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domenica 5 marzo 2017

Hanno detto ... ...

Su uno stesso problema,
tanti punti di vista
PIERO FASSINO, già sindaco pd di Torino
Il vento secca il fango e se lo porta via. Contro ogni forma di sciacallaggio e di viltà, difendiamo dignità delle persone e loro diritti.

ROBERTO SPERANZA, uno dei leaders scissionisti del pd
"Sul voto di sfiducia a Lotti decideremo facendo una discussione all’interno dei  gruppi parlamentari. Nessuna condanna preventiva, ma per opportunità politica il ministro deve fare un passo indietro".

MICHELE EMILIANO, aspirante alla segreteria Pd 
«Sento crescere attorno a me una grande attenzione, soprattutto tra la gente comune, non certo dei sepolcri imbiancati. Vengo accusato di sposare alcune posizioni simili a quelle dei 5 Stelle, ma io le ho sempre condivise». 

EUGENIO SCALFARI, già direttore de La Repubblica
PARLERÒ in questa mia nota domenicale del tema della corruzione, connesso alla questione che sta investendo Matteo Renzi, la sua famiglia, i suoi amici e una parte del suo partito e per conseguenza anche la pubblica opinione. Non stupitevi se comincio con Aristotele, allievo polemico di Platone e a sua volta educatore di Alessandro il Grande alla corte di Filippo il macedone.

Aristotele scrisse molto e molti di quegli scritti andarono perduti, ma altri ne sono rimasti. In uno di essi parla dell'uomo di natura sociale che in quanto tale si distingue dagli animali e così dice: "L'uomo è politico ed è quella la sua caratteristica dominante. Il suo intelletto è di costruire lo Stato che è l'ente più perfetto. Una volta che lo Stato sia stato costruito, entra in gioco la potenza degli individui e delle loro famiglie ".

Questa è la dottrina aristotelica: la politica e lo Stato sono i requisiti positivi dell'uomo che Aristotele distingue dall'individuo e dalla sua famiglia. La distinzione probabilmente allude ad una classe politica che opera per la collettività ma che poi, quando ragiona da individuo si mette all'opera per impadronirsi di alcuni settori dello Stato e utilizzarli a vantaggio proprio e della sua famiglia. I partiti nascono così e comincia la corruzione. Così pensava Aristotele, che nacque e morì nel III secolo a.C.; probabilmente già a quell'epoca erano nati i partiti ed anche la corruzione che consiste soprattutto nell'uso del potere a proprio personale vantaggio.

Lo statista invece, usa la sua potenza a vantaggio del popolo, cioè di tutti e dello Stato che tutti ci rappresenta. Nella storia dell'Italia moderna l'esempio più positivo fu quello di Cavour ed è proprio quell'esempio che ho più volte suggerito a Renzi di studiare a fondo per farne il fondamento della sua vita politica. Naturalmente ce ne sono stati molti altri oltre Cavour ma sono comunque personaggi eccezionali. Senza di loro la corruzione non avrebbe alcun limite.

In realtà la corruzione c'è dovunque, in tutto il mondo. E dovunque ci sono associazioni che campano sulla corruzione propria e altrui, le mafie e le clientele paramafiose. Non credo che l'Italia sia il Paese più corrotto. Ci sono le Americhe, c'è la Russia pre e post comunista, c'è il Medio Oriente, la Cina, l'India, i Balcani, la Turchia, l'Africa e l'Australia.

Ma l'Italia non è seconda a nessuno anche perché lo Stato nel nostro Paese è nato molto tardi e dunque il potere si è sempre identificato con quello degli individui e delle loro anime italiane o straniere. Siamo arrivati al punto che settori dello Stato sono corrotti e questo è il punto massimo della corruzione. C'è un poeta italiano di metà Ottocento, Giuseppe Giusti, che è diventato tra i più validi sul tema della corruzione, come lo fu pochi anni prima Gioachino Belli. Questi scriveva in romanesco, ma si equivalgono. Leggeremo qualche verso del Giusti, ci servirà a capire meglio ciò che oggi sta sempre più avvenendo.

Dal Brindisi di Girella: " Viva Arlecchini E burattini, E birichini; Briganti e maschere D'ogni paese, Chi processò, chi prese e chi non rese. Viva Arlecchini E burattini, E teste fini; Viva le maschere D'ogni paese, Viva chi sa tener l'orecchie tese. Quante cadute Si son vedute! Chi perse il credito, Chi perse il fiato, Chi la collottola E chi lo Stato. Ma capofitti Cascaron gli asini; Noi valentuomini Siam sempre ritti, Mangiando i frutti Del mal di tutti " .

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