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sabato 16 luglio 2016

Con le immagini ... ... è più facile

Turchia: fallisce il tentativo di colpo di stato grazie
a quelle forze democratiche che più hanno subito l'arroganza
del Sultano Erdogan

Una notte di attacchi, scontri e morti e un’alba di arresti. 
Recep Tayyp Erdogan sembra aver ripreso il controllo della Turchia e sgominato il tentativo di colpo di Stato organizzato da Muharren Kose, un ufficiale che nel marzo scorso era stato rimosso dallo staff dello stato maggiore turco. 
Quando il golpe è scattato, Erdogan era a Marmaris e da lì ha lanciato l’appello alla popolazione per resistere ai golpisti mentre nel frattempo organizzava la controffensiva delle forze di polizia a lui fedeli. 
Erdogan ha potuto contare però sugli appoggi degli alleati, gli Stati Uniti, la Germania ma soprattutto sulle forze politiche di opposizione, quelle stesse che Erdogan in questi anni non ha mai rispettato e che spesso ha umiliato mandando in galera loro dirigenti.
“In passato questo paese ha subito l’impatto dei colpi di stato. Non vogliamo rivivere le stesse difficoltà; riappropriamoci della Repubblica e della democrazia”, ha detto il capo del Chp, il partito laico-socialdemocratico, Kemal Kilicdaroglu.

Nel tentativo di conquistare il potere, i golpisti hanno dato l’assalto al Parlamento dove si è sviluppata una vera e propria battaglia (i morti alla fine sarebbero una sessantina).

ERDOGAN, un Sultano votato dall'elettorato

--ha sospeso l’immunità parlamentare mettendo i deputati dell’opposizione sotto il ricatto dell’arresto,
--ha vietato la libertà religiosa, ha umiliato ed offeso i pochi cristiani che vivono ancora in Turchia facendo entrare un imam a celebrare il rito islamico dentro Hagia Sofia, la basilica per eccellenza bizantina (vietata ai cristiani) che dal 1935 era stata trasformata in museo ed era stata -allora- per legge interdetta a tutte le religioni, muezzin compresi.
--ha avviato l'islamizzazione del paese sostenendo in via di fatto, senza coprirsi di molti veli, l'Isis pur di fare sgarbo al presidente Siriano Assad;
--ha rinchiuso nelle carceri tutti o quasi i giornalisti dell'opposizione;
--ha massacrato le popolazioni curde (il 25% della popolazione della Repubblica turca).

Erdogan non è un democratico, è forse peggio di un fascista; ma ha ottenuto il voto dei turchi.
Il voto democratico -scrive Corradino Mineo- ha già portato due fascisti al potere in Ungheria e in Polonia, paesi che fanno parte dell’Unione Europea.
Questa è la contraddizione con cui fare ai nostri giorni i conti.

EUROPA del dopo Nizza
Aumentano i controlli
nei centri nevralgici del nostro stile di vita:
mobilità, eventi religiosi, sportivi, musicali e iniziative turistiche  

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