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domenica 30 aprile 2017

Italiani più poveri. Il ventennio della seconda repubblica

Dati sconfortanti, che fotografano una
situazione di forte crisi economica nel
Belpaese. Colpiti le fasce povere e la
classe media.
Negli ultimi 20 anni i redditi della classe media italiana ha subito un taglio del 20% dal 1991 al 2010
Nel medesimo periodo è andato giù del 23% anche il reddito delle fasce basse.
Lo scenario che vine fuori mostra il nostro Paese (tra quelli Ue) come quello che ha subito il maggior impoverimento. I partiti che l'hanno governato li conosciamo: il Pdl ed il Pd.  

Dal dossier emerge che dal 1991 al 2010 la classe media si è espansa invece ampiamente in Francia, Olanda e Regno Unito.
Negli Stati Uniti, si è ridotta, al pari che in Germania, Italia e Spagna.

Ricordo delle vittime di Portella della Ginestra

Portella della Ginestra
Associazione dei familiari e
dei sopravvissuti della strage
del 1° Maggio 1947


ANCORA UN PRIMO MAGGIO SENZA VERITÀ E GIUSTIZIA
DON LUIGI CIOTTI CELEBRA UNA MESSA A SUFFRAGIO DELLE VITTIME
L’ARTISTA ETTORE DE CONCILIIS DONA UNA PITTURA
ALL’ASS. PORTELLA DELLA GINESTRA

Ieri 29 aprile 2017, alle ore 10,30, nella Cattedrale di San Demetrio a Piana degli Albanesi per il 70° anniversario della strage di Portella della Ginestra eseguita da Salvatore Giuliano con la sua banda il Primo Maggio 1947 su ordine delle forze agrarie reazionarie e mafiose è stata officiata da don Luigi Ciotti e dall’Eparca Giorgio Demetrio Gallaro una messa a suffragio delle vittime.
Al termine della celebrazione liturgica la critica d’arte Marina Pizziolo ha presentat l’opera pittorica realizzata dall’artista Ettore de Conciliis, in “Omaggio alle vittime di Portella della Ginestra, a Nicola Barbato e ai caduti del movimento contadino di Piana degli Albanesi”.
Purtroppo anche questo anniversario è ancora stato caratterizzato dalla mancanza di verità e di giustizia.
La richiesta alle massime Autorità dello Stato di rendere pubblici tutti gli atti istruttori relativi al procedimento sui mandanti di Portella istruito negli anni ’50 dalla Procura di Palermo non è stata ancora accolta nonostante la direttiva Prodi del 2 maggio 1998 di desecretare tutti i documenti attinenti la strage di Portella della Ginestra. In quelle carte si trovano le ultime ed inedite dichiarazioni di Gaspare Pisciotta sui mandanti della strage rese poco prima di essere ucciso nel carcere Ucciardone di Palermo.

Non abbiamo ricevuto tutt’ora neanche risposta alla richiesta di rendere pubblici, seguendo l’esempio della FBI, i fascicoli sui mafiosi, che imperavano in Sicilia nei primi anni del secondo dopoguerra, molti dei quali ebbero rapporti criminali con Salvatore Giuliano, che secondo le ultime ricerche storiche era un uomo d’onore della mafiosa di Montelepre. Fascicoli che sono ancora oggi depositati negli archivi dell’Arma dei Carabinieri e delle Questure di Palermo e Trapani, all’interno dei quali molto probabilmente potremmo finalmente trovare le tracce per scoprire la tanta agognata verità.

Sicilia. Se non paghiamo tutti ...

dal GIORNALE DI SICILIA






























Sicilia sui giornali. Sfogliandoli capiamo chi siamo noi e capiamo inoltre che con questa classe dirigente non esistono programmi per un domani migliore






Hanno detto ... ...


E' difficile da credere, e vorremmo 
che non sia così.
MARCO ZEPIERI, collaboratore della Fondazione Petro Nenni

“Nella post verità, quando, come si ritiene negli uffici del presidente degli Stati Uniti, non esiste il fatto vero ma “fatti alternativi”, l’identificazione di factum e verum di vichiana memoria viene demolita alle fondamenta. Con Vico il “fatto” e la “verità” si consentivano vicendevolmente di esistere; nella post verità, logica vuole che muoiano entrambi. Affermare che il fatto non esiste è affermare che non esiste più la verità perché la verità non può che essere una. Se non esiste la verità esiste il falso. Nel mondo della falsità, il nazional-populismo sguazza alla grande, è il suo ambiente elettivo, essendo basato non sullo sforzo della ragione ma sulle passioni”

Ong: "Soccorsi su appuntamento?"

