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lunedì 11 aprile 2016

Hanno detto ... ...

gilioli.blogautore (Espresso 10.4.16)
“”È interessante vedere, a livello mondiale, i nomi dei Panama Papers: cioé di quelli che hanno infrattato i loro patrimoni nei paradisi fiscali. È interessante perché in apparenza non hanno nulla in comune tra loro: ci sono l’oligarca russo e l’imprenditore di Como, il presidente dell’Argentina e la leader della destra francese, il re saudita e il capo del partito comunista cinese, il gioielliere di Padova e il top manager di Modena, il calciatore del Barcellona e il premier britannico, il vicepresidente della Nigeria e l’ex senatore berlusconiano.
Eppure mai come nello scorrere questi nomi si ha la rappresentazione plastica del famoso uno per cento di ricchi globali: categoria ormai trasversale a primo e terzo mondo, cupola di ricchezza che dovunque si trovi fa più meno la stessa vita, acquistando vestiti delle stesse costose marche, arredando le proprie case degli stessi costosi lussi, first class nei viaggi intercontinentali e neppure la più vaga idea di cosa significhi avere paura di una bolletta, di una busta di Equitalia in casella, di una perdita d’acqua in bagno.
Gente insomma che quando s’incontra si dà subito del tu, perché si riconosce al volo.
Hanno molto più in comune di quanto sembra, quindi, quelle migliaia di nomi esotici e nostrani: sono la Casta, quella vera.
La Casta, termine di cui da noi si è spesso abusato anche per definire qualche ladro di polli in un consiglio provinciale, e che invece assai più correttamente dovrebbe indicare il variegato mix di super ricchi che nella crisi sghignazza, stando sulla punta di una piramide sempre più lontana dalla base.
Ora di questa Casta sappiamo non solo che è sempre più ricca mentre il ceto medio si polverizza, ma anche che ci inganna e ci deruba. Ruba alle scuole, agli ospedali, agli asili, alle pensioni, ai disabili, ai cassintegrati, agli autobus pubblici da aggiustare e alle case popolari a cui rifare il tetto.
È un club dei ricchi che si fa beffe dei sudditi. Un club che a volte si declina direttamente nei governi, a volte nelle lobby attorno ad essi.
Come questo sia considerato ancora sopportabile, Dio solo lo sa.”"

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