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venerdì 30 giugno 2017

Con le immagini ... ... è più facile

Esistono ancora i Partiti ?
Angela Marcianò
"Sì, sto nella segreteria del Pd senza avere la tessera
Ma da quanto mi risulta non sono l'unica". 
Angela Marcianò, 39 anni, docente universitaria, assessore ai Lavori pubblici a Reggio Calabria, è stata scelta da Matteo Renzi per il suo impegno in favore della legalità (e al posto del sindaco di Reggio Falcomatà, ma il motivo "va chiesto a lui") e in una intervista a Repubblica, si giustifica così: 
"Sono una persona libera. Vengo dal mondo accademico. Nella giunta Falcomatà sono un tecnico. Lo dissi a Renzi, quando mi chiamò: Non sta parlando con una politicaLo so bene, mi disse. Però ti scelgo per quel che hai fatto di buono per la tua città".

Immigrazione e governo. Il ministro dell'Interno, Minniti, precisa

Marco Minniti, nel corso di un convegno a Milano, ha posto l'accento sul tema degli sbarchi in Italia dei migranti, sottolineando, e' "un tema Europeo". 
A Contessa, le poche persone che continuano a
ritrovarsi nella sempre più vuota piazza Umberto I
discutono, e discutono dei temi che i media lanciano.
Temi che vengono generalmente ripresi nella naniera
più semplicistica possibile, alla maniera Salvini, alla
maniera più demagogica possibile.

A Contessa non esiste famiglia che non sappia che
i propri antenati hanno avuto a che fare con immigrazione
e con emigrazione.
Qui, in questo paesino situato nel cuore dell'isola, si è infatti
 arbëreshe (e quindi lontani immigrati) e/o parenti dell'altra
Contessa trasferitasi (emigrata)
nella seconda metà dell'Ottocento a New Orleans, lì dove
l'Associazione Contessa Entellina conta 12mila iscritti.

I contessioti sanno tutto sulle problematiche di
immigrazione/emigrazione. Eppure pochi mesi fà
alle ipotesi di ospitare piccoli nuclei di immigrati
nel paesino dove solo una abitazione su dieci è  abitata
sono spuntati, non solo in piazza, ma pure in Municipio
problematiche che hanno vanificato i molti debiti
che i contessioti hanno in materia di immigrazione/emigrazione.

In Germania vivono oltre mille fra emigrati contessioti
degli anni sessanta  del Novecento e loro
discendenti.
Eppure .... esiste chi ama i discorsi
semplicistici, quelli alla ... Salvini.
 
In Europa "si dice - ha aggiunto il ministro - che l'Italia ha posto un tema giusto, ma questa e' la meta' della risposta. Ai temi giusti si risponde con i fatti, il tempo delle parole si e' consumato". 

Minniti mette in evidenza che nel centro del Mediterraneo operano "25 navi, non barconi, che battono varie bandiere di vari paesi europei ed e' impossibile non comprendere che gli unici porti dove vengono portate le persone salvate sono quelli italiani. 
E' questo il cuore del problema che abbiamo posto all'Europa e su questo tema l'Italia deve trovarsi unita. Sarei orgoglioso se solo una nave andasse in un altro porto europeo, non risolverebbe il problema, ma sarebbe un segnale straordinario di solidarieta' e di vicinanze".

giovedì 29 giugno 2017

Il razzismo rende sul piano elettorale. Il governo pronto ad inseguire Salvini

I GIORNALI dell'ISOLA
Il Pd si butta a destra pure sul tema "immigrati"



mercoledì 28 giugno 2017

Hanno detto ... ...

PAPA FRANCESCO
Non sempre e non a tutti è riconosciuto il diritto a una giusta pensione, giusta perché né troppo povera né troppo ricca: le ”pensioni d'oro” sono un'offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni». 

^^^^^

E Orlando parla attraverso le scelte che va compiendo.

martedì 27 giugno 2017

Flash sulla nostra Storia

Storia agraria sulla 
fondazione di Contessa
Domenica scorsa 25 giugno nel corso dell'interessante convegno che ha fatto da cornice al gemellaggio Contessa E./Enna, uno dei relatori -Carmine Ampolo- ha citato il nostro Blog che, giusto il giorno precedente a quell'evento culturale e di civiltà rievocativo dell'incontro e dell'amicizia di popoli diversi, riportava un'estratto delle ormai più che consolidate ricerche storiche (nel caso specifico curate dal prof. Orazio Cancilia)  secondo cui la realizzazione di nuovi centri abitati all'interno della Sicilia -a decorrere dal XV e fino al XVIII secolo- non dipendeva da "irenica" volontà d'animo dei baroni siciliani nei confronti delle popolazioni spesso affamate, bensì dalla necessità di valorizzare produttivamente le vaste e disabitate campagne dell'isola. Isola il cui reddito e la cui ricchezza patrimoniale erano drasticamente crollati rispetto ai secoli di splendore dell'epoca bizantina, araba, normanna e federiciana.