E' difficile da credere, e vorremmo 
che non sia così.

venerdì 28 aprile 2017

Contessa Entellina. Una foto alla volta

CHIOSTRO DEL MONASTERO DI
SANTA MARIA DEL BOSCO DI CALATAMAURO
E' attribuito ad Antonio Muttone, milanese di origine, chiamato all'incarico per esprimere ed affermare il linguaggio classicista allora tanto caro agli ordini religiosi.
I lavori di avvio dl Chiosco iniziarono nel 1593 e terminati nel 1646.

Muttone è stato l'architetto chiamato ad esprimere il nuovo linguaggio colto del Rinascimento pure nella realizzazione a Palermo della Chiesa di S. Ignazio all'Olivella, a tre navate su colonne.


 

Contessa Entellina. Sarà sistemato e ri-pavimentato un secondo lotto della Via Lala

Si tratta di un intervento le cui intenzioni di realizzazione affondano negli anni andati e che sono state accompagnate da polemiche circa le possibili fonti di finanziamento. 
In seguito al mancato finanziamento regionale del cantiere, l'Amministrazione intende adesso procedere utilizzando il mutuo acceso presso la Cassa Depositi e Prestiti sin dal 2012.   

Il direttore del cantiere è stato individuato nei giorni scorsi per sorteggio (pubblico) fra sette aspiranti.

Partito Democratico. Vorrebbe rinnovarsi senza rinnovarsi

Primarie Pd, come e dove votare a Palermo e provincia

Domenica prossima -30 aprile- si svolgeranno le primarie del Pd. 

Per l'intera giornata si potrà contribuire a scegliere il segretario. 


Gli sfidanti sono 
--l'ex premier Matteo Renzi, 
--il ministro della Giustizia Andrea Orlando 
--e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.



giovedì 27 aprile 2017

Flash sulla nostra Storia


Feudi, nobili e masserie

I nobili della Sicilia occidentale - principi, duchi, conti, marchesi, grandi di Spagna col diritto di tenere il cappello in testa davanti al re  - ancora all'inizio dell'Ottocento, e nonostante i precedenti tentativi del "riformismo" borbonico (Vedi: Caracciolo) di disarcionarli, vivevano in fastosi palazzi di Palermo grazie ai feudi che possedevano, anche se mai li avevano visitati o sapevano dove stessero.

A quei tempi, ogni feudo superava i mille ettari, ma il signore non li amministrava direttamente, anche perche' vivendo a Palermo preferiva non allestire una incontrollata gestione diretta.
A partire dal Settecento -per la migliore economicità produttiva- si era proceduto allo spezzettamento del patrimonio feudale nelle “masserie”, grandi agglomerati edili con ampi spazzi per magazzini, depositi e stalle che dominavano su decine e decine di ettari.  
Il feudo, suddiviso quindi in masserie, veniva dato in affitto col sistema delle gabelle: per una somma annuale fissa – anche se talvolta in natura - a prescindere dall'andamento dell'annata agraria. Il canone d'affitto era conseguentemente più basso della rendita effettiva del terreno al fine di  garantire un guadagno all'affittuario che, dal sistema, prendeva il nome di “gabellotto”. 
A loro volta, i gabellotti -che provenivano dalle file dei cosiddetti "civili" dei paesi feudali- coltivavano a conduzione diretta la terra e/o la sfruttavano con consistenti allevamenti di bestiame- e in questi casi riservavano ad essi  “il cuore” piu' fertile della masseria - oppure la subaffittavano  ai piccoli burgisi dei paesi che gravitavano sulla realta' feudale dopo averla suddivisa in lotti di diverse dimensioni; così il feudo veniva sfruttato per intero.
I "civili" erano in un certo senso dei  “capitalisti” ma non proprietari, perché la terra apparteneva ai nobili; essi avevano il denaro contante, le sementi, gli aratri ed  il bestiame; peraltro dalle loro file provenivano  i preti, gli avvocati, i notai, i medici dei rispettivi paesi feudali. Avevano quindi la cognizione ed il controllo "politico-sociale" della Sicilia feudale.

