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martedì 15 agosto 2017

Pietro Gullo. Leggere nel mistero della vita per gioire, sempre (VI)


SCRIVERO' DELLE PICCOLE 
STORIE SU QUESTO TEMPO

C'e' caldo. Sono solo a Pizzillo. 

Qui, sognando il giardino della Comunità della Pace, 
non c'è acqua, non ci sono uccelli; rettili innocui al dire di molti, si. 
E' il 1990.
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p. Pietro Gullo
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Leggo contemporaneamente più di un libro scritto da p. Pietro Gullo. Sono tutti interessanti e a volte spunta l'urgenza di voler sapere cosa scrive nell'altro libro.


Saggista, poeta e pittore p. Pietro non può che essere un uomo creativo ed un uomo concreto. Uomo che riflette.
Per conoscerlo meglio e' utile leggere cosa pensa p. P. Gullo di p. P. Gullo .


" Me ne vanto e non poco di avere vissuto e continuare a vivere in campagna nell'esperienza della Comunità Trinità della Pace non come turista né da agriturista, ma pienamente coinvolto, beneficiando delle belle stagioni, faticando nei tempi duri.

La lunga esperienza mi ha fortificato, lasciando evolvere non la fantasia sentimentale e poetica, ma la rudezza necessaria per essere uomo di terra, esperto più di coloro che si credono sapienti e capaci e vivono ... in città !
La saggezza di cui mi vanto mi da il privilegio di alzare la voce, perche' l'esperienza che si acquista vivendo in campagna, notte e giorno, non è paragonabile all'esperienza  che si nutrono di libri o all'esperienza di coloro che lavorano la terra per interesse, a intermittenza.

Ho sempre desiderato la vita che vivo, non per anelito naturalistico, ma per vocazione. Sono figlio della terra e tale voglio realizzarmi, dando splendore alla ricchezza incalcolabile di questo pianeta - nello spazio e nel tempo concessomi- prima ancora di pensare ad altre galassie, universi e multiverso.
Non credo nelle santità estatiche, angeliche, spirituali. Non ci voglio credere. E' tutta la vita che lotto affinché il Vangelo sia vissuto nella sua concretezza e non nelle astrattezze teologiche, dottrinali, teoretiche ... che creano dualismi e fantasmi, oltre che illusioni di santità tristi. Perché l'uomo senza terra  è meno uomo, incapace di realizzarsi, e non ci sono dei o Dio capaci di oltrepassarci, essendo questa la nostra meravigliosa grandezza: uomini e donne di terra, nella terra, per la terra."
Da " Dovunque alberi"  pag. 74-75

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