Volendo apprezzare ancora le ricerche del Prof. Orazio Cancilla, ci piace completare la sua riflessione avviata il 24 giugno scorso e che -ancora- riprendiamo dalla prefazione al suo libro "Baroni e Popolo nella Sicilia del grano".

"Il basso livello tecnico complessivo era la conseguenza della struttura della proprietà terriera, concentrata, sin dalla conquista normanna dell'isla, nelle mani di una ristretta cerchia di feudatari  laici ed ecclesiastici, che con la lor presenza avevano tagliato fuori la Sicilia e il meridione d'Italia da quel meraviglioso processo di sviluppo che caratterizzò  le region settentrionali della penisola  tra l'undicesimo e il quindicesimo secolo, e ne fecero, già negli ultimi secoli del medio evo, una grande campagna  nelle mani di mercanti stranieri (catalani, veneziani, pisani, fiorentini, genovesi, lucchesi etc.), che ne intercettavano le produzioni a basso prezzo  e la rifornivano di prodotti finiti a caro prezzo.
Quando comincia l'espansione agraria del Cinquecento  i giochi appaiono già fatti: Firenze e le città del Nord Italia avevano i mezzi per acquistare i grano  siciliano e potevano riservare il proprio territorio  a colture più remunerative (vigneto, uliveti, ecc.); la Sicilia e il meridione avevano invece  feudatari indebitati, che non potevano addossarsi l'onere  delle trasformazioni colturali, e mercanti stranieri che chiedevano quantitativi di grano sempre maggiori. Ciò che favoriva nel sud il perpetuarsi dii una organizzazione del territorio e di rapporti di produzione che non agevolavano certamente le trasformazioni agrarie e soprattutto non offrivano ai produttori grandi possibilità di accumulazione.

In un paese cn tale struttura socio-economica, il maggior valore prodotto dalla innegabile crescita cinquecentesca della produzione agraria globale, sia fisica che monetaria, finiva cl creare  uno sviluppo distorto, perchè non si ripartiva in modo equilibrato tra i vari strati della popolazione e accentuava ancor più le distanze sociali.

Certo, ad avvantaggiarsi dell'espansione agraria del Cinquecento non fu soltanto la feudalità, la cui crisi finanziaria per altro si aggravò: a parte i mercanti stranieri che furono i più grandi beneficiari, i membri più intraprendenti del patriziato urbano e talora anche del mondo rurale trovarono la possibilità di emergere e dii affermarsi, ma non furono in grado di porsi, nè lo vollero mai, in una posizione di indipendenza nei confronti del mondo feudale, col quale anzi cercavano di integrarsi, assumendone valori e codici di comportamento.
Pagavano, invece, e duramente, i ceti subalterni con l'impoverimento e la conseguente perdita di peso politico; i coltivatori sempre ad un passo dalla degradazione sociale, perchè il prelievo padronale in ascesa riduceva sensibilmente iil surplus commercializzabile a loro disposizione e non consentiva di trarre   vantaggio dall'aumento dei prezzi; gli artigiani delle città  e i salariati in genere costretti a fare i conti con salari reali in diminuzione ; i prestatori d'pera indipendenti remunerati a basso prezzo, perchè l'incremento demografico  aveva fatto crescere il numero degli aspiranti lavoratori assai più delle stesse possibilità di impiego; i tanti lavoratori che vivevano ai margini dell'indigenza e che la minima impennata  dei prezzi del grano riduceva alla miseria e trasformava in vagabondi e briganti. 
Per loro il Seicento era già cominciato".
O.C.

Con le immagini ... ... è più facile

Leggere Giannelli comporta la possibilità di cogliere più letture su un solo testo.

1) E' chiaro  che domenica scorsa l'elettorato ha vluto colpire "Renzi" e la sua cerchia toscana, preferendogli "B".