Viabilità in Sicilia. Non esiste manutenzione

Le strade provinciali da noi è
normale che vengano tenute in
dissesto.
(Foto: percorso
Piano Cavaliere/Cozzo
Finocchio)
La Cisl Siciliana, sindacato non distante dai centri d Potere dell'isola denuncia, nel presentare il suo recente Congresso del comparto costruzioni:


"Crollano le strade in Sicilia e crollano anche gli appalti pubblici. Intanto, nonostante la drammatica carenza di infrastrutture, 100 mila posti di lavoro nel settore dell’edilizia sono andati in fumo, i fondi dei Patti per la Sicilia e delle 3 città metropolitane sono per lo più ancora fermi e 11 miliardi di euro sono a rischio.
Questo è il quadro drammatico del settore delle costruzioni nell’isola".


Lo dice la Cisl che nel governo dell'isola ha parte non secondaria. 
E' un pò come dire "La colpa è ... degli altri".

Sicilia che arretra. La terra dove prosperano i politicanti e mancano i "politici"

Lo spostamento sempre più numeroso di abitanti siciliani verso le maggiori città del Centro-Nord è oggi evidente e sarà sempre più marcato nei prossimi decenni.
Il numero di residenti in Sicilia è destinato a calare e pure drasticamente. 
E' il frutto delle migrazioni dei giovani verso i grandi centri d’Italia per la ricerca di lavoro, ma anche dei tassi di nascita sempre più bassi col parallelo aumento della mortalità.

L’Italia va palesandosi come paese vecchio, la Sicilia terra senza progetti e senza investimenti per l'oggi e per il domani e senza vere classi dirigenti, non è da meno, anzi. 

A conferma di ciò anche i dati sulla vita media degli italiani che crescerebbe fino a 86,1 anni per uomini e fino a 90,2 anni per le donne (nel 2015 invece i dati erano rispettivamente di 80,1 e 84,6 anni). 
Il risultato – secondo l’Istat – sarà che in Sicilia in particolare resterà a vivere solo una popolazione per lo più anziana che non avrà alle spalle una forza lavoro in grado di contribuire all’economia isolana. 

Al contrario, si assisterà ad un progressivo calo della popolazione giovane e ad un parallelo aumento (triplicato nei numeri rispetto ad oggi) degli over 65 e over 85.

sabato 22 aprile 2017

Enti Locali. In Sicilia i bilanci di previsione da anni -con Crocetta- sono divenuti consuntivi

