa della malattia per debellare la quale il comunismo era sorto, anzi non esitava a dichiarare che tale malattia andava minacciando sempre più gravemente l’umanità. Scriveva che la situazione dell’umanità era tale da imporre “una nuova forma di vita, pubblica e privata”, e che, se questa nuova vita non fosse sorta, per l’umanità la pena sarebbe stata “l’estinzione”. 
Qualche mese dopo, in un saggio dal titolo "L’Europa del 1989", la sua analisi si approfondiva: “Il male dell’Europa è un male antico; risale quanto meno alla cristianità medievale. Durante la sua fase imperialistica, l’Europa si è recata in ogni parte del mondo ma, ovunque sia arrivata, non ha mai incontrato l’Altro, né il cinese, né l’indiano, né l’etiope, né l’indio, perché in tutti i casi ha mirato, se non allo sterminio, all’assimilazione o all’asservimento”. E ancora: “L’ethos europeo si è plasmato nella guerra e per la guerra, e a nessuna cultura come a quella europea si può applicare la tesi di Carl Schmitt secondo la quale, come l’etica si basa sulla contrapposizione bene-male e l’estetica sulla contrapposizione bello-brutto, la politica si basa sulla contrapposizione amico-nemico… si può dire che l’identità del cittadino europeo implichi sempre la necessità del riferimento al nemico”. 
Da tale caratteristica di contrapposizione Balducci non escludeva certo la Chiesa, al cui proposito ricordava che nell’età d’oro della christianitas medievale essa aveva elevato la vita militare alla dignità monastica con l’ordine dei Templari, per cantare le cui lodi invitando alla crociata san Bernardo di Chiaravalle era giunto a sostenere che “l’uccisione dell’infedele non è un homicidium ma un malicidium” e quindi può essere attuata con merito. Ecco le parole precise di san Bernardo citate da Balducci: “Quando il cavaliere di Cristo uccide i malfattori, il suo gesto non è omicida, ma, se posso dire così, malicida; egli è in tutto e per tutto l’agente della vendetta di Cristo su quelli che commettono il male”. 
Tornando a quel 1989, appariva evidente che il comunismo aveva sbagliato ed era sbagliato, su questo non vi erano dubbi per Balducci, ma ciò per lui non significava che il cuore avido e imperialista dell’Occidente non fosse portatore di ingiustizia e di morte, e che non rimanesse completamente inalterata la necessità di una nuova politica e di una nuova cultura da lui definita “cultura della pace”. 
Tale cultura vive di due prospettive fondamentali, politica ed ecologica. La prima intende generare la pace degli uomini tra di loro e ha in primo piano i nomi dei grandi profeti della “casa comune planetaria” quali Erasmo da Rotterdam, Tommaso Moro, Immanuel Kant, Lev Tolstoj, il Mahatma Gandhi, Albert Einstein, Bertrand Russell. La seconda intende generare la pace degli esseri umani con il pianeta facendosi finalmente carico della responsabilità della sfida ecologica, e con ciò rappresentando la chiave di volta della nuova cultura di cui il nostro tempo ha urgente bisogno, perché, dichiarava già in quegli anni Balducci, “la questione ecologica sta diventando la questione centrale”. 
Un abbraccio a tutti gli amici e viva sempre la libertà.

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