2) Il centurione che affianca Renzi (dx) ha una frusta con filo elettrico e una spina all'estremità.
E' segno che i poteri "forti" hanno staccato la spina ?

3) La gente che commenta sta su, sulla collina, ma Renzi con la sua croce corre verso giù.  
E' segno che preferisce erigere una nuova edizione della Democrazia Cristiana (col simbolo della croce) senza più fingere (ingannare) di essere un leader della Sinistra ? 

lunedì 26 giugno 2017

Perchè tutti guardano a Renzi ?

Lo sguardo di tutti si è posato su Renzi.
Egli non potrà, dopo le sconfitte di Roma e Torino, quella al referendum del 4 dicembre e la débacle alle recenti comunali, far finta che non sia successo niente.

Qualcosa succederà
Romano Prodi sta tessendo una tela che tutti constatano sia ormai sdrucita. 
Pisapia lancerà la sua proposta.
Il Mdp si lecca in queste ore i baffi e non tarderà a dare nome e un cognome alla perdita di città fondamentali e storiche della Sinistra (Genova !).
La sinistra frastagliata denuncerà il dato, preoccupante, di un elettorato tradizionale della Sinistra che ha voltato le spalle rifugiandosi nell’astensione.

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"Il Pd è isolato politicamente e socialmente; perde quasi ovunque. 
Cambiare linea e ricostruire il centrosinistra subito"
ministro Andrea Orlando

Trapani. La scelta era fra un candidato pd ed un commissario prefettizio; gli elettori hanno scelto il commissario

A Trapani l'unico candidato in corsa per la carica di sindaco era il pd  Savona, il quale per essere eletto avrebbe dovuto portare alle urne almeno la metà dei 60mila iscritti nelle liste elettorali. Almeno il 25% degli iscritti nelle liste avrebbe dovuto votare pd, cosa improbabile in una città mai generosa con quel partito.

Sono andati a votare solo 16.055 elettori su 60.023. 

Le speranze di Pietro Savona, unico candidato sindaco, sono quindi andate deluse.
Savona può comunque consolarsi in quanto il giudizio -di questa tornata amministrativa- non è stato su di lui ma su un pd che da tempo ha abbandonato l'area della Sinistra.
Gli elettori di Sesto San Giovanni, roccaforte operaia storica un tempo psi-pci, piuttosto che votare un pd imitazione del centro-destra hanno preferito votare direttamente il centro-destra.

In un paese normale si attenderebbero in queste ore le dimissioni del segretario Pd.

Ballottaggi Elettorali. Gli elettori affossano il Pd; chiacchiere per chiacchiere preferiscono quelle berlusconiane

 L'Italia ieri è andata al voto in 111 comuni, tra cui 19 capoluoghi di provincia e tre di regione per il secondo turno delle elezioni amministrative.
Il centrodestra vince a Genova, Catanzaro e L’Aquila, mentre al centrosinistra vanno Taranto e Padova. Confermato a Parma l’ex cinque stelle Pizzarotti, con i grillini che vincono a Carrara. Bassa l’affluenza, al 48%, otto punti in meno rispetto al primo turno di due settimane fa.

Marco Bucci,  sarà il primo sindaco di centrodestra nella storia di Genova. Con il 55% dei voti il candidato sostenuto tra gli altri da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, ha battuto l’uomo del centrosinistra Gianni Crivello. Il centrodestra ottiene la vittoria anche a L’Aquila, a Catanzaro  e a Verona. Prima volta di un sindaco di centrodestra anche a Pistoia e Sesto San Giovanni, storica roccaforte della Sinistra Socialista_Comunista.
In totale sono 15 i capoluoghi vinti dal centrodestra, mentre il centrosinistra 
vince  a Lecce  e si aggiudica Taranto.

La riflessione che facciamo è che chi vuole imitare i chiacchieroni non fa altro che passare la palla a chi chiacchierone lo è da antica data.

domenica 25 giugno 2017

Conoscere la Storia fa bene allo spirito. In un contesto di grande interesse e curiosità si è svolto il "gemellaggio" Enna/Contessa Entellina

Alla presenza di apprezzati archeologi, studiosi di Storia, amministratori del Comune di Enna e di Contessa, nonchè dei non moltissimi amanti della storia locale e del territorio locale, nell'Aula Consiliare si è svolta una interessantissima rievocazione delle vicende di amicizia e di incontro fra l'Entella dei tempi che furono e la città di Enna, che agli entellini in momenti di seria difficoltà (più o meno nel periodo delle guerre puniche) offrì ospitalità, testimoniata da una delle tavole bronzee che riportano i ben noti "decreti entellini".

