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sabato 9 luglio 2016

Regione Sicilia. Come vanno le cose ...

La Repubblica/Palermo
UNA RIVOLTA trasversale dei superburocrati in servizio e in pensione della Regione contro i tagli e i tetti ai loro stipendi. Nell'era dell'austerity, fioccano le proteste contro il tetto da 100 mila euro per i dirigenti delle controllate e contro il limite dei 160 mila euro per i pensionati d'oro di Palazzo d'Orléans. E se per i primi la partita è aperta, per i pensionati non lo è: la Corte dei conti ha rigettato il ricorso di uno dei cinquanta pensionati che non volevano il tetto a 160 mila euro. In compenso dovranno "tirare la cinghia" ancora solo per qualche mese: dal prossimo 1° gennaio riprenderanno la pensione per intero. 
REALE ALLE PAGINE II E III

ANTONIO FRASCHINA CLAUDIO REALE 

Una rivolta trasversale dei super burocrati in servizio e in pensione della Regione contro i tagli e i tetti ai loro stipendi. Nell'era dell'austerity, fioccano le proteste e i ricorsi alla Corte dei conti contro il tetto da 100 mila euro per i dirigenti delle controllate e contro il limite dei 160 mila euro per i pensionati d'oro di Palazzo d'Orléans. E se per i primi la partita è aperta, per i pensionati non lo è e a loro stanno arrivando due notizie: la prima cattiva, e cioè che la Corte dei conti ha rigettato il ricorso di uno dei 50 pensionati che non volevano il tetto a 160 mila euro; la seconda positiva, e cioè che dovranno "tirare la cinghia" ancora solo qualche mese: dal primo gennaio riprenderanno la pensione per intero e il provvedimento non potrà essere rinnovato dall'Ars. 

IL TETTO Al BUROCRATI 
II taglio degli stipendi negli enti controllati dalla Regione — che secondo la Finanziaria-bis sarebbe dovuto entrare in vigore il 23 giugno — si risolve al momento in un nulla di fatto: almeno 11 dirigenti sono saliti sulle barricate contro la riduzione dei compensi a 100 mila euro lordi, rifiutando le proposte di taglio e agitando lo spettro di un contenzioso. Tanto che a metà giugno il ragioniere generale Salvatore Sammaritano ha avvertito l'esigenza di mettere nero su bianco una minaccia esplicita: per chi non accetta il nuovo contratto deve scattare il licenziamento, e per gli amministratori che non mettono alla porta i dirigenti arriverà la decadenza. Risultato? Uno stallo assoluto. 
Sulle barricate ci sono ad esempio i dirigenti dell'Irsap. Francesco Gallo, Giuseppe Sutera Sardo, Piero Rè, Antonino Montalbano e Dario Castrovinci hanno ricevuto la nuova proposta di contratto una ventina di giorni fa, ma hanno risposto picche. «A quel punto — spiega il vicedirettore Carmelo Viavattene — ho chiesto un parere all'ufficio legislativo e legale della Regione». Già, perché c'è un problema: molti dei dirigenti in questione superano i centomila euro lordi per la mera applicazione del contratto nazionale del loro settore. Un problema che ad esempio si pone il commissario della Crias Marcello Giacone, che deve rinegoziare il contratto della direttrice generale Lorenza Giardina: «Io — commenta — sono un commissario ad acta. Non ho neanche i titoli per forzare la mano». All'Ircac, invece, le proposte di taglio sono state comunicate a cinque persone: dell'elenco fanno parte il direttore generale Vincenzo Mini, la dirigente del personale Elisa Di Francesco, i capoufficio Giacomo Terranova e Raffaele Amato e la caporedattrice dell'ufficio stampa Donatella Palumbo. E per loro è stato chiesto un parere all'assessorato Attività produttive. 

LA PROTESTA DEI PENSIONATI 
I super pensionati della Regione hanno presentato ricor- si contro il tetto a 160 mila euro scattato per loro a fine 2014. Ma nei giorni scorsi la Corte dei conti ha rigettato il primo ricorso. Risultato? «Per loro il taglio continua», dice il dirigente generale del Fondo pensioni Rosolino Greco. Al momento sono 50 i pensionati che sull
a carta superano i 160 mila euro e incappano nel taglio. Soltanto da queste riduzioni U Fondo ha risparmiato lo scorso anno 1,8 milioni di euro. Il taglio riguarda ad esempio l'ex dirigente dell'Arra Felice Crosta, che subisce una decurtazione della pensione pari a 8 mila euro al mese: ma anche con questo taglio a lui rimane una pensione di 160 mila euro all'anno. Altra pensione pesante che incappa nel tetto è quella dell'ex dirigente generale Gaetano Scaravilli, con taglio fino a dicembre di 5.600 euro a mese, ma ne continua a pendere circa 12 mila mensili. Stesso discorso per gli ex dirigenti Gaetano Di Franco, Francesco Paolo Guerrera, Giuseppe Grado, Francesco Busalacchi, Riño Lo Faro e Sergio Marino, quest'ultimo andato in pensione a 58 anni e adesso assessore al Comune di Palermo. 
A gennaio tutti i 50 pensionati d'oro di Palazzo d'Orléans potranno tornare a prendere l'assegno pieno, che in alcuni casi vale oltre 250 mila euro. Ma oltre al tetto da 160 mila euro, nel 2015 per le pensioni regionali è scattato anche il prelievo di solidarietà pari al 5 per cento la parte eccedente i 50 mila euro all'anno: un prelievo che oggi riguarda 1.754 pensionati e che ha fatto risparmiare 1,5 milioni. Anche per questo prelievo molti hanno fatto ricor so, ma il dirigente del Fondo Greco è ottimista: «Alla luce della sentenza della Corte costituzionale che ha approvato il prelievo a livello nazionale penso che anche i ricorrenti siciliani non possano vincere». La battaglia continua. 

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