GIORNALE DI SICILIA

PALERMO ···

Bilanci non approvati, la Regione invia i commissari in tutti i Comuni siciliani. Ma è una mossa che indispettisce il Pd, pronto a portare il caso all'Ars. L'assessorato agli Enti Locali, guidato da Luisa Lantieri, ha avviato la procedura di commissariamento di tutti i sindaci. Il punto di partenza è la mancata approvazione del bilancio di previsione entro il termine del 30 marzo. È noto - per stessa ammissione dell'Anci - che nessun sindaco ha fatto in tempo. E ora la procedura prevede che entro 5 giorni ogni sindaco comunichi lo stato del bilancio alla Regione. Nei successivi dieci giorni l'assessorato invierà un commissario ad acta che si occuperà della redazione del bilancio. 
La Regione si sta muovendo sul piano amministrativo ma la mossa dell'assessorato ha acuito ancora di più lo scontro fra sindaci e Regione, frutto anche della recente legge che prevede la decadenza dei sindaci ogni volta che sussista un motivo di decadenza del consiglio comunale (e la mancata approvazione del bilancio rientra in questa fattispecie). E così, anche se l'assessorato ha precisato che il commissariamento non implica che si arrivi anche alla decadenza del sindaco, l'Anci ieri ha chiesto al presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone un incontro per affrontare il problema degli enti locali prima che la Finanziaria venga approvata: il vertice si terrà martedì a mezzogiorno. 
Il problema dei finanziamenti regionali ridotti resta, secondo i sindaci, il vero motivo che ha impedito finora l'approvazione dei bilanci. 1340 milioni previsti in Finanziaria non sono ritenuti sufficienti: «Anche per il 2017 gli enti locali rischiano di doversi confrontare, a fine aprile, con trasferimenti regionali ridotti sulla parte corrente e ancora una volta azzerati per le spese per investimenti» hanno detto Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano. 
I sindaci non hanno gradito una norma (non definitivamente approvata) che impone loro di destinare il 10% dei finanziamenti ordinari all'assistenza ai disabili: «Occorre evitare di indebolirci attraverso scelte legislative adeguate, le necessario risorse finanziarie e certamente evitando norme come quelle sulla decadenza che rischiano di generare una inaccettabile instabilità». 
L'appello dell'Anci è stato raccolto dal Pd, segnale che sulle prossime norme della Finanziaria si aprirà un altro braccio di ferro: «Bisogna restituire alle autonomie locali la certezza della governabilità - hanno detto Alice Anselmo e Giovanni Panepinto - per questo abbiamo proposto la presentazione di un emendamento per abrogare la norma che prevede la decadenza dei sindaci in caso di mancata approvazione del bilancio comunale. Invitiamo inoltre l'assessore agli enti locali a sospendere la verifica nei Comuni che non hanno adottato gli strumenti finanziari. Questa sanzione, nata con l'obiettivo di accelerare l'approvazione dei bilanci nelle amministrazioni locali, crea in realtà più problemi di quelli che risolve». 
L'approvazione di questo emendamento è stata auspicata anche dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. Forza Italia, con Marco Falcone, chiede invece a Crocetta di aumentare i fondi a favore dei sindaci: «Cinquantacinque Comuni sono in condizioni strutturalmente deficitarie, 22 hanno dichiarato il dissesto, oltre 50 sono pronti a cadere nell'una o nell'altra categoria. Questo è il quadro disarmante che Crocetta e il Pd consegnano ai siciliani». 

La vicenda umana

La vicenda umana n. 8







La vicenda umana n. 7

36) L'intreccio fra Dio e la Storia è ampiamente creduto dalle religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo) e non solamente da esse.
D'altronde tutte le religioni -sia rivelate che non- hanno bisogno delle loro Storie, scrive Sergio Zavoli in un suo libro.

37) Fu Giovanni Paolo II a convocare ad Assisi le religioni del mondo perché condividessero il patto su "l'Ecumenismo", termine questo tanto condiviso da tutti quanto dimenticato da tutti. 

38) Cosa sta alla base di tanta dimenticanza ?
La seconda metà del Novecento è stata caratterizzata dalla decolonizzazione di ampia parte del pianeta fino ad allora controllata (e sfruttato) dagli europei. Il rinvigorimento culturale, storico e spirituale delle varie realtà umane ha contribuito -da un lato- al sorgere degli assoluti, del fondamentalismo fanatico e spesso cruento inteso ad affermare  primati che gli europei prima avevano soffocati in loco -dall'altro lato- l'Occidente non ha esitato ad esibire le proprie solenni, non violente (ma insidiose) pretese di superiorità (spesso definite missioni di pace e celebrate secondo i riti del palazzo di vetro). 

39) L'intreccio Dio/Storia dalla seconda guerra mondiale in poi è stato colto più come dato strumentale che come dato religioso/spirituale. 
Non basta ricordare gli orrori della Shoah per sminuire ciò che è accaduto cinquanta anni dopo con l'attentato alle Torri Gemelle, espressione di temerarietà e ferocia del dissidio in nome dell'Impronunciabile, cioè di Dio.

40) Attenzione !
A pronunciare invano il nome di Dio non sono solamente i fanatici ed i terroristi medio-orientali. Il Dio dell'Occidente ormai da molto tempo è divenuto culturalmente solamente un mito e lo si usa -negli Usa e pure in Europa- saturo e sovraccarico di "0": DIO.000.000 ...

41) Il Dio del credente è ben altro, ovviamente.
I prelati di oggi hanno tuttavia molte difficoltà a individuarne la via, a gustarne la vita e a conoscerne la vera realtà. Difficoltà ovviamente valide per chiunque.
In giro vi sono molti, troppi catechismi. Quelli degli atei ne riportano la morte, quelli dei progressisti ne garantiscono l'avvenuto immedesimarsi nell'uomo e quelli dei conservatori lo localizzano in cielo. 
I credenti veri vivono in continua ed ininterrotta sintonia ringraziandolo in ogni dove e in ogni attimo di tempo.

venerdì 21 aprile 2017

La Bellezza. Potrebbe salvare ... il mondo, e con esso ... pure ...

