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sabato 15 luglio 2017

Contessa Entellina. Una foto alla volta
















                                                                                                                                 
Le due immagini sono state scattate dallo stesso posto di osservazione, però a distanza temporale di circa 70 anni.
Entrambi puntano infatti sulla via Palermo.
Nella prima balza all'evidenza l'Edificio Scolastico Elementare, nella seconda esso è nascosto dall'Edificio-Palestra.
Brignet nella prima foto sono privi di alberi.

Nella prima immagine si vede un mondo che lavora, nella seconda si coglie un mondo assente, forse in alcuni casi più prospero ma non vivo, non vitale. Un mondo espressione di investimenti pubblici (scuola materna, dell'infanzia, palestra ed edilizia privata sovvenzionata del post-terremoto) che prescindono dal fondamentale bisogno della gente:  disporre di posti di lavoro per restare nella terra in cui si è nati, in cui si è cresciuti.
A Contessa tutte le strade e le piazze sono sempre -o quasi sempre- vuote. La sensazione è che la gente viva chiusa in casa.

Il problema secolare della disoccupazione nel Meridione non è mai stato affrontato seriamente nè dall'Italia liberale, nè da quella fascista, nè da quella repubblicana. 

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