Interessante è stata la cornice con cui il sindaco di Contessa e quello di Enna hanno aperto i lavori: l'immigrazione dei popoli non è una vicenda dei nostri giorni e il sentimento di ospitalità dei migranti "forzati" è intrinseco alla natura dell'uomo.

Questa vera e seria introduzione ci auguriamo nel nostro animo che -a Contessa Entellina- possa avere almeno alcuni segni di concretezza, che smentiscano infelici episodi "trascorsi".

Pavel A. Florenskij. Una figura del Cristianesimo del Novecento

"L'essenza stessa della percezione geniale 
del mondo sta nella capacità di penetrare 
nel profondo delle cose, mentre l'essenza 
della percezione illusoria sta nel nascondere 
a se stessi la realtà.“

Florenskij è stato un uomo multiforme (da qui l'appellativo di Leonardo da Vinci russo o di Pascal russo e persino di Platone russo): scriveva e riscriveva, dettava e correggeva instancabilmente, giorno e notte, progettava di continuo nuovi interventi, sia in campo scientifico-matematico, sia in campo teologico-filosofico-artistico.

I suoi pensieri  e le sue opere sono raramente chiuse, definitive, complete. 
Gli storici che dopo il crollo del comunismo -nei recenti anni novanta del '900- hanno potuto accedere finalmente ai suoi carteggi si ritrovano a disposizione solo il risultato finale del lavoro ma riescono -dal di dentro- a ricostruire l’evoluzione del suo pensiero, come in laboratorio.

Nei numerosi testi sia scientifici che teologici il pensiero matematico è sempre presente e non viene mai meno; lo si coglie nella trama della narrazione e nel contenuto. 

I libri propriamente matematici “Il numero come forma”, quello su Georg Cantor, quello sulla teoria degli insiemi, sulla continuità, sulla topologia e altri ancora evidenziano la sua passione per quella materia fin da quando era studente di matematica all'Università. Ma la visione, lo sguardo di Florenskij è sempre rivolto altrove, alla rivelazione di una concezione generale del mondo, il cui senso finale, ultimo, non può che essere nell'Uno. In quell'Uno che egli chiama la "Verità". La matematica e la scienza hanno sempre un ruolo strumentale per poter leggere la "natura".

Una importante svolta nella vita di Florenskij, ormai gia' riconosciuto ed affermato giovane intellettuale e matematico, si ha quando per affermare la sua Fede cristiana decide di divenire membro della Chiesa ortodossa.
La scelta suscita stupore negli ambienti intellettuali di Mosca e soprattutto nella 
cerchia degli amici e degli ex compagni dell'Universita'.

Nel 1914 pubblica quello che oggi viene definita "summa del pensiero teologico ortodosso", capolavoro del pensiero filosofico-teologico contemporaneo, 
La colonna e il fondamento della verità/ 
Saggio di teodicea ortodossa in dodici lettere.   
Egli si innamora della tradizione antica dei Padri della Chiesa Bizantina e si lascia catturare dal  clima spirituale delle mai brevi celebrazioni di quel rito. Si dà con fervore allo studio della teologia e si mette, da sacerdote, al servizio della Chiesa russa.

Gli ultimi anni della sua vita, quelli del gulag, sono la conferma della sua fedeltà alla Chiesa e della strada da lui intrapresa. L'arresto nel 1933, i lavori forzati nel lager di Skovorodino e poi le coercizioni fisiche e psicologiche nel lager di concentramento sulle isole Solovki, sono  vissuti con dolore per l'allontanamento dalla famiglia ma nella    convinzione che quella situazione andava vissuta con la fede in Dio e nella sua Provvidenza.

Florenskij: un gigante del Novecento

La sua sorte si compie nel 1937 con la condanna a morte.

Essere stato sacerdote e insieme scienziato costituiva una smentita vivente dell'ideologia comunista, per la quale la fede era solo ignoranza: la dittatura non poteva tollerarlo e non lo tollerò, infatti. 
Da una lettera del 1917 emerge la sua inconfondibile personalità: «Nello spazio ampio della mia anima non vi sono leggi, non voglio la legalità, non riesco ad apprezzarla... Non mi turba nessun ostacolo costruito da mani d'uomo: lo brucio, lo spacco, diventando di nuovo libero, lasciandomi portare dal soffio del vento, dallo Spirito». 
Eccoci -in questo breve brano- ci troviamo al cospetto di un nesso incandescente: la dedizione assoluta per «la colonna e il fondamento della verità» e insieme la vibrante ribellione a ogni legaccio della libertà. 