Le pareti degli edifici religiosi sono sempre stati il telo sul quale la Chiesa ha dipinto il suo autoritratto. Tuttavia, oggi non è affatto scontato il rapporto tra l’arte, ormai sganciata dal concetto di bellezza, e la spiritualità, svincolata dallo Spirito Santo. 
Se il presbiterio – osserva padre Marko I. Rupnik – «è praticamente l’unica cosa religiosa che ci è rimasta», la possibilità che si delinea è quella di aprirlo agli artisti perché diventi non un generico luogo di espressione, ma lo spazio di un’arte purificata per una Chiesa capace di non escludere nessuno. 
Padre Rupnik, gesuita sloveno, teologo, mosaicista e docente alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Liturgico, nel libro «L’autoritratto della Chiesa» edito da Edb (pp. 48, euro 5,50), rilegge l’autoritratto alla luce della bellezza e dell’arte. 
Riportiamo alcuni brani sul mistero pasquale dell’arte pubblicati su Avvenire il   3 giugno 2015.

Della bellezza si è perso il significato e la si è coscientemente distrutta con la filosofia idealista, con il romanticismo, avviando, a mio avviso, una deliberata operazione di distruzione della bellezza, perché radicalmente unita al cristianesimo. Non si può distruggere il cristianesimo se non si distrugge la bellezza. Ci hanno inchiodato sull’etica e sulla morale, sul bene, ma una Chiesa brava non attira nessuno, perché è solo una Chiesa bella che fa innamorare. Abbiamo una Chiesa intraprendente, stanca per quanto bene realizza, che però non affascina nessuno e dietro la quale non si incammina nessuno. Siamo bravi, ma nessuno ci vuole seguire.  
La sintesi migliore sulla bellezza, a mio parere, l’hanno fatta due russi: Vladimir Solov’ëv e Pavel Florenskij. Solov’ëv sostiene che un bene che non diventa bellezza è un pericolo per l’uomo e ciò lo constatiamo continuamente: non esiste sofferenza più grande che avere a che fare con chi ha un’idea del bene che vuole imporre a tutti. La dittatura del bene è la suprema espressione del male. 
Il bene che non diventa bellezza è un fanatismo. Allo stesso modo, una verità che non diventa bellezza mangia gli uomini, li distrugge, è un drago. 
In nome della verità noi abbiamo tagliato parecchie teste, nel nome di idee umaniste l’epoca moderna ha ammazzato decine di milioni di persone. 
Solov’ëv afferma che l’idea che non è capace di incarnarsi come bellezza dimostra la sua impotenza. La bellezza è la carne del bene e del vero, ed è questa la cosa davvero straordinaria. 
Il bene, per essere veramente tale, ha bisogno di manifestarsi come bellezza. Mio padre, anche se non era un padre della Chiesa, mi diceva sempre che se è vero quello che qualcuno ti vuole dire, lo si vedrà dal fatto che te lo dirà con amore e, quando te lo dirà, sperimenterai un rapporto bello con quella persona. Se, affermando una cosa, non facciamo trasparire la bellezza di un rapporto, ciò che diciamo è frutto di una passione, di un’ideologia e non esprime la verità. 
Per Solov’ëv «un contenuto ideale che rimanga unicamente una proprietà interiore dello spirito, della sua volontà e del sua pensiero, manca della bellezza e l’assenza della bellezza significa impotenza dell’idea » perciò per lui la bellezza è «l’incarnazione in forme sensibili di quello stesso contenuto ideale che prima di tale incarnazione si chiamava bene e verità»; «Il bene e la verità, per realizzarsi veramente, devono diventare nel soggetto una forza creatrice capace di trasfigurare la realtà, e non solo di rifletterla».  

