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lunedì 4 aprile 2016

Dipendenti Pubblici. Quanto è facile ... conseguire il trattamento pensionistico

Il dipendente pubblico che immagina di andare in pensione deve:
1) fare domanda di pensione all’INPS, avvalendosi del sito web, del contact center o tramite patronato, con almeno 6 mesi di anticipo rispetto alla data prevista per il collocamento a riposo;
2) inviare domanda di cessazione dal servizio alla propria amministrazione, rispettando scadenze e modalità previste dall’Ente.
Due distinte domande, quindi: la prima destinata all’INPS e la seconda rivolta invece all’Ente – datore di lavoro. 
Una volta ricevuta la copia della domanda di pensione, l’amministrazione pubblica o il datore di lavoro sono tenuti a controllare la regolarità delle denunce contributive, attraverso la funzione INPS “visualizzazione denunce contributive”.
Qualora dovessero risultare periodi di servizio o retribuzioni mancanti oppure non completi, per via di denunce contributive sbagliate, omesse o non correttamente caricate, l’ente deve poi apportare le opportune correzioni secondo le nuove disposizioni fornite dall’Istituto (Par. 2 Circ. n. 12/2016).
Stando alle recenti modifiche, la liquidazione della pensione viene fatta soltanto seguendo quanto emerge dalla posizione assicurativa strutturata e integrale. Nel caso in cui, infatti, eventuali correzioni o  integrazioni non dovessero essere ultimate entro la data di liquidazione della pensione, l’INPS è tenuto a liquidare il trattamento previdenziale secondo le sole informazioni sussistenti.
E’ comunque vero che si fa riferimento ad una liquidazione comunque provvisoria, che viene opportunamente rivalutata in via automatica una volta disponibili i dati completi che sono richiesti.

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