Si comprende -in questo breve brano della lettera del 1917- così come non solo per il regime comunista ma anche per la Chiesa gerarchica il suo pensiero era ed è destabilizzante, tant'è che ancora oggi, nonostante il martirio e l'assoluta testimonianza cristiana, Florenskij non è stato beatificato dalla Chiesa che, in Oriente come in Occidente, diffida sempre di chi per vie inesplorate perviene alla Verità.

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Finora abbiamo provato a presentare la figura e il contesto storico-ambientare in cui padre Pavel Floreskij è vissuto.
Dalla prossima pagina dedicheremo a lui tratti e riflessioni su uno dei suoi tantissimi libri. Si pensi che in Italia e in tutto l'Occidente la bibliografia su Florenskij è oltre la possibilità di numerarla.

Come testo che proveremo a seguire abbiamo scelto "La filosofa del culto" curata per l'edizione italiana da Natalino Valentini. La scelta si spiega perchè consente agli arbëresh di meglio intendere la Liturgia, che ovviamente in Russia è quella bizantina.

Precedenti interventi su Florenskij
5 Giugno (cliccare sopra)
10 Giugno (cliccare sopra)

Con le immagini ... ... è più facile

Una classe dirigente che cura gli affari propri (siamo infatti il Paese più corrotto dell'Occidente) gestisce persino le "Banche" che falliscono grazie alle "grandi" competenze dei propri papà, dei propri amici e degli amici degli amici.  


















QUALE IL FUTURO DELLE GENERAZIONI CHE SEGUONO ?















Continua ad aumentare il gap tra Nord e Sud dove un cittadino su due è a rischio povertà. 
E' l'analisi compiuta dalla Cgia di Mestre che ha messo a confronto gli andamenti del Pil pro-capite, dell'occupazione, della disoccupazione e dell'esclusione sociale.

sabato 24 giugno 2017

FLASH sulla nostra Storia

Storia agraria sulla 
fondazione di Contessa

Cosa sta a monte della fondazione dii Contessa nella seconda metà del XV secolo ?
E' certo che l'insediamento degli arbëreshe in quest'angolo di Sicilia dove ancora non esistevano Menfi, Santa Margherita B., Montevago, Salaparuta, Poggioreale, Camporeale, Roccamena, non ha nulla a che fare con la bontà d'animo dei Peralta-Cardona rispetto a gente che fuggiva dall'avanzata ottomana nei Balcani, nè col desiderio dei cattolicissimi regnanti di Spagna di volere nel dominio siculo dei cristiani di confessione ortodossa, dopo avere espulso e/o accingersi ancora ad espellere complessivamente duecentomila ebrei su una popolazione complessiva inferiore ai cinquecentomila residenti.   

La spiegazione sulla disponibilità dei Peralta-Cardona è tutta contenuta nella seguente descrizione del prof. Orazio Cancila, dell'Università di Palermo. 
"I dati storici confermano senza ombra di dubbio che la Sicilia -spopolata- aveva necessità di braccia poichè l'intera struttura produttiva mostrava nel declinare del XV secolo la drastica diminuzione complessiva di reddito.
In una economia prettamente agricola l'incremento della produzione può realizzarsi  o attraverso trasformazioni tecniche che migliorino le rese e la produttività, oppure con l'allargamento di talune coltivazioni a danno di altre, e in particolare dei pascoli e dei boschi.
Il sistema  più seguito in Sicilia (ndr. dai baroni) era purtroppo la riconversione colturale: dalla boscaglia o dal prato alla cerealicoltura, dalla cerealicoltura alla viticoltura e alle colture specializzate in genere, secondo le esigenze del mercato  e la disponibilità di mezzi.  
Non miglioramenti tecnici capaci di determinare un aumento delle rese e un più alto rendimento del lavoro rispetto al passato, nè modifiche sostanziali  delle forme di gestione della terra e dei rapporti di produzione  per migliorare la produttività, nè reinvestimento dei profitti nell'agricoltura, ma il ricorso ad un sovrappiù di lavoro per mettere a coltura spazi più ampi, talora anche al di là d qualsiasi convenienza economica.
Era il sistema più facile  e meno costoso, perchè raramente la riconversione colturale avveniva a spese della proprietà: quasi sempre, infatti, l'onere ricadeva sui conduttori che si impegnavano in miglioramenti fondiari su terreni ottenuti in enfiteusi e per i quali pagavano il censo".        

