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venerdì 17 luglio 2015

Hanno detto ... ...

RITA BORSELLINO, sorella di Paolo, il magistrato ucciso dalla Mafia
«Capita che non ti puoi fidare più di nessuno e la solitudine diventa troppo profonda. So quanto sia pesante dover ammettere che forse si è fatto male a fidarsi di una persona con cui si è condiviso tanto»
«Questo è l'inizio dell'ennesimo buco nero, la nostra storia e, non parlo solo di quella siciliana, di buchi neri ne ha troppi. Ancora una volta siamo qui a chiederci se è vero o non meno, chi lo ha detto e se lo ha detto. Ancora una volta si rischia che tutto precipiti dentro un unico buco nero, persino la voglia di sapere la verità»
«Nel suo ultimo discorso fatto da Paolo proprio qui, a casa Professa - ricorda la sorella del giudice antimafia - mio fratello parlò di Giuda e gli si incrinò la voce nel farlo. 
Proviamo a capire se ci sono dei Giuda che operano in un certo modo, ma dobbiamo saperlo chiaramente, vogliamo le conferme, i fatti, non solo le parole».
«Questa polemica, pilotata e costruita sulle pagine dei giornali, sull'antimafia di facciata temo sia strumentale e funzionale a qualcosa». 
Il rischio è di «buttare via l'acqua sporca con tutto il bambino», perché c'è sempre stata «un'antimafia utilizzata per fare carriera, il rischio c'è, oggi se ne parla di più perché l'informazione è diversa rispetto a 20 anni fa, ma guai se ci scoraggiamo e se torniamo a chiuderci nelle nostre case». 

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