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mercoledì 20 maggio 2015

Personaggi contessioti di ieri e di oggi, noti e meno noti (III) ... ... di Calogero Raviotta

Nicolò Chetta, sacerdote, storico, poeta e scrittore (Parte Ië)

Dopo aver riportato nei due blog dell'11 e del 13 maggio notizie generali sui contessioti noti e meno noti, da oggi viene avviata la presentazione sul blog "il contessioto" di singoli personaggi. Per il significativo contributo dato con le sue numerose opere in campo religioso, storico, letterario, ecc. certamente Nicolò Chetta merita di essere proposto per primo.
L'importanza del personaggio emerge dai vari testi che verranno riportati di seguito e nei prossimi blog, essendo numerose le iniziative culturali (pubblicazioni, conferenze, convegni, ecc.) dedicate a Nicolò Chetta da quando sono stati trovati e resi noti i manoscritti di alcune sue opere.

Profilo biografico
Nato a Contessa Entellina il 31 luglio 1741, a 11 anni é ammesso al Seminario greco-albanese di Palermo ed il 2 maggio 1766 é consacrato sacerdote di rito bizantino-greco nel Pontificio Collegio Greco “S. Atanasio” di Roma.
Dopo aver ricoperto per qualche anno l’incarico di cappellano sacramentale nella parrocchia di rito bizantino a Contessa, é chiamato ad assumere la carica di vice-rettore del Seminario Greco-Albanese di Palermo.
Torna dopo qualche anno per motivi familiari a Contessa, dove si dedica agli  studi etnografici, storici e teologici.
Dal 1777  é Rettore del Seminario Greco-Albanese di Palermo, di cui diventa benefattore, costruendo a sue spese il terzo piano della sede  del seminario medesimo.
Con la sua vasta cultura da un contributo significativo all’attività religiosa del Seminario, dedicando particolare cura alla formazione dei seminaristi, finalizzata al recupero, al ripristino e all’osservanza della autentica tradizione liturgica bizantina.
E’ noto nel mondo culturale italo-albanese ed anche in Albania come poeta e scrittore, per i suoi studi etnografici, storici e teologici. Come storico e letterato da un significativo impulso alla cultura delle Comunità italo-albanesi. Alcuni suoi scritti, in lingua italiana, albanese e greca, sono stati in parte pubblicati. Le sue opere costituiscono una importante testimonianza della lingua albanese parlata a Contessa nel secolo XVIII. Muore a Palermo il 15 dicembre 1803.

Opere di Nicolò Chetta
La produzione letteraria, finora nota in campo storico, filosofico, religioso, etimologico e lessicografico, comprende principalmente le seguenti opere:
* "Tesoro di notizie su dei Macedoni" ( Palermo - Contessa Entellina, anno 2002, introduzione di Matteo Mandalà e trascrizione di Giuseppa Fucarino - Helix Media Editore)
* "Leksiko liti, kthiellë arbërisht" (edizione critica a cura di Giuseppina Cerniglia, Palermo 2008, Unione dei Comuni Besa - Biblioteca comunale di Piana degli Albanesi)
* "La creazione del mondo fino al diluvio" (1992, Università La Sapienza di Roma, edizione critica di Giuseppe Schirò di Contessa)


*"Autobiografia detratta dalla storia illirica-macedone" (a cura di Maria Colletti,  Atti della Giornata culturale dedicata a Nicolò Chetta, Contessa Entellina, 1982).
Manoscritti di altre opere di Nicolò Chetta sono custoditi presso la Biblioteca Reale di Copenaghen e presso l'Area Umanistica della Università della Calabria.

Testi autobiografici
Sono attribuiti a Nicolò Chetta tre testi autobiografici, che possono risultare utili per conoscere la sua personalità. Di seguito sono riportati due testi in versi (poesia autobiografica ed epigrafe dettata per la sua tomba), nel prossimo blog invece sarà riportato il testo dell'autobiografia trascritta da un manoscritto dell'archivio della parrocchia greca di Contessa.