Contessa Entellina. Aspettando il Bilancio di Previsione

Nei giorni scorsi è andata a vuoto la sessione consiliare nel Comune di Contessa Entellina che avrebbe dovuto prendere in esame lo schema di bilancio dell'esercizio 2017, quando già metà annata è sostanzialmente trascorsa.

Pare che la motivazione sulla seduta "deserta" sia dovuta alla ancora non completa documentazione da sottoporre alla valutazione dei consiglieri.  

Da qualche anno l'assetto contabile dell'intera Pubblica Amministrazione ha subito profonde modifiche al fine di renderlo più trasparente e soprattutto al fine di rendere improbabili le acrobazie contabili di burocrati e politicanti nella gestione del denaro pubblico.
    
La parte più innovativa della riforma contabile, di cui al Decreto legislativo 118/2011, è rappresentata dalla maggiore dignità acquisita dalla contabilità economico-patrimoniale, e dall’introduzione del bilancio consolidato per il gruppo amministrazioni pubbliche. 
Il processo di integrazione tra la contabilità finanziaria (profondamente rinnovata attraverso il nuovo principio della competenza finanziaria “potenziata”) e la contabilità economico-patrimoniale, insieme alla centralità del piano dei conti integrato e del bilancio consolidato, consentono di fornire alle amministrazioni pubbliche italiane (soprattutto ai grossi enti locali) e quindi ai consiglieri chiamati ad esprimere il "voto" un serio modello di accountability, funzionale nell’impiego delle risorse pubbliche e nel rendicontarne l’uso, sia sul piano della regolarità dei conti, sia su quello dell’efficacia della gestione. 


Stefano Rodotà. In una Italia di persone perfette sarebbe stato il migliore Presidente della Repubblica. Era un arbëreshë

E’ morto Stefano Rodota‘. Parlamentare, studioso, docente, primo presidente dell’Autorita’ Garante per la Protezione dei Dati Personali, Rodota’ originario di un famiglia albanese della comunità  arbëreshë, aveva 84 anni.
La famiglia Rodotà annoverato, fra il XVII e il XVIII secolo, grandi figure di intellettuali e di alti prelati religiosi che hanno influito presso la sede papale di Roma (per la verità, non con soddisfacenti risultati) sul destino e sullo stato giuridico-religioso degli  arbëreshë dell'intero Meridione d'Italia, pure di Sicilia.
Quella di Stefano Rodotà è stata una vita spesa per i diritti individuali, in particolare dei piu’ deboli; professore universitario, parlamentare, studioso, militante e dirigente della sinistra socialista e "indipendente" e poi pds.
Nato nel 1933 a Cosenza, da una famiglia arbëreshë originaria di San Benedetto Ullano, nel 1955 si laurea a Roma in giurisprudenza alla Sapienza. In politica, dopo gli inizi nel Partito Radicale di Mario Pannunzio e alcuni trascorsi nel psi nella componente di Riccardo Lmbardi, viene eletto deputato nel 1979 come indipendente del pds.
Dopo la svolta della Bolognina, aderisce al Partito Democratico della Sinistra.
Il suo impegno politico ha sempre coinciso con la difesa dei diritti. Dal 1997 al 2005 è stato il primo Presidente del Garante per la protezione dei dati personali. Gli studi sul diritto alla riservatezza e all’oblio ne fanno uno dei piu’ grandi esperti di privacy e diritti individuali
Ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma, dove è stato professore ordinario di diritto civile e dove gli è stato conferito il titolo di professore emerito. Ha insegnato in molte università europee, negli Stati Uniti d’America, in America Latina, Canada, Australia e India.
È stato professore invitato presso l’All Souls College di Oxford e la Stanford School of Law. Rodota’ ha sempre affiancato all’attivita’ accademica l’impegno sociale, caratteristica che lo ha portato ad essere candidato per l’elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013, votato dal Movimento 5 Stelle e da Sinistra Ecologia Libertà.
Negli ultimi anni i suoi interessi si sono concentrati sulla relazione tra internet e tutela dei diritti.
La camera ardente di Stefano Rodotà verrà aperta oggi alle 16 nella sala Aldo Moro di Montecitorio. Resterà aperta anche domani, dalle 10 alle 19.

venerdì 23 giugno 2017

I Vaccini. Nella società della diffidenza e del dubbio nessuno si fida

Occasione per rievocare
il prof. Umberto Veronese
e il dott. Giuseppe Amico

Accendere la tv, sfogliare i giornali oppure navigare su internet implica inevitabilmente di imbattersi sul tema "resistenza e scetticismo sull'utilità  e sulla necessità delle vaccinazioni".