Secondo Florenskij la Chiesa è bella perché è la comunione delle persone. Se non c’è la bellezza della relazione, non c’è la verità. La verità rivelata è l’amore — Cristo — l’amore realizzato è la bellezza. La bellezza è la manifestazione della verità come amore. Se è così, la bellezza è comunicazione teurgica, quando la verità si rivela come amore e l’amore trasfigura. Quando si comunica, la bellezza trasfigura la realtà attraverso la quale si comunica, perciò nella verità che l’altro mi dice sono trasfigurato e lui stesso ne è trasfigurato. 
La bellezza non è separabile dalla comunicazione, e l’unico vero comunicatore, perché ha qualcuno da comunicare, è Dio Padre. La bellezza impara da Dio Padre, l’artista impara da Dio Padre. E Dio Padre ha comunicato attraverso il Figlio, attraverso una persona. Non si comunicano le idee. Se la verità non si può rivelare come amore, è un idolo. Per comunicare ci vuole la persona. Cristo ha comunicato il Padre e non sono bastati i discorsi.  Lo ha comunicato nella sua carne, nel suo corpo, e per questo ci voleva lo Spirito Santo il supremo comunicatore del Padre. Il corpo di Cristo è una figura, e l’arte figurativa è quell’arte che va fino al cielo, perché la carne diventa la carne spirituale. Cristo non ha comunicato il Padre in una forma prestabilita, rinascimentale, classica, perfetta, e neppure in un nichilismo espressionista violento, di denuncia del male e del cuore spezzato. Il Cristo è il più bello e il più brutto, tanto da girare la faccia perché non si poteva guardare, dice la Scrittura (cf. Is 52,14). Dio ha proibito di fare un’immagine di sé, riservandoci il privilegio unico di scolpire la vera immagine di Dio nella carne del Figlio. Il Dio che veneriamo l’abbiamo scolpito noi con il nostro peccato. La più grande opera d’arte che ha fatto l’uomo è la passione di Cristo, fino al suo corpo risorto. Se il Padre lo ha risuscitato dai morti poteva benissimo guarirgli le cicatrici, ma queste sono rimaste, perché solo da quelle fu riconosciuto.  La realizzazione dell’amore operata dal Figlio si compie proprio nel Triduo pasquale, perciò la bellezza è pasquale. Non posso credere che i padri fossero meno intelligenti dei teologi degli ultimi cinquant’anni, eppure loro non si sono lasciati affascinare e ingannare dalle forme classiche. La forma classica non può dire la pasqua e, se non può dire la pasqua, è incompatibile con l’amore di Dio Padre. 
Se un amore non è pasquale, è un amore pagano. Pensare che io amerò senza pagare di persona significa essere un grande idealista pagano, perché la bellezza è pasquale. Perciò l’arte non può pensare di creare senza il martirio dell’arte e dell’artista. Solo così possiamo tornare all’arte, alla grande arte che esprime l’amore e si realizza attraverso la divinoumanità. Per questo ci vuole lo Spirito, l’unico che ci può innestare nel Figlio. 
Noi non possiamo diventare figli di Dio da soli, non possiamo vivere un amore pasquale accanto a Cristo, ma solo in quanto parte di lui. E questo vale anche per l’artista. In questo senso diciamo che la bellezza, realizzandosi, trasfigura la persona stessa e la vita di questa persona. 
Se una mamma si santifica amando, se un padre si santifica amando, un artista si santificherà allo stesso modo. È totalmente inutile esaltare un’arte se non si è santificato colui che l’ha fatta. 
Santificarsi significa consumarsi: questa è per me l’arte della vita, l’arte che diventa bellezza.

L'Occidente, il post-moderno della dimenticanza, gli altri --n. 30--


82)
E' veramente strano l'essere umano !
Tutti i filosofi italiani e soprattutto francesi e tedeschi che negli anni che furono erano orgogliosamente comunisti (marxisti preferivano essere definiti) oggi sono tutti riconvertiti e riciclati nella maggior parte dei casi nella spirale opposta, neoliberale. Caratteristica di questi neo-liberisti sfegatati è la loro avversione allo scetticismo, al relativismo, alla tolleranza e alla capacità di progresso del mondo.
Proprio questo tipo di "intellettuali" oggi è quello che maledice il comunismo, che viene da loro irrimediabilmente assimilato al nazismo.

83)
Dai teorici -prima comunisti e oggi neo-liberisti- il comunismo è oggi dipinto come nemico dell'individualismo per la sua propensione al collettivo, al comunitarismo.

Contessa Entellina. Confraternite o Associazioni fra privati per la costruzione di tombe gentilizie ?

