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lunedì 5 dicembre 2016

Referendum. Vince il NO e la Costituzione non e' modificata


Il No ha vinto la battaglia referendaria con un ampio margine (quasi il 20%) e il tentativo renziano di contrazione degli spazi di democrazia (col Senato non scelto dagli elettori) e' fallito. Adesso il governo, da cui stranamente era venuta la modifica costituzionale, si dimettera' e spettera' ancora al Partito Democratico, che detiene la maggioranza parlamentare, costituire un nuovo esecutivo. Potrebbe essere Pietro Grasso, attuale presidente del Senato, o il ministro dell'Economia, Padoan, a condurci verso la conclusione dell'attuale legislatura.
Renzi esce di scena, almeno dalla guida del governo, ma resta segretario del Pd. Cio' che colpisce dall'esito del voto e' il forte, l'ampio margine, lo scarto fra il NO al 60% ed il SI al 40%. Cosa ha portato a questa conclusione?Certamente il timore di contrazione degli spazi di democrazia ma anche (soprattutto?) il giudizio negativo sulla conduzione della politica economica dei tempi piu' recenti: l'economia incagliata e che solamente in Italia non e' riuscita a recuperare i livelli precedenti la crisi del 2007/2008, l'assenza di una classe dirigente che sappia trasmettere possesso di competenza e senso delle istituzioni, la corruzione dilagante nel paese e il meridione abbandonato a se stesso senza una visione sul futuro.Il voto coloratosi di anti-renzismo ha quindi timori sulla conservazione degli spazi di democrazia ma ha pure (sopratutto ?) valenza anti governativa.

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