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lunedì 20 luglio 2015

La riflessione di Gjovalin ... 20.07.2015

L’uomo è un animale socievole., lo dicono psicologi, sociologi e mille professionisti del nostro tempo.
Dalle caverne preistoriche, agli stati multinazionali odierni, è andata via via crescendo la complessità delle relazioni umane, le motivazioni dello stare insieme, che non hanno nella sostanza modificato il  collante essenziale.
Ci si è sempre riuniti, ed avviene anche ora, attorno ad una identità etnica, politica, culturale o religiosa, in difesa di una minaccia esterna, inaffrontabile con la debolezza della divisione.
Siamo a ben pensare bisognosi di qualcuno che ci somigli e di cui poterci fidare, magari maldestramente, con cui allearci per affrontare il timore degli estranei.

Il penultimo grande nemico di cui l’occidente abbia avuto bisogno per serrare i suoi ranghi e per poter indulgere verso i suoi numerosi errori, è stato il comunismo.
I totalitarismi fascista e nazista e l’imperialismo sfacciato economico e militare americano, sono sorti e sviluppati in conseguenza della percezione del pericolo rosso; pericolo gonfiato oltre misura e fatto crescere sulle paure personali.
I timori reali sulla natura violenta e antidemocratica del comunismo, sono stati artatamente associati ad immagini inventate e controproducenti, adatte a schernire ed abbruttire il volto dell’avversario, che almeno a guerra fredda terminata, è ora rivelata.

La connotazione che i regimi comunisti avevano impresso alla loro politica, li ha resi un mito negativo perfetto, su cui in occidente è stato facile costruire la classica immagine del nemico, a proprio uso e consumo.
L’avversario nella psiche di noi uomini non viene mai pensato con articolate posizioni interne; lo costruiamo senza possibili speranze di convivenze pacifiche; nulla se non di marginale e folcloristico della sua identità, è degno di rispetto.
Viene immaginato esattamente come ci serve, per giustificare la violenza ed il disprezzo consoni all’arte della guerra, scaturita dall’aggressività e dalla paura, sinistro corollario dell’istinto di sopravvivenza.


Oggi l’Islam lo costruiamo come a noi occidentali fa comodo. 
Ma ne parleremo in altra occasione.

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