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lunedì 28 marzo 2016

Uomini, fatti, eventi. Come li ricordiamo oggi

28 marzo 1939
Con la conquista di Madrid da parte dell’esercito nazionalista, al comando del Generalissimo Francisco Franco, ha termine la Guerra Civile Spagnola. Iniziato nel luglio 1936, il conflitto aveva visto scontrarsi i nazionalisti anti-marxisti, noti come Nacionales, ed iRepublicanos composti da truppe governative e sostenitori della Repubblica spagnola; la guerra lacerante termina con la sconfitta della causa repubblicana, lascia circa un milione di morti e dà il via alla dittatura di Franco, che durerà fino alla sua morte nel 1975. 
Le ripercussioni politiche ed emotive della guerra andarono ben oltre i confini della nazione. 
A seconda dei punti di vista è stata considerata una guerra tra tirannia e democrazia, fascismo e libertà o comunismo e civiltà.

Sul piano internazionale i Republicanos ricevettero l’appoggio incerto ma fondamentale dell’Unione Sovietica, un sostegno
Pablo Picasso (Guernica)
fiacco della Francia e soprattutto l’intervento di volontari antifascisti giunti da 55 nazioni, collettivamente conosciuti come Brigate Internazionali, partecipi dello slancio rivoluzionario e idealista (circa 40.000 uomini e donne, un terzo dei quali cadde in battaglia). Gli italiani antifascisti  -da volontari- furono  4.050, il più noto fu il socialista Pietro Nenni.

Nacionales ricevettero apertamente aiuto in forma di armi e truppe da Germania e Italia, (per inciso: un gruppetto di contessioti fu arruolato ed inviato dal fascismo locale e al ritorno gli fu dato un impiego nella pubblica amministrazione).

Dal punto di vista sociale, i repubblicani erano composti dalle masse operaie urbane, dalle classi contadine e da una parte del ceto medio istruito anti-cattolico e da numerosi intellettuali. 
I nazionalisti comprendevano importanti elementi dell’esercito, la gran parte dei grandi proprietari terrieri, dei latifondisti e della alta borghesia imprenditoriale e capitalista. 
La stragrande maggioranza della Chiesa cattolica e del clero (eccettuate la regione basca e quella catalana) appoggiò il fronte nazionalista e salutò la vittoria di Franco come un provvidenziale intervento divino nella storia di Spagna. 
Nel suo radiomessaggio del 16 aprile 1939, Papa Pio XII parlò di una vera e propria vittoria “contro i nemici di Gesù Cristo”.

Ma ancora più stupefacente è il fatto che a tutt’oggi il giudizio della Chiesa su quelle vicende non sia per niente mutato, se il 28 ottobre 2007 (tra l’altro anniversario della Marcia su Roma) Papa Benedetto XVI ha voluto dar inizio, con una grande cerimonia mediatica in piazza San Pietro, al processo di beatificazione, come “martiri della fede“, di ben 498 cattolici, schierati col fronte franchista, morti in quel tragico conflitto civile.

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