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giovedì 19 maggio 2016

Parco di Nebrodi. La mafia alza la testa

Il procuratore di Messina Guido Lo Forte parlando dell'agguato a Antoci dice "Quello che emerge è che la mafia sta rialzando la testa la 'terza mafia' della provincia di Messina quella dei Nebrodi, una delle organizzazione criminale tra le più antiche e pericolose".
"Dopo che i clan di Barcellona Pozzo di Gotto e di Messina sono stati colpiti in maniera forte anche dalle operazioni antimafia - aggiunge - i 'Batanesi' e i 'Tortoriciani' stanno cercando di recuperare terreno e spazi. La mafia ha da sempre interesse su pascoli, agricoltura e i finanziamenti europei. Non posso dire altro sull'inchiesta in corso, ma sicuramente ci saranno presto degli sviluppi".

Il fatto
E' stato un agguato in piena regola su una strada di montagna tra i boschi dei Nebrodi, dove due banditi, intorno all'una di notte, hanno esploso colpi d'arma da fuoco contro l'auto sulla quale viaggiava il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, già da tempo protetto dalla scorta dopo le intimidazioni subite da quando è alla guida dell'ente che gestisce l'area naturalistica del Messinese e si batte, attraverso protocolli di legalità, per sottrarre alla mafia aree utilizzate abusivamente per il pascolo. 
Almeno due persone hanno sparato contro l'auto blindata che percorreva la strada da Cesarò a San Fratello e che è stata costretta a una brusca frenata a causa di massi posizionati sulla carreggiata. 
Il presidente è stato protetto da un uomo della scorta che con il proprio corpo gli ha fatto da scudo, mentre dietro la blindata si trovava un'altra auto con a bordo il dirigente del commissariato di Sant'Agata di Militello Daniele Manganaro che ha risposto al fuoco mettendo in fuga i banditi.


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