Nikollë  Keta
Fisi të ndershëm në Kuntisë mbiu        
Kolë Keta, filiz i Arbërit dhé,
shkoi në Palermo, te e Arbërit shpi,
që e priti si zogun në fole.
E veshi, e pajisi me zakon e urtësi;
në vapë e përtëriu nënë hije,
si të fishkurin bisk stolis një dhri
e tani kurorë prifti kisha i ve.
Si zog në fluturim të dy krahët  i çoi
Në Palermo e Kuntisë, sa këtu-atje
Nderin arbëresh në çdo gjë kërkoi.
Si krimb mëndafshi veten e harroi
E këtë visar torri, qendisi e shkroi
Shqipërin të ndrinte tej e tej.

Nicolò Chetta (testo autobiografico)
"Da stirpe onorata in Contessa nacque
Nicolò Chetta, tralcio della terra albanese,
passò poi a Palermo nella casa dell'Albania,
che lo raccolse come pulcino nudo nel nido.
Lo ornò e lo cinse di eletti costumi e di dottrina;
durante il caldo lo rinfrancò all'ombra,
come vite che ristora l'avvizzito grappolo,
ed ora, prete, la Chiesa lo prende in isposo.
Come uccello sperduto poscia battè le ali
Tra Palermo e Contessa, or qua e là;
l'onore degli Albanesi cercò in ogni scritto.
Come baco da seta si consumò da se stesso,
e questo tesoro filò, ricamò e scrisse,
per arricchire in ogni modo l'Albania.
Nota - Il testo albanese , tratto dalla "Letteratura albanese in Italia dal 1600 al 1800" del prof. Giuseppe Schirò di Contessa, è riportato (senza la traduzione in italiano) da un volumetto "POETE ARBERESHE", pubblicato a Tirana nel 1974 ("Poezia Shqipe", raccolta di testi di poeti arbëreshë: A. Santori di S. Caterina Albanese, V. Stratigò di Lungro, A. Argondiza di S. Giorgio Albanese, B. Bilotta di Frascineto, F. Crispi Glaviano di Palazzo Adriano, D. Chidichimo di Plataci, C. Serembe di S. Cosmo Albanese, O. Capparelli di Acqua Formosa, ecc. ). Klara Kodra, che ha curato la selezione e la pubblicazione dei testi, dopo aver evidenziato che Nicolò Chetta è autore del primo sonetto della letteratura albanese, lo presenta come noto studioso  e autore di opere in campo storico, letterario e linguistico.

Epigrafe dettata da Chetta per il suo sepolcro
Po rrahë dhera, sat gjenj vistare
Për në Arbrit ngukjur gjith mëkatshit t'ime.
Bobo! Si më gënjén jeta haidhiare!
Më taksi po  akië ndér, ar epo akjë gëzime
Kur pra të mbljeth presnj kjoshmë vlastare,
bukra dërrase mbljoth grisurë gjelnë t'ime.
Vaiton varri edhè hora kontissare.
Alimanò, ndëlje, Zot, atà ftesime!
*    *    *
Vado cercando per trovar tesori,
attraverso l'Albania vergognoso delle mie colpe.
Ahimè! Come m'inganna il bel mondo!
Mi promise tanto onore, tanto oro e tanti godimenti,
quando poi sono per raccogliere le promesse ricchezze,
la bella lastra (sepolcrale) raccoglie logorata la mia vita.
Piange il sepolcro e il popolo contessioto:
O Signore, perdona quelle colpe.
Nota - Testo riportato da Alessandro Schirò nella sua monografia "Guida illustrata delle Colonie Albanesi di Sicilia" (Palermo, 1923 - Stabilimento Lito-Tipografico -
A. Di Carlo & C. - Editori).


(Personaggi di Contessa III - Nicolò Chetta parte I - continua)

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