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giovedì 10 settembre 2015

La riflessione di Gjovalin ... 10.09.2015

Tutte le religioni, costituiscono un significativo indizio della natura oggettiva delle realtà spirituali, del fatto che “qualcosa” oltre l’immanente esista davvero.

Come tutti i fenomeni umani però, finiscono facilmente per essere organizzate ed istituzionalizzate, in modo da sostituire il principio della necessità, della convenienza e del potere, a quello del sincero culto che dichiarano di professare.

E' da evitare la puerile scusa cercando responsabilità individuali, dovute alle cattive interpretazioni del proprio magistero.
Sono le idee prodotte dagli uomini a governare gli uomini e condurli dove non vorrebbero,  non il contrario. Le loro idee in funzione della necessità, della convenienza e del potere.

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La morale risente in maniera particolarmente pesante, dell’eterno conflitto 
-tra la giustizia e la necessità, 
-tra il potere e il bene.
Non esiste un potere buono in se stesso, e non esiste una necessità così benevola da tener conto della morale.

Questo è il dramma che ci tocca vivere.
La necessità non intesa come indigenza, ma come normale relazionalità tra le persone, tra gli enti, tra le organizzazioni. 
La complessità delle relazioni umane spesso rende necessario avvicinarsi pericolosamente a comportamenti immorali.
Se non vengono riconosciuti in tempo come tali, essi ci assorbono e ci plagiano, fino a divenire irriconoscibili per tramutarsi in prassi.

Ogni cosa è ambivalente, e spesso ciò che sembra giusto in generale non lo è più nel particolare.
L’inciampo dell’uomo tra la morale, la legalità, la rettitudine, la giustizia, rispetto ai nemici tradizionali che sono il potere, la necessità, l’avidità, la vanità, ha dato origine nella storia a diverse soluzioni teoretiche e pratiche.
Avremo modo di scriverne.

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