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domenica 27 agosto 2017

Pigliando spunto da quanto accade a Pizzillo da due anni, dove non arriva l'acqua potabile, scopriamo che i diritti inalienabili ...

A Pizzillo non ci sono novità:
l'acqua -diritto pubblico- ancora non arriva

Ho affrontato la problematica sul mancato funzionamento del "servizio pubblico" di erogazione idrica di b.go Pizzillo su queste pagine del Blog in termini di sollecitazione civica nei confronti del Sindaco, con cui nell'arco di un mese ho avuto due incontri per conoscere il suo punto di vista, e anche di altri amministratori che sono stati presenti al secondo incontro. 
Due anni di disattenzione
sulla somministrazione idrica
ai residenti di b.go Pizzillo
sono troppi.

Serve una iniziativa improcrastinabile. 
Ho scritto sette o otto post, più o meno critici nei confronti di chi ha la responsabilità politico-amministrativa del servizio, ma sempre intesi a sollecitare la soluzione di un gravissimo disservizio pubblico che si protrae da due anni, o forse da più.
Negli amministratori ho riscontrato scarso interesse e pure distrazione. Il loro interesse sulla fornitura idrica nei borghi è prioritariamente rivolto a non creare malumore negli utenti di Cozzo Finocchio, Piano Cavaliere e Roccella. La sensazione raccolta è che Pizzillo non costituisca problema impellente al pari degli altri borghi dal momento che questi utenti già da due anni sono riusciti a subire la carenza idrica. 
Dagli amministratori vengono elencati per Pizzillo giustificazioni del tipo: ci sono guasti, c'è diminuzione della pressione nella condotta idrica, esistono dislivelli topografici, attraversiamo la siccità estiva, vedremo di contattare il Consorzio se ci autorizza a prelievi dalla loro rete etc. etc.
  
I ricordi di chi è stato Presidente del Consiglio Comunale
L’art. 54 della Costituzione assegna solennemente ai cittadini un duplice dovere, quello di essere fedeli alla Repubblica osservandone la Costituzione e le leggi (co.1) e quello di adempiere le funzioni pubbliche che siano state ad essi attribuite con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge (co. 2). 

Il senso elementare del secondo precetto è chiaro: la Costituzione dopo aver riprodotto nell’art. 51, la prescrizione secondo cui i cittadini possono accedere, in condizione di eguaglianza, alle cariche pubbliche  nel successivo art. 54 co. 2 si preoccupa di specificare che i cittadini cui siano state affidate le funzioni pubbliche sono però tenuti a svolgerle col massimo impegno (e cioè con disciplina ed onore). 
Chi, nell'ordinamento repubblicano, accede a funzioni pubbliche deve assumersi doveri più gravosi di quelli richiesti ai ‘semplici’ cittadini: gli onores si convertono infatti subito dopo in severi onera

Il titolare del potere amministrativo (libero, e però vincolato nel fine) deve esercitarlo con la necessaria prudenza e pure con solerzia, e soprattutto senza mai confondere gli interessi degli amministrati con quelli della propria tranquillità e serenità personale. 
Egli è tenuto -è nostro convincimento- ad attivarsi ben prima che passino due e più anni.  
Il dovere civico è imposto dalla Costituzione per evitare che il potere non si risolva mai in arbitrio, capriccio, favore.
Il dovere civico ha quindi una base morale, ma arriva anche ad assumere nella lunga inerzia una immediata rilevanza giuridica in termini di "doveri".

Per chiudere la riflessione-sollecitazione: 
lasciare passare due anni in disfunzioni di un servizio pubblico, per una sia pure ridotta frazione della comunità cittadina, non depone bene sull'efficienza e la credibilità politica degli amministratori pubblici, ed infatti l'inerzia ha spinto gli utenti-trascurati a promuovere una petizione pubblica diretta alle massime cariche dello Stato che finora ha già raccolto circa 500 firme, attivabili su un apposito sito via internet.
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Quanto sopra l'ho voluto scrivere per il senso civico ed l'amore istituzionale che lega tutti i contessioti al propri Paese e al proprio Comune, espressioni da sempre di solidarietà e vicinanza nei confronti di chiunque.

Ma c'è di più.

Il disinteresse pluriennale nei confronti della Comunità Trinità della Pace guidata da p. Pietro Gullo costituisce, dal punto di vista di chi scrive, un grave atto di carenza culturale ai danni di una realtà che invece deve essere seguita con interesse e attenzione (a prescindere dai propri convincimenti di fede) per ciò che è, per ciò che vuole essere e per ciò che intende trasmettere all'esterno.
A Pizzillo si vive, con successo stante la sua durata ultra ventennale, una esperienza comunitaria che ha al suo centro di vita corrente e di vita sociale il Vangelo. Questo esperimento socio-religioso diffuso anche in realtà umane molteplici del mondo lo si sta vivendo sul nostro territorio. Merita da parte di tutti, anche dagli amministratori, attenzione e pure vicinanza.

Con questi scritti frequenti sulla problematica idrica di Pizzillo abbiamo inteso: 
--richiamare i doveri istituzionali, giuridici e politici che competono a chi liberamente ha deciso di voler svolgere il ruolo di amministratore comunale;
--sensibilizzare l'attenzione e la vicinanza dei contessioti verso una realtà comunitaria che per ciò che è, e per ciò che opera, è motivo non solo di interesse religioso ma anche culturale e sociale. 

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