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sabato 20 giugno 2015

Velocità sulle strade. Non sempre le multe degli apparecchi "autovelox" sono legittime

 La Corte costituzionale, nella sentenza 113/2015 depositata due giorni fà (presidente Criscuolo, relatore Carosi) ha bocciato le regole del Codice della strada nella parte in cui non prevedono che tutti gli apparecchi autovelox «siano sottoposti a verifiche periodiche di funzionalità e taratura».
Una sentenza questa, come quella sull'indicizzazione delle pensioni,  ricca di effetti sui conti pubblici e su quelli dei Comuni soprattutto.
I verbali sulle strade pubbliche ai Comuni fruttano circa 1,2 miliardi all'anno. 

La bordata dei giudici costituzionali non cancella tutti i verbali. Bisogna sapere infatti che gli autovelox posizionati per controllare la velocità sulle strade degli automobilisti sono di due tipologie: la prima è rappresentata dagli apparecchi "accompagnati" dalla pattuglia, mentre la seconda abbraccia quelli che vengono piazzati sulle strade e lasciati lì a funzionare in automatico. 
Questa seconda tipologia, in genere, dovrebbe essere sottoposto alle verifiche periodiche, perché lo prevedono i principi fissati dal ministero delle Infrastrutture nel 2005 a integrazione del decreto ministeriale del 29 ottobre 1997. 
Questo decreto, ricorda la sentenza della Consulta, esclude la necessità di verifiche periodiche per gli strumenti «impiegati sotto il controllo costante degli operatori di polizia stradale». 
A finire sotto la tagliola, quindi, sarebbero le centinaia di migliaia di verbali che ogni anno nascono dalle fotografie degli apparecchi presidiati. Le multe nate dagli apparecchi presidiati, interessati dalla sentenza, si possono riconoscere perché sul verbale ci sono scritte frasi del tipo «l'infrazione è stata accertata da pattuglia composta dagli agenti X e Y», mentre in quelle generate dagli apparecchi senza pattuglia c'è scritto prima di tutto il riferimento alla legge che le autorizza (l'articolo4 della legge 168 del 2002) oppure, fuori dalle autostrade e dalle strade extraurbane principali, al decreto del Prefetto che individua il tratto come assoggettabile a controlli automatici. 

La Corte costituzionale, accogliendo la tesi della «palese irragionevolezza» della norma (articolo 45, comma 6 del Codice della strada) che non prevede l'obbligo di verifica periodica per tutti gli autovelox e quindi muovendosi in senso contrario a parecchie pronunce della Cassazione, ha respinto al mittente la fondatezza di questa ripartizione fra autovelox "automatici" (controllati periodicamente) e apparecchi usati direttamente dalle pattuglie (esentati dai controlli). 
Tutti gli apparecchi, tagliano corto i giudici, devono essere sottoposti a verifica. 

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