Decenni fà, e comunque per chi è cresciuto nel dopoguerra, nessun interrogativo veniva posto sull'utilità delle vaccinazioni. Noi a Contessa ponevamo una fiducia assoluta nella medicina e in chi la impersonava. Il dottor Giuseppe Amico, medico condotto e ufficiale sanitario dagli anni cinquanta agli anni ottanta, era l'istituzione che garantiva che le vaccinazioni erano tra gli interventi preventivi più efficaci a disposizione della scienza; e tutti noi, ragazzi e genitori, non sollevavamo obiezioni. Anche perchè i genitori raccontavano che nei decenni precedenti la mortalità infantile era più che diffusa nell'isola.

La storia dell'umanità racconta di virus che popolano la terra ed insidiano la salute dell'uomo e di scoperte relativamente recente dei vaccini che sono riusciti a sconfiggere molte epidemie che decimavano le popolazioni, ed i bambini in modo particolare.  

Su questo tema il ricordo di chi scrive è andato sul dottore Giuseppe Amico, grande protagonista della vita sociale del nostro paese nella seconda metà del Novecento che merita più di qualche rievocazione sul nostro Blog, cosa che faremo in prosieguo.
Andando indietro di qualche secolo nella storia ci imbatteremo, peraltro, in più casi di epidemie che hanno fatto strage della popolazione di Contessa, del Belice e pure della città di Palermo. 
I rimedi usati per fronteggiare quelle epidemie oggi appaiono inadeguati, ridicoli e pure controproducenti.

Oggi la Fondazione Veronesi svolge ampia divulgazione e informazione scientifica per aiutare chiunque a mantenere uno stato di salute ottimale. Eppure la polemica fra un legame tra vaccinazione e talune patologie riemerge frequentemente.
Il professore Veronesi sosteneva che i rischi e gli effetti collaterali della vaccinazione sono molto rari e comunque sono da considerare molto maggiori i rischi derivanti  dal contrarre malattie infettive contro cui si fanno le vaccinazioni. 

Nessuno ovviamente vuole delegittimare le preoccupazioni dei genitori, che doverosamente devono   provare a capire e a conoscere tutte le motivazioni sulla problematica.

La cosa certa è che in Occidente la scienza (e con essa le vaccinazioni dei bambini) ha debellato varie epidemie e protetto la vita della popolazione infantile.

Politica. Cosa distingue ancora la destra dalla sinistra

Il mondo che cambia

In Francia Macron, un liberale ha assunto la guida del paese. La Sinistra, ancora concentrata sul discrimine "sociale" rispetto alla destra liberista che in Italia ingloba pure il pd, perde terreno. In Italia la situazione è ancora più lacerante. Dalla scomparsa del Pci e del Psi sono sorte decine e decine di sigle che, oggi, assemblate per il loro iimpegno "sociale", ossia di interesse sulla questione sociale, difficilmente superano il 6 o il 7%.

Con sinistra, si indica
la componente del Parlamento
che siede alla 
sinistra del Presidente
dell'assemblea e che persegue

posizioni politiche egualitariste 
e progressiste,
opposte rispetto a quelle
della 
destra.
Sta nascendo comunque nel mondo una Sinistra che punta la propria attenzione -sì- sulla questione "sociale", ma che sia nel vecchio continente che sul resto del pianeta sta inestricabilmente associando alla "condizione umana" nell'ambito delle questioni socio-economiche anche i temi della "condizione umana" nell'ambito dell'ecologia. Da qui il riplasmarsi della Sinistra dalle tematiche tipicamente socialdemocratiche a quelle economiche e pure ambientali.
    
L'Unione Europea, nel cui ambito i partiti socialdemocratici costituiscono tuttora forze di governo, recentemente, a Taormina nel G7, ha concentrato gli sforzi per evitare strappi e salvare gli accordi di Parigi - o meglio l’accordo sulla lotta al cambiamento climatico sottoscritto nella capitale francese nel 2015 sotto l’egida dell’Onu da parte di 200 Paesi e firmato per gli Stati Uniti dal predecessore e nemesi di Trump, Barack Obama.
I temi ambientali distinguono, con una linea non ancora nettamente nitida la destra liberista e sovranista (governata dall'egoismo economicista) da una sinistra che si va sempre più tingendo, nei paesi sviluppati, di verde e che resta socialdemocratica nei paesi in sviluppo. 

