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lunedì 21 dicembre 2015

E' saltato il sistema degli Ato. Ed è subentrato ... ...

Giacinto Pipitone PALERMO ··· Sfruttare le pieghe delle leggi che regolano le emergenze per affidare senza gara il servizio di raccolta dei rifiuti e aggirare le norme anticorruzione.
In Sicilia è un escamotage che coinvolge sempre più Comuni e che provoca la duplicazione di costi da coprire poi con fondi pubblici: per questo motivo l'assessore Vania Contrafatto ha denunciato il caso a Raffaele Cantone e alle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti. Sono già 74 i sindaci su cui l'assessorato ha acceso i riflettori.
Si apre un altro fronte alla Regione. Nel mirino sono finiti gli affidamenti diretti fatti sfruttando l'articolo 191 del decreto legislativo 152 del 2006. È quello che da mano libera in caso di emergenze che mettono a rischio la salute pubblica: ciò che normalmente accade quando si blocca il servizio di raccolta e i rifiuti restano per giorni sulle strade. Il fatto è che a quel punto si è già messo in moto un circolo vizioso che moltiplica i costi per la Regione e i Comuni.
La Contrafatto lo illustra così: «In Sicilia accade di frequente che i sindaci non paghino le quote di propria competenza agli Ato. A quel punto però l'Ato non può pagare i dipendenti, che normalmente scioperano lasciando le città invase dai rifiuti». Da qui nasce l'emergenza. Che normalmente ogni sindaco affronta con ordinanze d'urgenza che funzionano come un tasto reset di fronte a tutte le norme che regolano gli appalti. E qui la faccenda si fa più ingarbugliata. Ma per orientarsi basta seguire il racconto della Contrafatto, magistrato prestata alla giunta: «Di fronte all'emergenza i sindaci sfruttano l'ordinanza e affidano il servizio di raccolta senza gara d'appalto. Può succedere che venga assegnato il servizio di raccolta a una ditta che mette in campo mezzi e uomini propri. Oppure può anche succedere che si facciano ben due appalti, uno per i mezzi e uno per il personale». Si chiamano nolo a caldo, il primo, e nolo a freddo il secondo. «Ma così - precisa la Contrafatto - si duplica il costo che riguarda il personale. Perché quello degli Ato deve comunque essere pagato mentre poi spunta quello degli appalti dei sindaci».
I Comuni che hanno fatto affidamenti di questo tipo sono già 74 in tutte le province, anche se va detto che non è automatico il collegamento fra affidamento diretto e uso distorto dell'emergenza. C'è però un terzo caso su cui la Contrafatto ha acceso i riflettori: «Sta succedendo sempre più spesso che i Comuni, soprattutto quelli del Palermitano, escano dall'Ato e gestiscano il servizio in proprio. Anche in questo caso duplicando i costi e rendendo più difficile il decollo del nuovo sistema incentrato sulle Srr». La Srr sono società formate da Comuni che dovrebbero sostituire i vecchi Ato ridando efficienza a un sistema rimasto sostanzialmente indietro di 10-15 anni rispetto al resto d'Italia: previste da una riforma del 2009 non sono mai nate per davvero. E uno dei problemi è proprio la predisposizione delle piante organiche: l'assessore ha bocciato gran parte di quelle già presentate e ha chiesto che il personale venga individuato in base alle funzioni e alle esigenze. Molte Srr hanno proprio evitato di presentare le piante organiche e stanno contestando le direttive dell'assessore. E così si è rotto un meccanismo che prevedeva il passaggio automatico di tutti gli 11 mila dipendenti dei vecchi Ato verso le nuove strutture. Di fronte a tutto questo l'assessore ha attivato due diverse procedure. Quella del commissariamento dei Comuni è un'arma che si rivela spesso spuntata, e allora meglio la segnalazione all'Autorità nazionale anticorruzione e alle Procure. A Cantone, in una audizione a cui era presente anche il presidente dell'Anci, Leoluca Orlando, la Contrafatto ha illustrato il meccanismo frutto dell'uso distorto delle ordinanze di emergenza. E il capo dell'Anticorruzione in una recente visita all'Ars ha detto in commissione Antimafia che quello siciliano «è un sistema in cui non sempre vige il rispetto delle norme sugli appalti. Il sistema di proroga degli Ato sta finendo per creare qualche problema». Cantone ha anticipato che sta per emettere una delibera «che rivisita l'intera situazione.

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