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lunedì 22 maggio 2017

Musica sacra. Chi canta prega due volte


Nel tardo pomeriggio di ieri il coro "Padre Lorenzo Tardo" della Chiesa Parrocchiale dell'Annunziata e di San Nicolo' si è esibito in concerto col suo storico repertorio di canti arbereshe e di canti liturgici bizantini nell'impareggiabile scenario della Chiesa della Martorana, a Palermo.

A suscitare l'amplia soddisfazione del numeroso pubblico accorso nella Chiesa di Piazza Bellini, oltre alla bravura dei coristi, e' stata la solida maestria musicale del Parroco di Contessa Entellina Papas Nicola Cuccia,  direttore del coro.


Cosa conosciamo del canto liturgico bizantino ?
Nel contesto della Liturgia bizantina al canto, sia corale che solista, e' attribuito un ruolo rilevante. Tutto cio' che il sacerdote e il diacono proclamano a voce alta viene cantato.
Gli stessi brani evangelici, gli scritti degli apostoli, il salterio vengono ordinariamente cantati, in retto tono o in semplici melodie.
Nella tradizione bizantina, a differenza dei contesti cattolico-romano e protestanti, le celebrazioni liturgiche vanno cantate in forma recitativa e per questa ragione anche nelle chiese piu' sperdute di campagna ci sono sempre almeno due o tre cantori. Ed i canti non sono liberi secondo la loro fantasia, ma devono essere accordati col decorso dell'anno liturgico.

Lo sviluppo all'interno della cultura musicale bizantina della musica sacra cristiana comincia sin dall'epoca della Chiesa delle origini in Palestina, continua quindi all'interno dell'Impero Romano d'Oriente, a Costantinopoli, nei Balcani, nei paesi slavi e oggi un po' in tutti i paesi del mondo dove si sono insediate le molteplici diaspora delle popolazioni medio orientali e dell'est Europa.
Dai tratti storici del canto liturgico sara' facile imbattersi in alcuni contenuti teologici e -in proposito- un grande maestro russo  di musica bizantina vivente ha scritto che e' impossibile comprendere il canto sacro bizantino, cosi' come le icone,  fuori dal contesto della liturgia.

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