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martedì 14 luglio 2015

Uomini, fatti, eventi. Come li ricordiamo oggi

14 Luglio
In quel 1789 gli insorti parigini si impossessano della Bastiglia, la prigione-fortezza simbolo dell’ancien régime, e ne liberano i prigionieri. 

L’avvenimento, sebbene di per sé poco importante (i reclusi trovati all’interno furono pochissimi), assunse comunque una enorme carica simbolica fino a divenire un’icona della Rivoluzione Francese.

La Bastiglia era una piccola fortezza dotata di 8 torri, fatta costruire da Carlo V, tra il 1365 ed il 1383. Come mezzo di difesa non era mai servita a nulla. Dimessa come fortezza ai tempi di Richelieu, venne destinata ad essere una prigione: una prigione un po’ speciale. Nella Bastiglia venivano rinchiusi certi personaggi, in base a speciale ordine del re (lettre de cachet), che dovevano essere fatti sparire con “discrezione”, evitando processi pubblici che avrebbero potuto recare discredito al clero, alla nobiltà ed alla corte stessa. 
Per tale motivo simboleggiava l’aspetto più protervo, bieco ed incontrollato dell’assolutismo monarchico; conquistare la Bastiglia significava, per il popolo, abbattere il simbolo della tirannia e dell’ingiustizia.

Alle ore 17 del 14 luglio inizia una lotta spietata, con molti parigini che perdono la vita nella battaglia davanti alla fortezza quando il governatore Bernard de Launay da ordine di sparare sui rivoltosi. Ma il carcere è difeso da soli trenta svizzeri e da una ottantina di invalidi, subito sopraffatti.
La delusione è grande quando dentro la fortezza viene trovato l’arsenale vuoto.
La vittoria morale è però grande. 
Quando sono liberati i prigionieri (in verità pochi, solo 7 ai ceppi della tortura), la scena, poi riportata sulla stampa da un abile illustratore, suscita nell’immaginario collettivo una immensa emozione. L’artista riassume con la sua opera pittorica gli orrori di quattrocento anni di arbitrio. 
La folla ricorda le migliaia di perseguitati di un tempo, li associa a quelle immagini e sfoga l’odio secolare facendo a pezzi il governatore.

La caduta della Bastiglia, ed il martirio di alcuni parigini sacrificatisi per la libertà, fu un evento spettacolarmente simbolico, una specie di miracoloso trionfo del popolo contro il potere dei soldati reali. 
Luigi XVI capitolò: non voleva che una guerra civile si svolgesse nelle strade e trasformasse la città in un campo di battaglia. A Parigi il Re stesso inaugurò il nuovo tricolore: Bianco per i Borboni, Rosso e Bleu per i Parigini (subito si fece fare un quadro, a cavallo, con in testa la coccarda tricolore). E’ la prima grande affermazione della Rivoluzione e la prima grave sconfitta della monarchia. 
Gli aristocratici più intransigenti, con in testa il Conte di Artois assieme ad altri nobili, presi dalla paura, cominciano a lasciare di nascosto il Paese e a riparare all’estero.

La Bastiglia fu poi saccheggiata e rasa al suolo, lentamente e sistematicamente. Il suo demolitore, un imprenditore edile di nome Palloy, ebbe fra l’altro l’idea di rivenderne le pietre come reliquie. 
Altri materiali servirono a costruire il Pont de la Concord.

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