La gente a Contessa è sempre stata diligente nel pensare all'ultima dimora. Da decenni esistono organismi su base sociale che si sono adoperati  per l’ottenimento dal Comune della concessione dei suoli cimiteriali per la costruzione di tombe sociali che poi vengono assegnate per il bisogno ultimo di ciascun socio e/o aderente all'organismo, quello di permanere all'interno di un loculo per 30/40 anni dopo il decesso e prima di finire -in cenere- in una cassetta o in urna di piccole dimensioni.

Le concessioni di aree cimiteriali -sulla scorta di un Piano regolatore cimiteriale- sono subordinate dal Comune alle seguenti condizioni:
– I lavori dovranno avere inizio entro un prefissato termine dalla stipula del contratto pena la decadenza della concessione ed ultimati entro i termini della concessione edilizia;
– Versamento alla tesoreria comunale del prezzo di concessione sulle base delle tariffe in vigore;
– osservanza di tutte le disposizioni sanitarie previste dalla legge e dal regolamento di polizia mortuaria vigente alla data di stipula del contratto.
Gli Organismi sociali operanti a Contessa sono stati da decenni tre e hanno avuto finora assetti formali di Confraternite (Congregazioni) all'ombra via via sempre più sbiadita della religiosità cattolica.
L'insegna della fu
Congregazione di San Giuseppe
Questi organismi sono stati la "Congregazione dell'Immacolata", definita volgarmente dei burgisi per  essere sorta originariamente  con l'adesione dei ceti dei piccoli proprietari terrieri locali, la "Congregazione di San Giuseppe" creata originariamente prevalentemente fra i fedeli della Parrocchia SS. Annunziata e S. Nicolò e la "Congregazione della Madonna della Favara" creata prevalentemente dai fedeli della omonima parrocchia. 
Va detto che dagli anni sessanta del Novecento, sotto le varie amministrazioni guidate da Francesco Di Martino pure il Comune ha cominciato a svolgere il ruolo di costruzione e assegnazione di loculi rispetto a chi -da giovane- non aveva avuto la previdenza di associarsi ad una delle tre Congregazioni.   
Le novità di questi ultimi mesi
II tre organismi tradizionali hanno perso col trascorrere dei decenni -come ovunque- il loro carattere para-religioso e hanno cominciato a trascurare gli obblighi statutari rispetto alle feste ecclesiastiche da organizzare devotamente e con spirito cattolico. Oggi fra gli aderenti si trovano peraltro appartenenti a confessioni le più varie senza che ciò susciti sorpresa alcuna. 
Al tentativo diocesano di riportare ad una linea più rigorosamente "cattolica" le tre Confraternite la risposta che ha iniziato a delinearsi è quella dell'allontanamento "formale" dall'impostazione religiosa. A segnare per prima la nuova deriva "laica" e a-religiosa delle Congregazioni è stata ieri sera quella denominata di San Giuseppe che -riunita in assemblea- per l'ultima volta in un ambiente offerto dalla Parrocchia ha deliberato di depurare dallo Statuto ogni riferimento confessionale e di fare dell'organismo una "Associazione" a norma del Codice Civile. Decisione questa assunta a votazione unanime.
II segno dei tempi lo si coglie anche in questo tipo di iniziative che avvengono in contesti tutto sommati credenti ma dove comunque "La religione si ritira dalla vita sociale delle comunità e diventa scelta privata e individuale". 

Lo Stato esattore. Oggi scade la c.d. Rottamazione-cartelle

Un italiano su tre ha un debito con Equitalia (nella nostra isola  con Riscossione/Sicilia): da incassare per conto di enti pubblici ci sono 817 miliardi, il 43% (351) è difficilmente recuperabile: 147,4 miliardi sono dovuti da soggetti falliti, 85 da persone decedute e imprese cessate, 95 da nullatenenti. 
Recuperando il 10% del denaro 'incagliato', circa 35 miliardi di euro, il risultato sarebbe superiore a una manovra finanziaria. 
I crediti nei confronti dei privati invece sono quasi 60 miliardi, di cui 47 riferiti al settore bancario-finanziario-leasing, secondo Unirec, l'associazione confindustriale delle imprese dei servizi a tutela del credito. 
Nell'ipotesi più cauta il recupero su questo fronte supererebbe i 6 miliardi.