Contessa Entellina. Una foto alla volta

(Foto dell'archivio prof. Anton Blok)

























CHI OGGI NON E' ULTRASESSANTENNE CON DIFFICOLTA' RICONOSCE NELLA FOTO 
CONTESSA ENTELLINA

--Così appariva il paese pre-terremoto.
--Così appariva il paese pre-rimboschimento di Brjgnet.
--Così appariva il paese che contava poco più di 3000 abitanti, quando l'emigrazione post-guerra non era ancora iniziata. 

Molti visitatori del Blog troveranno difficoltà a bene orientarsi per la semplice ragione che il punto di ripresa del panorama non è "consueto".  
Esso è infatti posizionato nella c.da Contesse (e non nell'abituale c.da Cascia) e riprende bene -infatti- la c.da Gioacchino con la sua antica "trazzera" di accesso al paese nonché la strada consortile (allora teoricamente carrozzabile) proveniente da Vaccarizzo.

Al di là del limite di sbocco della "trazzera Gioacchino" - iniziava una ampia area più o meno pianeggiante che da c.da Fuisa si estendeva fino alla strada provinciale presso il campo sportivo e fino alla via Palermo che il punto di ripresa della foto non coglie, perché quell'area era declinante verso il centro abitato. 

In quell'area pianeggiante e in buona parte allora alberata in estate trovava postazione la trebbia di don Cocò LoIacono e nella zona più prossima alla strada provinciale (nella parte alta dell'attuale Via I° Maggio) altra trebbia concorrente. 

In quell'area, relativamente pianeggiante ed ampia e declinante verso il vecchio centro urbano, è stata realizzata la zona di espansione post-terremoto. 

martedì 20 giugno 2017

Dissero ... ...

"Quando penso che i grandi capi bolscevichi pretendevano di creare una classe operaia libera e che nessuno di loro -Trockij certamente no, Lenin nemmeno credo- ha mai messo piede in una fabbrica ... la politica mi appare come una sinistra buffonata".
Simone Weil

(Parigi3 febbraio 1909 – Ashford24 agosto 1943
è stata filosofamistica e scrittrice francese, la cui fama è legata, 
alla produzione saggistico-letteraria, alle drammatiche 
vicende esistenziali 
(dalla scelta di lasciare l'insegnamento per sperimentare 
la condizione operaia, fino all'impegno come attivista 
partigiana, nonostante i persistenti problemi di salute)


Pure Cristina Campo* era una scrittrice convinta che tra la vita ed il pensiero, tra vita ed opere non ci deve essere contrasto e neppure contiguità, ma perfetta identificazione. 

*(Bologna28 aprile 1923 – Roma10 gennaio 1977), è stata una scrittricepoetessa e traduttrice

lunedì 19 giugno 2017

Contessa Entellna. Domenica prossima nell'Aula Consiliare sarà rievocata l'antica amicizia fra Entella-Enna

Reperti Entellini del 3° secolo avanti Cristo, incisi nel bronzo parlano di ringraziamenti rivolti a varie comunità siciliane e in qualche caso a singole persone che in vario modo prestarono aiuto alle popolazioni di origine Elima nel periodo corrispondente all'incirca alla 1° guerra punica quando furono costrette ad abbandonare le città di Entella e Nakone e si ritrovarono a girovagare da profughi.
Dalla ricostruzione storica sappiamo che dopo un numero imprecisato di anni gli abitanti di Entella tornarono nella loro città e vollero ringraziare solennemente tutti coloro che li avevano aiutati durante la diaspora e lo fecero dedicando ad ogni benefattore una tavoletta in bronzo con una breve descrizione dell’aiuto ricevuto e con il conferimento di quel che oggi sarebbe considerata una “cittadinanza onoraria”.
Enna fu la città che diede l’aiuto più consistente agli Entellini. Questi vissero in quella città per parecchi anni e dopo il ritorno in patria ringraziarono gli Ennesi con la tavoletta classificata come A2 esprimendo riconoscenza per il trattamento ricevuto e dichiarando che gli abitanti della città amica avrebbero potuto per sempre considerare Entella come “casa loro”.